Sabato 18 marzo 2023 alle ore 18 nel Complesso rupestre di Madonna delle Virtù nei Sassi di Matera è in programma l’inaugurazione della mostra “Raccontando Matera. Storie della città nelle maioliche di Giuseppe Mitarotonda”. Organizzata dal Circolo Culturale La Scaletta, e curata dallo storico dell’arte Edoardo Delle Donne, l’esposizione resterà aperta fino al 21 maggio 2023.
Nel ventre della città una mostra che racconta Matera e la sua millenaria storia attraverso l’arte di uno degli artisti lucani di maggior talento. Pannelli dipinti su ceramica ricchi di particolari. Scene di vita popolare da cui si animano personaggi e prendono corpo eventi storici significativi di un luogo diventato esempio di interpretazione urbana della natura.
Venti opere composte da un mosaico di formelle di numero e dimensioni differenti e una serie di piatti maiolicati di diversa natura saranno disposti all’interno del luogo in un percorso suggestivo alla scoperta della straordinaria esistenza di una città che nasce dalla pietra e che vive nella pietra tra grotte e costruzioni spontanee frutto dell’ingegno dei capomastri e dei suoi abitanti.
“Nel suggestivo scenario del complesso rupestre di Madonna delle Virtù – spiega il curatore della mostra, Edoardo Delle Donne – il racconto comincia con l’opera “Genesi della morfologia del territorio” dedicata alle origini. Prosegue tra le altre, con “ A.D.1232 – La Costruzione della Cattedrale” luogo simbolo di una nuova identità cittadina, per poi evocare le vicende tragiche e salvifiche, fatte di trappole ed ombre, del Conte Giovan Carlo Tramontano. Ancora, gli spazi scavati nel complesso, come una fantasia nel crepuscolo, danno forma al racconto della costruzione della “Chiesa del Purgatorio” e de “La camminata sulla collina del Castello Tramontano” voluta dal Generale Carlo de Montigny, per condurre, rapiti nella luce riflessa, al “Cielo capovolto” della città!
Infine “L’ingresso di Re Carlo Borbone in Montescaglioso”, mentre luccicano come preziosi diademi tutto intorno, le storie sulla “Festa della Bruna”, il “Miracolo di S.Eustachio” e l’omaggio a “Federico II Imperatore”.
“Crediamo – sottolinea il presidente Paolo Emilio Stasi – che dopo aver ospitato nel corso degli ultimi decenni mostre di scultura dei più grandi artisti del ‘900, il complesso rupestre di Madonna delle Virtù possa essere lo scenario privilegiato e per certi versi perfetto per raccontare la città di Matera attraverso le opere di un suo talentuoso figlio. Giuseppe Mitarotonda riesce ad affascinare e nel contempo a raccontare eventi storici attraverso la quotidianità dei gesti degli abitanti della città esaltati dal colore, dalla minuzia di particolari e dal tocco d’artista di un vero maestro della pittura su maiolica.
Per il Circolo La Scaletta questo vuol essere un omaggio a Matera ma anche un modo per consentire ai visitatori di viverne la storia e di conoscerla in una maniera del tutto particolare.
La mostra sarà visitabile a partire dal 18 marzo e fino al 21 maggio 2023. La bellezza dei luoghi e la straordinarietà delle opere di un artista materano tra i più apprezzati, costituiranno un binomio di grande impatto che contribuirà ad arricchire l’offerta culturale della città”.
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Giuseppe Mitarotonda Giuseppe Mitarotonda è nato a Matera il 7 aprile 1939. Dopo una breve esperienza nel campo del design industriale frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera. Rientrato a Matera, apre un suo laboratorio nel quale sperimenta varie tecniche operative privilegiando alla fine di un percorso e di una ricerca più intima che di metodo, il mosaico, le vetrate e come naturale necessità di una particolare espressione artistica, la ceramica. Negli anni Mitarotonda, giunge ad una concezione dell’arte quale unione di due elementi sostanziali: lo sguardo, come motore primo, come visione scatenante; ed un altro elemento più formale, intimamente formale, l’immaginazione. Alla formazione di tale pensiero contribuiscono gli incontri e le collaborazioni con grandi artisti, che giunti a Matera, frequentano come naturale luogo di incontro il suo laboratorio. Da Pietro Consagra a Francesco Alvarez, da Mino Maccari a Dadamaino (Edoarda Emilia Maino), fino a Kengiro Azuma e H. B. Assadour. Ma più intensa tra tutte è la collaborazione ed il rapporto di vera amicizia con il pittore José Ortega (per cui l’arte era volontà di violare tutti i codici e le convenzioni), durante il soggiorno dell’artista spagnolo nella città dei Sassi. Così nasce in Mitarotonda, un senso più profondo per il colore inteso come principio visivo, trasceso nel concetto che il cielo è metafora dell’azzurro e non viceversa. Ed una ricerca che porta all’accostamento di colori caldi, che sfumano, o che stanno in rilievo, per far emergere, per contrasto i verdi o i grigi, e accanto vortici di bianco e azzurro. Domina su tutti nella sua opera, il tema della storia della sua città, a volte tradotta e sottratta all’oblio, a volte evocata o sospesa in memorie ed echi. Una città che ascolta la sua vita, immersa nel sogno di un tempo infinito. Un sogno che desidera solamente l’elogio delle stelle e le carezze del vento.