Negli ipogei di Piazza San Francesco a Matera è stata mostrata al pubblico l’istallazione che racconta i tonnaroti di Pizzo ed i maestri vasai di Gerocarne, grazie anche alla presenza di un artigiano impegnato al tornio a pedale per dare forma alle terrecotte.
L’evento rientra nel progetto “Italia 2019, i Diari Meridiani” per celebrare le eccellenze della tradizione calabra
Seguendo la proposta del Mibact di allargare la sfera di influenza di Matera 2019 anche alle altre regioni del Sud coinvolgendole in maniera attiva, Matera Capitale Europea della Cultura 2019 ospita, nell’ambito del progetto Italia 2019, Diari Meridiani, l’iniziativa è stata ideata dall’associazione Nish per riscoprire attraverso l’uso di nuovi linguaggi, alcuni aspetti identitari del territorio calabrese, mettendoli a tema e ragionando su di essi per coglierne prospettive future. Per raccontare attraverso il linguaggio del cinema e dei saperi perché «il futuro ha un cuore antico».
«Lo spunto – dice Erica Tuselli referente per il progetto di Nish – è arrivato nel marzo 2017, leggendo il dossier di candidatura con il quale Matera 2019 era riuscita a costruire una splendida realtà progettuale che ha permesso alla città lucana di diventare la prima capitale europea della cultura del sud-Italia; ci siamo chiesti se quella idea di sud non abbracciasse anche noi. Ciò per cui il progetto di Matera 2019 è stato premiato trova la sua forza nelle idee progettuali presentate che sì, partivano da elementi identitari del luogo, ma che soprattutto parlavano di e al futuro, per Matera e per il sud».
Diari Meridiani dunque è una ricerca identitaria delle eccellenze della tradizione calabre che hanno rappresentato un’innovazione di successo al tempo del loro esordio e che sono ora il segno di una propensione al rinnovamento incorporata nella storia del territorio. «Abbiamo scelto due elementi – continua Tuselli – di raccordo con due giovani registi Giuseppe Pascale e Giorgio Sergi, ed un giovane designer Francesco Barberio, coordinati dal direttore dell’Extramuseum Torino Pino Zappalà, il primo è quello della filiera del tonno nel distretto di Pizzo e Vibo Marina, che affonda le sue radici nei secoli passati e che ha un lascito importante nell’industria conserviera con aziende che competono oggi a livello internazionale coniugando tradizione, attenzione all’ecosistema e innovazione.
Il secondo elemento è quello delle tradizionali terrecotte di Gerocarne che racconteremo con un documentario inedito girato nei mesi scorsi tra le parole dei maestri vasai, i loro gesti uguali da secoli e che si tramandano di padre in figlio, i rumori del tornio e la propensione al futuro rappresentata dai nuovi mercati esteri interessati a queste produzioni e da designer e artisti che con le terrecotte immaginano nuovi componenti d’arredo. Ma in terra Lucana non potevano non pensare ad un doveroso omaggio a Luigi Di Gianni, Presidente della Lucana Film Commission, recentemente scomparso». Una scomparsa che ci induce a riflettere su questa straordinaria figura di documentarista e sulla grande eredità che lascia nel settore degli studi cinematografici sul mezzogiorno. Memorabili le sue testimonianze documentarie sull’Italia Meridionale che, unitamente all’opera di Vittorio de Seta restituiscono pagine di storia sociale e culturale di straordinaria profondità. Una generazione di giovani autori è cresciuta ispirandosi all’opera di questi maestri del cinema che hanno condotto indagini cinematografiche su territori sconosciuti nell’Italia degli anni ’50 riscoprendo la cultura popolare, il sentimento religioso. Cinema, fotografia e arte contemporanea si fondono nell’idea di rendere protagonista il Mezzogiorno come soggetto attivo di un processo di sviluppo culturale e sociale ancora non esauritosi.
La fotogallery di Diari Meridiani (foto www.SassiLive.it)