Inaugurata nel pomeriggio nell’ex ospedale San Rocco di Matera la mostra “Sempre nuovo è… Scotellaro – Al bivio. La giovane scalmana di Rocco Scotellaro”. L’evento ha inaugurato la tre giorni di iniziative per il centenario dalla nascita di Rocco Scotellaro. Di seguito i particolari.
La mostra è stata promossa dal Museo nazionale di Matera per celebrare i 100 anni dalla nascita e i 70 dalla morte di Rocco Scotellaro e si potrà visitare fino al prossimo 5 giugno.
Al vernissage hanno partecipato il Direttore del Museo nazionale di Matera, Annamaria Mauro, i componenti del Comitato scientifico, insieme a Giuseppe Palumbo, Kalura e Antonio Poe.
L’allestimento, che si avvale di un comitato scientifico composto da Carmela Biscaglia, Francesco Faeta, Annamaria Mauro, Lorenzo Rota, Pietro Sannelli, Beatrice Volpe, intende leggere l’opera e la personalità di Scotellaro in modo innovativo, facendo dialogare materiali d’archivio e linguaggi del contemporaneo.
I primi provengono dall’Archivio di Stato di Matera, Teche RAI (con il patrocinio di RAI Basilicata), Archivio Giuseppe Antonello Leone e Maria Padula – Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Basilicata, Associazione culturale Bellivergari. I secondi sono la trasposizione in mostra di quanto raccolto nel volume “Al Bivio – la giovane scalmana di Rocco Scotellaro” (Troglodita) di Giuseppe Palumbo e Maurizio e Matteo Camerini, riedizione, in forma ampliata, dell’adattamento a fumetti di “Uno si distrae al bivio – la crudele scalmana di Rocco Scotellaro” di Giuseppe Palumbo, edito nel 2013 (Lavieri). Oltre ai disegni di Palumbo, questa nuova edizione, in cui è presente anche un testo di Elettra Stamboulis e una foto di Michele Di Lecce, è arricchita dai contributi foto/grafici elaborati da Mario Cresci, figura di riferimento per la documentazione visiva lucana, e dalle illustrazioni degli artisti visuali lucani Kalura, Antonio Poe, La Tram, Gloria Pizzilli e Arturo Lauria. A questi materiali, si aggiungono in mostra alcune opere di due figure cui Scotellaro fu legato, l’artista materano Luigi Guerricchio e lo scrittore e artista torinese Carlo Levi, per creare un collegamento con il grande telero “Lucania 61” di Levi dedicato a Rocco Scotellaro, esposto a Palazzo Lanfranchi.
Di seguito la nota integrale.
Il Museo nazionale di Matera ricorda, a 100 anni dalla sua nascita, Rocco Scotellaro (1923-1953), attraverso un percorso espositivo dal titolo “Sempre nuovo è…Scotellaro – Al bivio. La giovane scalmana di Rocco Scotellaro”, visitabile dal 21 aprile al 5 giugno 2023 nella Chiesa del Cristo Flagellato presso la sede dell’Ex Ospedale di San Rocco, luogo emblematico della carcerazione dell’intellettuale lucano nel 1950.
La mostra rilegge l’opera e la personalità di Scotellaro in modo innovativo e trasversale, unendo materiali d’archivio e linguaggi del contemporaneo. L’obiettivo è quello di raccontare il cittadino, il politico, l’intellettuale, ma soprattutto gli aspetti più veri e attuali dell’uomo, particolarmente sensibile alle problematiche sociali e culturali della sua terra, il cui ruolo fu centrale nella cultura lucana e nel Novecento italiano.
Il percorso si apre con l’esposizione del busto in terracotta raffigurante Rocco Scotellaro, concesso in prestito dall’Associazione Bellivergari, attualmente conservato nella casa Leone-Padula a Montemurro. L’opera fu realizzata da Giuseppe Antonello Leone tra il 1949 e il 1950, allorquando lo stesso Rocco aveva posato direttamente. Dopo la sua morte, la madre di Scotellaro ne chiedeva la fusione in bronzo, di cui in quegli anni non fu possibile sostenere le spese.
Il racconto è arricchito sia dalle lettere, concesse dall’Archivio Leone-Padula di Montemurro, che Rocco Scotellaro inviò a Giuseppe Antonello Leone e che Francesca Armento indirizzò alla coppia di artisti Leone-Padula, sia da alcune fotografie, avute in prestito dall’Archivio di Stato di Matera (Fondo Rocco Mazzarone), che ritraggono Scotellaro con gli affetti più cari nella sua terra.
Una lettura in chiave moderna e contemporanea della figura di Rocco Scotellaro è affidata ai nuovi linguaggi dell’arte. Una sezione della mostra è dedicata all’esposizione di 10 fotocollage realizzati per l’occasione dal fotografo Mario Cresci, figura di riferimento per la documentazione visiva lucana, denominati “Memorie”, che si configurano come la visualizzazione di un ricordo per immagini del pensiero poetico, dell’umana generosità e del coraggio di un uomo come Rocco Scotellaro.
Sono esposte, inoltre, 40 tavole in china su carta della riedizione ampliata del fumetto “Uno si distrae al bivio. La giovane scalmana di Rocco Scotellaro” dell’illustratore Giuseppe Palumbo, già edito nel 2013. Il graphic novel si ispira a “Uno si distrae al bivio”, opera tra le più rappresentative della poetica di Scotellaro, scritta in giovanissima età, con l’intento di omaggiare più che il personaggio politico, il narratore.
L’esposizione mette in luce i rapporti che Scotellaro instaurò con personalità di rilievo della cultura del tempo, quali Carlo Levi e Luigi Guerricchio, artista materano. Carlo Levi scrisse la prefazione di varie opere di Rocco Scotellaro e ritrasse in più occasioni il poeta lucano. A testimoniare il profondo legame che unì i due intellettuali viene esposto, nell’ambito della mostra, il dipinto leviano “Ritratto di Rocco Scotellaro”.
La tematica può essere approfondita nelle sale della sede del Museo Nazionale d’Arte Medievale e Moderna della Basilicata di Palazzo Lanfranchi, dove il fortissimo rapporto umano e culturale tra Levi e Scotellaro traspare da alcune importanti opere pittoriche, tra le quali il telero “Lucania ’61”.
Il percorso espositivo mette in luce anche il rapporto, di breve durata ma di fondamentale importanza, tra Rocco Scotellaro e Luigi Guerricchio, attraverso l’esposizione di una tela realizzata dal pittore materano nel 1966. Si tratta di una testimonianza concreta della profonda amicizia che legò i due intellettuali e della forte influenza che il poeta lucano esercitò nella vita artistica e nella formazione ideologica di Guerricchio.
Viene presentata, infine, una galleria di “ritratti sentimentali” di Scotellaro, opere realizzate dai cinque giovani artisti visuali lucani Kalura, Gloria Pizzilli, La Tram, Arturo Lauria ed Antonio Poe.
In uno spazio dedicato viene proiettato un video-documentario delle Teche Rai del 1963 (patrocinio Rai Basilicata) incentrato sulla figura del poeta lucano.
“La giovane scalmana di Rocco Scotellaro ”
Programma iniziative inaugurali della mostra
21- 22- 23 aprile ore 18:00 – Ex Ospedale di San Rocco, Matera
Venerdì 21 aprile: Inaugurazione della mostra
Interventi
Annamaria Mauro, Direttore Museo nazionale di Matera
Comitato scientifico: Carmela Biscaglia, Francesco Faeta, Lorenzo Rota, Pietro Sannelli, Beatrice Volpe Giuseppe Palumbo, autore di fumetti
Kalura, artista visuale
Antonio Poe, artista visuale
Sabato 22 aprile: presentazione del volume collettivo “Al Bivio – la giovane scalmana di Rocco Scotellaro” a cura di Giuseppe Palumbo, Maurizio e Matteo Camerini, performance musicale degli Abbarabbiss, con reading di Marco Bileddo e disegno live di Giuseppe Palumbo
Interventi
Giuseppe Palumbo, autore
Mario Cresci, fotografo
Pancrazio Toscano, saggista
Maurizio e Matteo Camerini, autori
Domenica 23 aprile: talk “La riscrittura in chiave pop di archivi della memoria e della memoria di figure”, proiezione del documentario di Marina Resta “Tracce di Rocco”
Interventi
Giuseppe C. Stasi, regista
Sergio Brancato, Università di Napoli
Giuseppe Palumbo, autore di fumetti
Marina Resta, regista
Giulio Todescan, aiuto regista
“Al bivio. La giovane scalmana di Rocco Scotellaro”
di Giuseppe Palumbo, Maurizio e Matteo Camerini
Questo libro è una lunga storia d’amore.
“Uno si distrae al bivio” è un racconto poco noto di un giovane scrittore che ha avuto la sua fortuna post mortem, grazie al suo grande amico e punto di riferimento, Carlo Levi, e che di recente abbiamo cominciato a riscoprire, grazie a Franco Vitelli, curatore dell’edizione delle Opere Complete per Oscar Mondadori: Rocco Scotellaro.
Mio padre Franco Palumbo, poeta lui stesso e animatore culturale, ci mise in casa tutti i suoi scritti, pubblicati da Laterza e da Mondadori e quelli editi da Basilicata Editrice. Solo molto tardi ho vinto le mie riserve su quei libri: disegnavano i contorni di un uomo e di uno scrittore meridionalista che, a me con gli occhi degli anni Ottanta, della rivista Frigidaire, di Roma e di Bologna, che tanto sapevano di Parigi e di New York, volevano dire solo il passato e la retorica di un mondo contadino ormai fossile.
A distanza di anni, vinti i pregiudizi, seppelliti i furori anni Ottanta, ho scoperto la crudele scalmana di Rocco Scotellaro. L’ho scoperta in questo racconto che lui scrisse neanche ventenne e che tutti quelli che conoscevano e amavano Scotellaro mi indicavano come il racconto da leggere.
Nel 2003, avevo disegnato una prima versione per le pagine di Inguine, rivista di fumetti ravennate, diretta da Gianluca Costantini, Elettra Stamboulis e Marco Lobietti.
Nel frattempo i TerraGnora, gruppo musicale amico, produceva lo spettacolo Spina e Rosa.
Dieci anni dopo, arricchita da molte più pagine e colori, con Lavieri, piccolo grande editore lucano, abbiamo confezionato una prima versione di questo libro a fumetti, per ricordare i novanta anni dalla nascita e i sessanta dalla morte dell’autore di Tricarico. Nel 2014, “Uno si distrae al bivio” ha vinto il premio Attilio Micheluzzi come Miglior Storia Breve, al Napoli Comicon. I TerraGnora, ricostituitisi con il nome Abbarabbiss, mi hanno accompagnato in un piccolo tour di presentazioni del libro. Quelle canzoni adesso sono diventate una vera e propria colonna sonora del volume che state per leggere. Molti altri amici sono arrivati a ricordare il giovane Rocco, su queste pagine, con le loro parole Maurizio e Matteo Camerini, Pancrazio Toscano e Mario Cresci con i suoi fotocollage, Kalura, La Tram, Gloria Pizzilli, Antonio Poe e Arturo Lauria, giovani disegnatori legati a doppio filo alla Lucania, e Michele Di Lecce con una foto delle sue.
Giuseppe Palumbo
“Scrivere è un atto d’amore.
Se non lo è, è solo scrittura.”
Jean Cocteau
Dieci memorie per Rocco Scotellaro
Mentre lavoravo a queste Dieci memorie per Rocco Scotellaro, mi sono chiesto quale analoga figura di poeta, scrittore e intellettuale fosse simile o paragonabile alla sua in quel contesto storico che lo vide, alla fine degli anni Quaranta, integrarsi giovanissimo con la gente di Tricarico durante le lotte contadine per l’assegnazione delle terre e nello stesso tempo avere la capacità di immaginare e scrivere storie e poesie di straordinaria innovazione letteraria. Un continuo e inesauribile impegno sociale e politico il suo, unico nel suo genere negli anni del dopoguerra e quindi difficilmente paragonabile a quello di altri intellettuali. Ho considerato in questo senso che potevo attingere ai miei ricordi di Tricarico dove arrivai nell’estate del 1967, quattordici anni dopo la morte di Rocco Scotellaro e da essi, andando a ritroso nel tempo, ho cercato nella mia memoria quelle sensazioni e quelle emozioni che mi hanno consentito, negli anni successivi di vedere e di rivelare con la fotografia la ricerca del senso poetico e letterario del pensiero e delle narrazioni di quella cultura del Mezzogiorno italiano di cui Rocco era innovatore. Non è un caso che tra le prime fotografie che feci a Tricarico, quella a me più cara, rappresenta il volto in primo piano di sua madre Francesca, vestita a lutto davanti alla porta di casa mentre guarda nell’obiettivo con gli occhi ancora umidi di lacrime mai asciugate. Quell’immagine più di tutte mi fece sentire allora molto vicino alla figura del figlio ed è rimasta ancora oggi un’icona del femminile di una terra che non conoscevo, ma che avrei amato negli anni successivi come seconda terra di adozione. Questi appunti tentano di chiarire le motivazioni che mi hanno consentito di realizzare i dieci collage digitali che ho denominato memorie, ma che in realtà si configurano come la visualizzazione di un ricordo per immagini del pensiero poetico, dell’umana generosità e del coraggio di un uomo come Rocco Scotellaro.
Mario Cresci, 19 aprile 2023
RITRATTI SENTIMENTALI A CURA DI:
Gloria Pizzilli si occupa di illustrazione a livello internazionale dal 2010. Attiva tra Italia, Francia e Stati Uniti, Gloria ha il piacere di collaborare con le migliori testate del mondo, tra cui The New Yorker, The New York Times, Scientific American, The Boston Globe, GQ Usa, oltre a La Stampa, L’Espresso e Il Corriere della Sera per l’Italia. Tra i suoi clienti anche Mondadori, Feltrinelli, Sergio Bonelli Editore. Le sue opere sono state esposte a Parigi, Milano, Roma, Tokyo.
La Tram (Margherita Tramutoli) ha lavorato per anni come grafica per la cooperazione internazionale (Unesco, Ccivs France e altre Ong italiane e internazionali), per poi approdare all’illustrazione e al fumetto. Ha collaborato con il “Corriere della Sera”, “il manifesto”, “Jacobin Italia”, “L’Espresso”, “Linus”. Tra i suoi volumi, illustrati e a fumetti, L’ecologia spiegata ai bambini (BeccoGiallo), La bellezza di Medusa e gli altri volti del mito (De Agostini), Post Pink (Feltrinelli Comics), La prima bomba (con Marco Rizzo; Feltrinelli Comics). Insegna Teoria del colore alla TheSign – Comics & Arts Academy di Firenze.
Kalura nasce in Basilicata nel 2014, nel piccolo laboratorio artigiano di serigrafia dell’illustratore/stampatore Masto Nicola (Nicoletto D’Imperio), con il preciso compito di ricostruire l’immaginario visivo del Mezzogiorno. Le carte e il Risiko giganti, i cartelloni dei cantastorie e del “cunta-economia” sono lo scenario ideale per l’azione teatrale; a questa si unisce, nel 2018, Beatrice Candreva, la Cantora, con la ricerca dei suoni, i testi della tradizione orale, proponendo musica popolare che vuole tornare ad essere magica, atto rituale collettivo. Con la partecipazione di Domenico Crocco Bevilacqua il rito si completa, liberatorio e purificatore, con la tarantella catartica.
Antonio Poe è un artista visuale di Pisticci (MT). Inizia a dipingere graffiti dal 2008 per poi sviluppare una particolare propensione per la lettera intesa come forma, ampliando la sua ricerca alla tipografia applicata come segno con forti innesti di pattern geometrici. Nel 2020 fonda Cubicaletters, studio di Design Culturale. Attualmente si occupa di Arte Urbana e di comunicazione, e cura la Direzione Artistica di Lettere Cubitali APS.
Arturo Lauria è un illustratore, fumettista e rapper. Tanti nomi e tante opere riconducibili alla stessa, vulcanica persona: Moloch, Dottor Brain, Hell On Mask. Ha studiato fumetto ed illustrazione presso il NID a Parugia. Nel 2012 comincia una fruttuosa collaborazione con Ken Pisani con cui crea Colonus. Nel 2021 sono uscite due sue storie di Dylan Dog. Il progetto Hell On Mask è invece una sorta di concept collettivo che gira intorno al rap, alla produzione, alla letteratura e all’illustrazione, diventato un caso approdato su una label italiana molto importante come INRI.
ABBARABBIS
Gli Abbarabbìss sono un gruppo musicale aperto, che ripropone, in una versione acustico-popolare, un repertorio composito di musiche originali e di canzoni d’autore. Per la loro produzione artistica si rifanno alla poetica di Rocco Scotellaro e attingono a un repertorio di musicisti quali Matteo Salvatore e Enzo Del Re. Frequentano la musica im-popolare e raccolgono l’eredità, che sentono propria, del repertorio liminare che sta tra la musica popolare di tradizione orale e i canti di lotta e di lavoro. Musiche che arrivano da un Sud poco conosciuto, anti oleografico, che reinterpretano, attraverso la lente della contemporaneità, liberamente, compresa la tarantella, declinata non in chiave demartiniana, ma piuttosto guidati dalle visioni orfico-pitagoriche di Antonio Infantino.
Il nome appare come un incantesimo, per scherzo, il 16 novembre del 2012 quando, in una serata dedicata al ricordo di Franco Palumbo, una parte della formazione dei TerraGnora composta da Piero Pacione, Adele Caputo, Gregorio Giamba, Daniele Gagliardi e Massimo Carlucci, si ritrova assieme ai figli di Franco per ricordarlo in una serata tra musica, disegno, fotografia, tradizione e fiabe. Così nasce il gruppo musicale degli Abbarabbiss che di volta in volta, scomponendo e ricomponendo la propria formazione, ha generato negli anni musiche, performances e teatro sociale. Nel 2014 gli Abbarabbiss, in una formazione ridotta composta da Piero Pacione, Adele Caputo, Marco Bileddo e Pasquale Nicoletti, accompagnano l’illustratore Giuseppe Palumbo in un piccolo tour di presentazione della prima edizione del libro fumetto “Uno si distrae al bivio – la crudele scalmana di Rocco Scotellaro”. Dopo un periodo carsico il gruppo riemerge in una nuova formazione nel 2018 con Piero Pacione alle chitarre, Vanni Saponaro al basso tuba e Pasquale Nicoletti alle percussioni; in pratica una riproposizione popolare del classico trio rock, basso chitarra e batteria. La nuova formazione prosegue il lavoro di ricerca musicale con nuovi arrangiamenti e nuovi brani, incontrando e collaborando con diversi musicisti; tra questi il duo di Tonino Macis e Gerardo Ferrara, in tournèe con uno spettacolo dedicato a Peppino Impastato. Oggi gli Abbarabbiss, in occasione del centenario della nascita del poeta lucano Rocco Scotellaro, si sono ricomposti in una nuova formazione per registrare la colonna sonora di una produzione editoriale di Maurizio Camerini, Matteo Camerini e Giuseppe Palumbo. Un libro-fumetto con colonna sonora, dal titolo “Al bivio, la giovane scalmana di Rocco Scotellaro”.
In questo lavoro gli Abbarabbiss sono:
Piero Pacione-voce, chitarre
Adele Caputo – voce solista e recitante
Costantino Temerario- chitarra elettrica suoni elettrificati
Vanni Saponaro- basso tuba, scacciapensieri
Tommaso Di Marzio- percussioni acustiche ed elettroniche
Gerardo Tango- voce, cori
Pietro De Ruggieri- live electronics
“Tracce di Rocco”
Un film documentario di Marina Resta
Log Line
Un viaggio attraverso le narrazioni della Basilicata di ieri e di oggi, sulle tracce di Rocco Scotellaro.
Sinossi
Tracce di Rocco è un viaggio attraverso la Basilicata del passato e del presente, alla ricerca delle tracce iconografiche e metaforiche di Rocco Scotellaro.
Sviluppato nell’ambito del Premio Zavattini 2018/2019, è un cortometraggio documentario che accosta materiali audiovisivi eterogenei – d’archivio e girati ad hoc con stile osservativo – generando cortocircuiti tra passato e presente.
Note di Regia
Il film è stato realizzato nell’ambito del Premio Zavattini 2018, promosso dall’AAMOD, che ha stimolato la mia sensibilità e curiosità per la visione e la ricerca dei materiali d’archivio e per un
loro (ri)utilizzo creativo e allo stesso tempo rispettoso. Ho scelto di concentrarmi sulla Basilicata, regione a cui sono molto legata per motivi biografici, nonché terra natia di Rocco Scotellaro.
Infatti l’ispirazione per Tracce di Rocco nasce da una mia personale fascinazione per questo importante personaggio lucano, figura tanto complessa – in soli trent’anni di vita è stato poeta, scrittore, sindaco socialista del suo paese natale Tricarico (MT) e ricercatore sociale con Manlio
Rossi Doria – quanto dimenticata. Ho cercato di confrontarmi con Scotellaro e con ciò che rappresenta per la Basilicata, lavorando sulla sua assenza. Assenza fisica, assenza di materiali audiovisivi che lo ritraggono, assenza di testimoni diretti (per motivi anagrafici). Allora il mio lavoro è stato quello di ricercare le sue tracce e poi di disseminarle nel film. Tracce intese sia come segni della sua vita (il suo paese, la sua casa, la sua tomba, l’annuncio del Cinegiornale Luce della sua vittoria postuma del Premio Viareggio per la raccolta di poesie È fatto giorno), ma anche le tracce iconografiche che ne preservano e tramandano la memoria (targhe, dipinti, murales e anche l’effige in bronzo che raffigura Michele Mulieri, uno dei Contadini del Sud intervistati per il libro omonimo da Scotellaro).
Carlo Levi, amico del poeta lucano fin dai tempi del suo confino in Basilicata sotto il Fascismo, ha avuto un ruolo di primo piano nel tramandare la figura di questi, contribuendo a crearne la mitologia. In particolare nel trittico “Lucania ’61”, oggi esposto a Matera nel Museo di Arte Medievale e Moderna della Basilicata, Levi rende Scotellaro il fulcro di tutto il dipinto e la metafora della Lucania stessa. La Basilicata, e in generale l’Italia meridionale, ha subìto (e continua a subire) le narrazioni di sguardi esterni, che tra la fine degli anni ’40 e gli anni ’60 erano polarizzate tra il “luogo puro fuori dalla Storia” che incarna la visione leviana e le promesse di sviluppo tecnico e infrastrutturale legate alla retorica della Riforma Agraria e dell’attuazione del Piano Marshall. Una terza narrazione che si affianca a queste nel film è quella legata a Matera 2019 – Capitale europea della cultura, lo storytelling del riscatto culturale di una città e di un territorio a lungo considerati “la vergogna d’Italia”, oggi invasi dai turisti. Nel film si intrecciano tutti questi fili – le diverse narrazioni e retoriche e le tracce di Scotellaro – mettendo a confronto i materiali d’archivio dell’AAMOD e dell’Istituto Luce con le immagini osservative girate oggi in quegli stessi luoghi. Tuttavia la mia scelta è stata di non celare l’eterogeneità dei materiali e la loro diversa provenienza, ma anzi di evidenziarla, rendendo palese la parzialità di ogni narrazione e in definitiva l’impossibilità di raggiungere una visione sulla Basilicata, se non frammentaria e a volte contraddittoria. Allo stesso modo Rocco Scotellaro resta nel film una figura sfuggente, fantasmatica, di cui si può aspirare a trovare sempre nuove tracce.
Scheda tecnica
Tracce di Rocco
Un film documentario di Marina Resta
Digitale HD 16:9, colori, b/n, stereo
Anno 2023
Durata 16’46”
Ricerca archivi, soggetto, sceneggiatura, regia, montaggio Marina Resta
Fotografia, suono in presa diretta Marina Resta, Giulio Todescan
Assistente alla regia Giulio Todescan
Mix audio, Sound Design Luca Scapellato, Frank Martino
Color Grading Giorgia Ripa
Graphic Design e Poster Andrea Xausa
Prodotto da Marina Resta per Working Title Film Festival in collaborazione con Fondazione AAMOD – Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico e Istituto Luce
Marina Resta (Altamura, Bari, 1984).
Ha studiato cinema all’Università di Bologna e alla Freie Universität Berlin. Ha frequentato il corso di Documentario alla Scuola Civica Luchino Visconti a Milano e il Master in Produzione e Comunicazione per l’Audiovisivo e i Digital Media all’Università Ca’ Foscari di Venezia. Come filmmaker ha realizzato “Milano fa 90” (2013) e “L’acqua calda e l’acqua fredda” (2015), presentati in diversi festival tra cui Sguardi Altrove a Milano e Foggia Film Festival. Nel 2018 “Tracce di Rocco” è tra i 10 progetti finalisti del Premio Zavattini. Insegna Discipline Audiovisive e Multimediali al Liceo Artistico Michelangelo Guggenheim di Venezia.
Nel 2016 ha fondato a Vicenza con Giulio Todescan Working Title Film Festival, festival del cinema del lavoro, a Vicenza, di cui è direttrice artistica e organizzatrice.
Trailer: https://vimeo.com/818140100
La fotogallery della mostra “Sempre nuovo è… Scotellaro – Al bivio. La giovane scalmana di Rocco Scotellaro” (foto www.SassiLive.it)