Ad un mese dalla scomparsa del papà Vittorio, avvenuta il 13 aprile 2022, Mimmo Centonze condivide le sue sensazioni, il sostegno e i messaggi di conforto ricevuti dagli amici e dagli appassionati d’arte che lo seguono da tanti anni, ma soprattutto la sua sicura speranza di riabbracciarlo di persona durante la risurrezione promessa da Dio nella Bibbia.
“Non c’è disperazione in me, sono sereno – dichiara Mimmo – perché nella Bibbia Dio ha tenuto a scrivere a tutti noi la Sua decisa volontà di riportare in vita i nostri cari che sono morti. Dio paragona la morte ad un lungo sonno dal quale Lui ha il potere di risvegliare. Quindi considero la morte di mio padre come un riposino un po’ più lungo di quelli che era solito fare il pomeriggio, dopo pranzo, sul divano. Per me è come se lui stesse in un’altra stanza a riposare. Ci penserà Dio a risvegliarlo e a riportarlo di nuovo in vita, sulla terra come si legge in Giovanni 5:28,29: «Non vi meravigliate di questo, perché verrà il tempo in cui tutti quelli che sono nelle tombe commemorative udranno la sua voce e ne usciranno» e in Salmo 37:29: «I giusti erediteranno la terra e vi abiteranno per sempre».
Una speranza certa, che l’artista ha espresso con strabordante passione anche nel discorso che ha pronunciato durante il funerale del papà Vittorio, il giorno dopo della sua morte.
“Doveva essere solo un breve saluto per ringraziare i presenti al funerale, molti collegati anche su Zoom – continua Centonze – ma poi le parole e la considerazione per lui sono sgorgate come un fiume in piena, in un discorso di venti minuti, che non avevo assolutamente preparato. Sorprendente il numero di messaggi di conforto che mi sono arrivati in quei giorni: letteralmente più di 950 messaggi, a cui sto ancora rispondendo a tutti, uno ad uno”.
Come quello di Stefania, la figlia di un collega di Vittorio: “Il discorso di Mimmo mi ha coinvolto, emozionato, toccato nel profondo…credo che non potesse esserci modo migliore per celebralo…Mimmo lo avrei ascoltato per ore”, di Giuseppe: “Ascoltare il tuo potente «Inno al Creatore» mi ha fatto stare tanto bene”, di Teresa: “Bellissimo il discorso che hai pronunciato…hai espresso, con logica e semplicità inconfutabili, riflessioni che nessuno in questa circostanza avrebbe potuto dare ai presenti in questo modo meraviglioso come hai fatto tu…mi hai fatto commuovere”, oppure quello di Cinzia: “Caro Mimmo, sei stato più che meraviglioso. Non solo hai degnamente onorato tuo padre Vittorio, ma hai anche glorificato il nostro Padre e Creatore. Hai reso un contesto doloroso una fonte di speranza e ispirazione per chi ti ascoltava”.
Posso dire quindi chiaramente che la morte ha un senso – continua l’artista – io ne ho trovati almeno due nella morte di mio padre: uno più intimo e privato e l’altro quello più splendidamente magniloquente ed universale. Quello intimo mi ha permesso di sondare quanto è stato grande il bene che gli ho voluto in vita: gli ho fatto da infermiere, da autista, da sostenitore e soprattutto da amico durante la sua grave malattia. Quello universale, mi ha fatto invece riflettere su quanto è grande la sicurezza, sulla quale possiamo contare fermamente, che Dio esiste e riporterà in vita i nostri cari morti. Abbiamo da poco celebrato i 500 anni dalla nascita di Raffaello, che non abbiamo mai visto di persona e si ispirava alla natura creata da Dio per realizzare i suoi dipinti, ma spesso ci si dimentica di celebrare Dio e il Suo meraviglioso Creato.
E poi – ha affermato Mimmo – così come non può essere che una madre sana di mente riesca nemmeno solo a concepire di poter assegnare una data di scadenza ai propri figli, decidendo di farli vivere per soli 80/90 anni per poi farli morire, manco fossero delle scatolette di tonno, allo stesso modo è ancora più impossibile che Dio, il quale ha forgiato l’amore materno, ci abbia creati con la prospettiva di vivere soltanto per arrivare infine alla morte, tra l’altro pure in un mondo pieno di sofferenza e malattie…Ma allora perché soffriamo e moriamo? Dio ci ha lasciato una lettera, la Bibbia, che risponde a queste e ad altre domande cruciali. Approfondiamone i motivi, le spiegazioni ci sono. Non rimaniamo nel dubbio”.
Prossimamente al Museo MUDIC sarà presentata al pubblico “Vittorio, 100 ritratti”, una grande mostra a lui dedicata in cui saranno esposti i sette ritratti che Mimmo Centonze ha realizzato di suo padre Vittorio, insieme ad altri cento ritratti realizzati dai suoi allievi che hanno copiato e reinterpretato i ritratti del papà del loro maestro, segno dell’ispirazione che la sua persona ha dato anche nell’arte contemporanea.