Nell’ambito del progetto “Padiglioni Invisibili” è stata inaugurata nel pomeriggio in via San Potito nella sede della Fondazione SoutHeritage l’ultima sessione di mostre prevista per il 2019 e ospitante un’installazione a firma dell’architetto e urbanista Yona Friedman, conosciuto come uno dei protagonisti indiscussi della stagione utopica dell’architettura internazionale del dopoguerra per le sue elaborate concezioni architettoniche collettive e mobili. Il progetto è coprodotto con Fondazione Matera-Basilicata 2019 nel quadro del programma ufficiale Matera 2019 Capitale Europea della Cultura, in partnership con ENSA – École Nationale Supérieure d’Art di Bourges, Francia; Global Grand Central di Stoccolma, Svezia; BAICR Cultura della Relazione e Human Ecosystem Relations di Roma.
L’architettura scavata e ipogea e precisamente un sistema di cisterne sotterranee risalenti al XV secolo, costituiscono il soggetto visivo, spaziale e strutturale del progetto Padiglioni Invisibili, che indaga la responsabilità e le possibilità dell’estetica, dell’architettura e della ricerca umanistico-scientifica nel processo di creazione, rigenerazione e rifunzionalizzazione dei luoghi.
Il progetto Padiglioni Invisibili offre ai visitatori l’opportunità di esperire le variabili spaziali e temporali di una parte rappresentativa del “patrimonio territoriale” della città di Matera. Un patrimonio che la Fondazione SoutHeritage sta attualizzando e valorizzando, sia attraverso il restauro e la riattivazione degli spazi, sia attraverso percorsi di indagine territoriale e progetti orientati alla ricerca, sia attraverso la produzione di opere e progetti in situ.
In questo quadro Padiglioni Invisibili apre l’ultima sessione del progetto prevista per il 2019 con la presentazione di una delle sue architetture mobili, intese come un processo di realizzazione comune di un nuovo spazio strutturante, all’interno del quale il vuoto (la matrice dell’architettura scavata), diventa la componente principale che ne determina la forma.
Il protocollo-opera “Prototype improvisé de type « nuage »” di Yona Friedman, risulta essere esemplificativo di questa caratteristica dell’architettura scavata, in quanto progetto incentrato sulla realizzazione di un nuovo spazio simbolizzato e segnato dall’installazione, che determina un dialogo tra ciò che c’è attorno e il vuoto che si sviluppa tra le cose.
La componente comunitaria è l’elemento centrale del processo di costruzione, ed è l’unica regola istituita e imposta dal prototipo: dalla scelta dei materiali alla scelta della forma, la realizzazione dell’architettura mobile è tale solo se condivisa.
Infatti la costruzione dell’installazione, in un quadro progettuale cooperativistico e ausiliario e in un ambito locale caratterizzato dalla cultura sociale e artistica nell’impresa di matrice olivettiana, ha visto il coinvolgimento di alcuni addetti alla manifattura dell’azienda “Calia Italia”, che, con la supervisione dello studio d’architettura Obliqua, hanno realizzato l’opera con materiali di riciclo derivanti dalla lavorazione-costruzione di salotti.
La mostra sarà aperta fino al 19 gennaio 2020 dal mercoledì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 20.
Padiglioni Invisibili: common è un progetto di Matera Capitale Europea della Cultura 2019 co-prodotto da Fondazione SoutHeritage per l’arte contemporanea e Fondazione Matera-Basilicata 2019
Direzione artistica Angelo Bianco
Direzione scientifica Giusy Checola
Coordinamento Roberto Martino
Con il contributo di Francesca De Michele, Beatrice Lomurno
Prodotto in partnership con ENSA National Art School of Art di Bourges_F, BAICR cultura della relazione di Roma, Global Grand Central di Stockholm e Human Ecosystem Relations di Roma
La fotogallery della Installazione di Yona Friedman per il progetto “Padiglioni Invisibili” della Fondazione SoutHeritage (foto www.SassiLive.it)