Inaugurato nel pomeriggio nella sede di Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea in via San Potito nei Sassi di Matera il progetto espositivo “Into the open: polifonie, atti di design, logiche radicali e (Ugo La Pietra) tra parentesi”.
Fondazione SoutHeritage quale istituzione animata dalla volontà di contribuire allo sviluppo culturale per produrre sapere espanso e narrazioni multidisciplinari attraverso i valori dell’arte e della cultura contemporanea, in collaborazione con Fondazione Basilicata-Matera2019, presenta un progetto espositivo dedicato alla tematica del Design Radicale che in un periodo di incertezze e instabilità quale quello odierno, rappresenta un possibile esempio di pertinenza dialettica su cui ritornare a riflettere. L’esperienza Radicale quale pratica culturale coincidente con un momento storico in cui la creatività è stata chiamata a sostituire il crollo dei grandi sistemi di certezze politiche e progettuali, rappresenta infatti un possibile vettore dialettico e creativo per confermare la centralità di un concetto di arte (auto)educativa che, oggi più che mai, deve possibilmente appartenere a tutti.
In questo ambito il progetto: “Into the open: polifonie, atti di design , logiche radicali e (Ugo La Pietra) tra parentesi”, a partire dalla figura e dalla ricerca dell’architetto, designer e artista *Ugo La Pietra vuole presentare un focus sulle tematiche del programma sperimentale di design “Global Tools” co-fondato negli anni Settanta da La Pietra insieme ad altri membri dell’Architettura Radicale (tra cui Andrea Branzi, Ettore Sottsass, Alessandro Mendini, Gianni Pettena, Superstudio e UFO) e da rappresentanti dell’Arte Povera e Concettuale (tra cui Germano Celant, Luciano Fabro e Giuseppe Chiari).
Questo programma, pensato per stimolare il libero sviluppo della creatività individuale e collettiva, in un ambito di centralità educativa dell’arte, ha rappresentato anche la piattaforma di un importante progetto-pilastro del programma culturale “Matera Capitale Europea della Cultura 2019″ qual è l’”Open Design School”, nata da un’idea di Joseph Grima e che nei suoi laboratori e realizzazioni ha inteso esplorare gli aspetti distintivi di questo programma.
Al fine di costruire un insieme di suggestioni critiche sui diversi movimenti dell’architettura radicale, il progetto, oltre ad alcuni lavori di Ugo La Pietra, presenta anche due installazioni in situ afferenti le tematiche della co-progettazione, dell’open-design, dell’interattività, del Km0 e della tracciabilità locale e globale, volte a mettere in luce le caratteristiche di questo movimento storico e il contesto delle pratiche contemporanee, riallocandone gli strumenti, i metodi e le azioni.
In questo quadro, il progetto ospita quindi le proposte e le sperimentazioni incrociate di due studi che hanno lavorato al confine tra l’esplorazione artistica e le possibilità materiali, tecniche, sociali e discorsive del design. Gli studi invitati: **SchiumaPostDesign e ***UfficioInverso, hanno interpretato con diversi dispositivi la ricerca e il lavoro “Global Tools” e l’esperienza dell’”Open Design School”, e sulle linee guida previste dal vademecum redatto dalla fondazione in materia di sostenibilità (www.southeritage.it/buone-pratiche), sono stati progettati e realizzati specificatamente per il progetto con il re-impiego delle strutture allestitive precedentemente ideate e realizzate da Formafantasma, Liam Gillick e Pelin Tan, per un progetto sugli archivi presenti in Basilicata.
In tal senso, gli studi, attraverso una ricerca nei depositi dell’Open Design School intesi come archivi di materiali da riutilizzare e ri-attualizzare, hanno inteso per la costruzione dei display riflettere sul rapporto tra “contenuto” e “contenitore” e sull’esplorazione (anche da un punto di vista critico) dei modi e dei mezzi propri dell’allestimento visto non come mero “supporto” dell’opera, ma come “supporto” per l’opera e gesto artistico attivo e radicale.
Il progetto dunque, oltre all’aspetto strettamente espositivo di focus sul lavoro di uno dei più importanti architetti, artisti e designer italiani, vuole essere anche un progetto per dare risalto alla natura e alla dimensione co-progettativa fatta di collaborazioni, condivisione e sostenibilità che è ed è stata alla base dell’esperienza Matera-Basilicata Capitale Europea della Cultura 2019. Un modo per riflettere su una parte di quel patrimonio di ricerca–azione partecipata e collaborativa sviluppata nell’ambito dell’importante progetto ECoC 2019 e riverberare quei suoi valori e metodi che hanno saputo rappresentare un modello e un caso studio a livello internazionale.
Inoltre, la fondazione SoutHeritage, perseguendo uno degli obiettivi alla base del suo mandato, cioè quello di mettere in primo piano l’accesso gratuito alla cultura grazie a modelli alternativi di diffusione pubblica, nell’ambito del piano di mediazione denominato “Le (d)istanze del pubblico”, prevede supporti alla fruizione e un programma di informazione e coinvolgimento dei visitatori che propone nuovi modelli di concezione della diffusione pubblica. In questo quadro, oltre a una serie di attività di mediazione che utilizzano le potenzialità creative e generative dell’arte contemporanea e offrono un’occasione di scambio, relazione e consapevolezza attraverso l’arte, la mostra, come tutti i progetti culturali della fondazione, è costruita sulle linee guida della “Carta dei Valori SoutHeritage” (www.southeritage.it/carta-dei-valori) che prevede in dettaglio le direttive per una buona fruibilità: dalle informazioni “in italiano facile” con testi e icone integrate nel rispetto delle esigenze del “pubblico più debole”, all’organizzazione di attività di mediazione e di accompagnamento del pubblico che in chiave performativa adattano modi e dialoghi sull’esposizione interpretando i diversi interessi e tensioni del pubblico, fino alle soluzioni allestitive più idonee volte ad aprire un dialogo sull’”osservazione partecipante”, stimolare la crescita collettiva e discutere sulla cultura artistica contemporanea.
La fotogallery del progetto espositivo “Into the open: polifonie, atti di design, logiche radicali e (Ugo La Pietra) tra parentesi” (foto www.SassiLive.it)