Inaugurata questa sera la mostra “Delicious Colors” dell’artista giapponese Shinya Sakurai nella Galleria Alessandro Albanese a Matera. La mostra resterà aperta fino al 30 gennaio 2022. Al vernisage con l’artista, Alessandro e Angelo Albanese, ha partecipato, tra gli altri, il nuovo Prefetto di Potenza, il materano Michele Campanaro.
Michele Capolupo
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La fotogallery della mostra “Delicious Colors”, personale di Shinya Sakurai (foto www.SassiLive.it)
Di seguito la recensione di Francesco Poli
La galleria Alessandro Albanese presenta la mostra “Delicious Colors”, personale di Shinya Sakurai, con un corpus di lavori nuovi realizzati appositamente per questa mostra, in cui saranno presentati a distanza di quasi dieci anni dalla sua prima personale tenutasi sempre a Matera nel 2012. Forte è il legame che l’artista Giapponese nato ad Hiroshima nel 1981 mantiene con la città di Matera e con i suoi galleristi Angelo e Alessandro tanto da accettare l’invito a partecipare alla sua seconda personale nella città di Matera con circa venti lavori su tela.
Anche se apparentemente sono di immediata e fresca fruibilità decorativa, le pitture di Shinya Sakurai non sono di così facile lettura come sembrano a prima vista. Se le osserviamo con calma e attenzione, se lasciamo che il nostro sguardo venga coinvolto nelle fitte textures che ricoprono senza soluzioni di continuità tutto lo spazio delle tele, veniamo progressivamente coinvolti in una irridescente dimensione di vibrante tensione quasi ipnotica, da un raffinato e complesso gioco di combinazioni cromatiche seriali e allo stesso tempo sottilmente variate. Formalmente le unità di base sono dei piccoli tasselli di colore, un nugolo di semplici configurazioni segniche/pittoriche in stretta interconnessione fra loro come pezzi di un puzzle o come agglomerati ordinati anche se sempre in qualche modo fluttuanti.
Le composizioni hanno, nel complesso, colorate valenze astratte geometrizzanti, ma in molti casi sono costituite da sintetici elementi iconici e simbolici che animano con significati più profondi la dialettica pittorica di superficie.
Per lui l’arte deve essere un mezzo per trasmettere in modo suggestivo un messaggio di speranza in un mondo migliore, una visione poetica che inneschi in chi guarda i suoi quadri un senso di serenità e di felicità. Il suo è un ben cosciente ottimismo della volontà, non una facile e gradevole proposta estetica.
Ed è per questo che dei cicli dei suoi quadri hanno titoli come Love and Peace, e United Colors, che fanno eco allo slogan delle battaglie pacifiste degli anni Sessanta, e alla famosa campagna pubblicitaria con le foto di Oliviero Toscani per Benetton.
A questo proposito si può dire che, per certi versi, la ricerca di Shinya è indubbiamente legata alla dimensione pop, sia pure con connotazioni abbastanza particolari. Ma per altri versi la possiamo anche collegare, in qualche modo, a un’altra tendenza altrettanto rilevante, e cioè a quella minimalista anche se da intendersi in chiave non freddamente rigorosa ma ludicamente postmoderna.
Per quello che riguarda i possibili riferimenti molti sono gli artisti che vengono in mente, da Larry Poons a Alighiero Boetti, da Yayoi Kusama a Damien Hirst, ma nessuno di questi appare come un’influenza determinante. Per fortuna Shinya Sakurai assomiglia soprattutto a se stesso.