Prosegue intensa l’attività dello Studio Arti Visive attraverso la realizzazione, accanto all’ordinaria presentazione di artisti locali e non che si esprimono attraverso i differenti linguaggi delle arti visive contemporanee, di diverse iniziative tutte incentrate sulla riscoperta e valorizzazione di quanti, individui ed intere famiglie, hanno contribuito nel tempo e secondo modalità proprie e differenti a dare forma e ad accrescere il vasto patrimonio artistico e culturale che può vantare oggi la città di Matera.
Dopo le esposizioni dedicate nel corso del 2016 alle famiglie Pentasuglia e Niglio, le quali, generazione dopo generazione, hanno saputo costruire, preservare e tramandare sino ai giorni nostri tradizioni artistiche intrise di passione, creatività ed abilità, è ora la volta di Francesco Saverio D’Antona, un artista, nato e vissuto a Matera a cavallo tra Ottocento e Novecento, poco noto ai più e forse anche per questa ragione, oltre che per le sue indiscusse capacità, meritevole di rinnovata attenzione e considerazione all’interno di quel processo di costruzione di nuove forme di“narrazione” della città e della sua comunità (in modo particolare sotto il profilo artistico) che rappresenta ormai da decenni uno degli obiettivi principali che Franco Di Pede e lo Studio Arti Visive hanno voluto attribuire alle proprie iniziative.
Francesco Saverio D’Antona, materano di nascita, dopo essersi formato artisticamente a Napoli nelle scuole di qualificati maestri, operò a Matera a partire dal 1876 decorando cappelle private, chiese ed ambienti di palazzi gentilizi. L’intervento pittorico nell’abside della chiesa di S. Francesco di Paola in Matera rappresenta l’apice della sua produzione artistica nonché l’emblema di un riconosciuto prestigio raggiunto in ambito cittadino.
Una mostra-omaggio dedicata dedicata a Francesco Saverio D’Antona, ad un anno dal centenario della sua morte, è stata inaugurata in serata nello studio Arti Visive diretto dal poliedrico artista materano Franco Di Pede, alla presenza di due pro nipoti, Anna e Giovanna D’Antona, figlie di Annibale D’Antona. Dopo l’introduzione affidata a Franco Di Pede è stato don David Mannarella, parroco del Santuario di San Francesco Di Paola, ad illustrare alcune delle opere presenti nella mostra e realizzate da Francesco Saverio D’Antona, in particolare l’apside presente dietro l’altare che raffigura la Vergine Immacolata ai cui piedi troviamo i Santi Gioacchino e Anna e l’Arcangelo Michele che con la spada infuocata colpisce la testa dell’antico serpente, datato 1894 e un il ritratto dell’agostiniano Padre Felice Ruoppoli, co-rettore del santuario di S. Francesco da Paola a Matera dopo aver svolto il ruolo di rettore nella chiesa di Sant’Agostino, nel Sasso Barisano.
In mostra diversi bozzetti e disegni di carri trionfali per la festa patronale in onore di Maria Santissima della Bruna, in particolare due bozzetti realizzati da Francesco Saverio D’Antona, quello per l’edizione 1879 e quello per l’edizione 1898 e altri realizzati da suo figlio Annibale. Sono presenti anche alcuni dipinti su tela mai mostrati al grande pubblico in quanto appartenenti a collezioni private e il ritratto di Monsignor Pietro Giovine, concesso dalla Curia Arcivescovile di Matera.
Completano l’esposizione alcuni scatti fotografici di Francesco Pentasuglia che riproducono opere ed edicole votive realizzate da Francesco Saverio D’Antona distribuite lungo le vie cittadine in quella sorta di “museo diffuso” della devozione popolare che da sempre è stato elemento vivo e caratterizzante la nostra comunità: Madonne con Bambino presenti in Salita Duomo e Via Riscatto, i Santi Medici nella chiesa di S. Giovanni Battista, San Francesco di Paola in Via San Potito, lo stendardo di Gesù Salvatore nell’omonima chiesa di Timmari. Del figlio Annibale si può ammirare una Madonna dell’Addolorata in Vico Campanile.
La mostra, corredata da testi esplicativi ed approfondimenti curati da Antonio Guanti, David Mannarella, Franco Di Pede, Francesco Pentasuglia ed Amedeo Serra, resterà aperta sino al 24 novembre tutti i giorni, tranne la domenica, dalle ore 19 alle ore 21 e per appuntamento.
Lo Studio Arti Visive ringrazia Giovanna D’Antona, Giovanni Miranda e la Arcidiocesi di Matera-Irsina per la preziosa collaborazione offerta.
Michele Capolupo
Biografia di Francesco Saverio D’Antona
Il percorso artistico di Francesco Saverio D’Antona rispecchiò appieno la sua personalità fatta di creatività esplosiva, generosità, praticità. Ed è proprio per tutto questo che andrebbe iscritto il suo nome nel novero di questi artisti che meritano una giusta e adeguata collocazione.
Egli ha sempre lavorato nella sperimentazione delle tecniche con un notevole supporto conosciuto unito ad una grande sensibilità; è stato disegnatore, pittore, decoratore, cartapestaio, ceramista, ma al di là delle definizioni D’Antona è passato dall’allestimento del Carro Trionfale della SS Maria della Bruna alle decorazioni delle cappelle gentilizie. Francesco Saverio D’Antona è nato a
Matera il 23 aprile 1851, figlio del falegname Francesco Saverio D’Antona e di Giacinta D’Amelio, venne alla luce quattro mesi dopo la morte del padre e fu così che ne prese il nome. Frequentò il conservatorio di Napoli dove fu avviato nella strada dell’arte da qualificati maestri. Dal 1876, rientrato a Matera, ebbe l’incarico di allestire il Carro Trionfale. Negli intervalli di lavoro eseguiva
ritratti ad amici e persone di varia estrazione sociale tra cui i vescovi Gaetano Rossini e Pietro Giovine; notevole quello dell’agostiniano Padre Felice Ruoppoli, corettore del santuario di S. Francesco da Paola a Matera. Nei primi del ‘900 operò soprattutto a Matera, dimostrando tuttavia, di essere ben attento e informato dei fatti artistici che accadevano a Napoli.
Giovanissimo lavorò con alcuni operai napoletani nella Cattedrale. Durante una pausa dal lavoro un operaio che lavorava sull’impalcatura con un gesto scherzoso lasciò cadere una pallina di gesso che andò a colpire Francesco Saverio all’occhio sinistro oscurandogli per sempre la vista. Si dà il caso che questa parziale cecità non gli impedì di continuare la sua attività artistica, anzi la migliorò nel tempo. Francesco Saverio addirittura volle lasciare un segno di questa menomazione con un autoritratto che evidenzia l’occhio spento.
Ogni singolo lavoro egli lo ha affrontato in modo totale e animandolo con uno spirito che è semplicemente suo, evitando le possibili influenze culturali esterne. Ebbe un figlio, Annibale anch’esso artista ma che non raggiunse mai livelli
paterni. Morì il 9 maggio 1916.
La fotogallery dell’inaugurazione della mostra dedicata a Francesco Saverio D’Antona e a suo figlio Annibale (foto www.SassiLive.it)