Un affascinante e inedito confronto tra le opere di Van Gogh e quelle di Centonze, due artisti della luce che attraverso le loro opere hanno rappresentato il soggetto per eccellenza della storia dell’arte.
Questo il concept della mostra “Mimmo Centonze racconta ‘La luce nell’arte’ – Vincent Van Gogh”, inaugurata nel pomeriggio nello showroom Luce in via Gattini a a Matera. L’esposizione sarà visitabile gratuitamente fino al 28 febbraio.
Mimmo Centonze ha dichiarato: “Le mie opere sono state spessissimo e puntualmente accomunate a quelle di Van Gogh per l’uso di una spessa materia pittorica, una presenza del colore quasi eccessiva, che straborda dalla superficie della tela come a toccare più da vicino l’anima e i sentimenti dell’osservatore. A Van Gogh inoltre mi lega anche la forte fede in Dio e lo studio approfondito della Bibbia, credenza che il pittore olandese professò e perseguì dalla giovane età fin quasi al punto di diventare un pastore”.
“Fin da piccolo ho letto l’intera Bibbia (sono 66 libri in tutto) più di una decina di volte e studiarla attentamente è la cosa che mi dà più gioia e soddisfazione nella mia vita perché così posso approfondire la conoscenza del Creatore. Lui è il più grande Artista di tutto l’Universo avendo creato tutto quello che ci circonda. Dio, la Creazione e la Bibbia sono sempre state le fonti d’ispirazione di gran lunga più utilizzate dagli artisti di ogni generazione. Giotto, Michelangelo, Leonardo, Rembrandt, De Chirico: credenti o meno, tutti gli artisti fanno riferimento alla realtà e alle emozioni che Dio ha creato”.
Nella mostra sono messe a confronto non solo la tecnica ma anche il tema della luce nelle opere dei due artisti.
Nella “Notte stellata” di Van Gogh si scorgono, oltre alla luna e alle stelle nel cielo, anche le luci che baluginano dalle finestre delle case alle spalle del grande cipresso in primo piano. Nel “Paesaggio notturno (nei pressi dello studio)” di Centonze guizzano all’orizzonte le luci elettriche del panorama notturno della città di Matera, e in primo piano le pennellate accese e vibranti che raffigurano la vegetazione illuminata da un bagliore lunare.
“L’ispirazione per questo dipinto – racconta Mimmo – è arrivata durante una passeggiata di sera che feci nei pressi del mio studio, dopo aver dipinto instancabilmente per tutta la giornata. Avevo un grande bisogno di prendere aria fresca perché avevo i polmoni e la gola impregnati di pittura. Così, prima di ritornare a casa, feci una camminata al bosco di Serra Venerdì – a due passi dal mio studio – e ad un tratto un imponente albero catturò, come in un sogno, la mia immaginazione. Alle spalle di quell’albero, in lontananza, si vedevano le luci della città che provenivano dalla zona dove sorge il Grattacielo, proprio dove avevo il mio primo studio.. Fui così folgorato da quella visione notturna, che nei giorni successivi non riuscivo a pensare ad altro. E nelle settimane successive nacque questo dipinto, molto intimo e sentito. Ricordo che fu liberatorio dipingerlo, come se fossi finalmente riuscito a catturare quella visione che mi aveva così tanto colpito e a fissarla per sempre sulla tela”.
Ne “I mangiatori di patate” Van Gogh raffigura dei contadini che stanno finalmente assaporando il frutto delle proprie durissime fatiche nei campi. La scena è illuminata dalla luce di una lampada a petrolio, che rischiara i volti e le mani rugose dei protagonisti e le patate che sembrano brillare come delle pepite d’oro – la loro ricchezza – in un’atmosfera cupa ma di grande dignità. Dialogano con questo capolavoro un “Ritratto di vecchio” di Centonze, con un viso pieno di rughe ma sprizzante di allegria e il primo “Capannone” dipinto dall’artista, un raffinato dipinto di un interno industriale bagnato da una luce modernamente fiamminga.
Il dialogo prosegue con due esempi di alta ritrattistica dei due artisti, con il “Volto di donna” di Van Gogh e il “Volto con velo” di Centonze: sguardi magnetici, ieratici, che catturano e si imprimono solennemente nella mente e nell’immaginario dello sguardo dell’osservatore.
Il percorso espositivo si conclude con il tema principe delle opere di Centonze, ovvero la luce dei suoi “Capannoni”: dipinti di grandi dimensioni, di forte impatto drammatico e dalla stesura inquieta e densa di tensione, che disorientano e attraggono il visitatore come la luce sul fondo di una caverna. Un percorso visivo interiore che parte dalla realtà in cui si trova chi osserva il capannone, il quale continua poi a percorrerlo con gli occhi della mente fino ad essere inevitabilmente attratto dalla luce in fondo al dipinto, che lo trascina in una dimensione spirituale, fino a sublimarsi in una profondità mistica e ascetica.
Questo appuntamento fa parte di “Mimmo Centonze racconta l’arte”, un format nato per raccontare l’arte dal punto di vista dell’artista, ovvero di colui che la realizza, risultando quindi una narrazione più intima, diretta e soprattutto consapevole di come si arriva a realizzare un’opera d’arte e fa parte di un percorso fortemente voluto da Mimmo Centonze per avvicinare le persone all’arte, sia a quella del passato, come i recenti approfondimenti e spettacoli su Caravaggio ai quali hanno assistito più di 2.000 spettatori in varie città d’Italia e all’estero, sia all’arte di oggi, troppo spesso incomprensibile e freddamente lontana dalla mente e dal cuore dell’osservatore.
La mostra è realizzata in collaborazione con il Museo MUDIC, il Museo Diffuso Contemporaneo di cui Centonze è direttore, in piena armonia con lo scopo del museo che prevede la diffusione dei propri progetti e la collaborazione con altre istituzioni pubbliche e private, in Italia e all’estero.
La fotogallery della mostra“Mimmo Centonze racconta La luce nell’arte – Vincent Van Gogh” (foto www.SassiLive.it)