Sabato 17 maggio 2014, per la “Notte europea dei musei”, apertura straordinaria, dalle 20 alle 24, in Castronuovo Sant’Andrea, del MIG. Museo Internazionale.
Il grande evento europeo, nato nel 2005, promosso dal Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e patrocinato dall’Unesco, coinvolgerà quest’anno in contemporanea oltre 3000 musei in 40 paesi firmatari della convenzione culturale del Consiglio d’Europa e sarà un’opportunità unica per stare fuori durante la notte e visitare musei statali, civici e privati, gallerie, mostre, biblioteche e zone archeologiche delle tantissime città che partecipano all’iniziativa.
Il MIG-Biblioteca, oltre alla mostra dedicata a Ossip Zadkine e ad Achille Perilli, in collaborazione con la Parrocchia S. Maria della Neve, proporrà al pubblico una serata interamente dedicata a S. Andrea Avellino, l’emblematico santo, battagliero e trascinatore, nato a Castronuovo nel 1521 e vissuto progredendo, con la tenacia della gente della sua terra, per sentieri aspri che esigono tormento e dolore ma che rappresentano l’ascesa verso la perfezione.
Attraverso una suggestiva proiezione delle principali immagini dei dipinti, delle sculture, degli affreschi, delle opere grafiche dedicate a S. Andrea nel corso dei secoli (queste ultime, tutte originali, esposte nella Chiesa Madre), accompagnate dalla lettura di brani estratti dai suoi principali scritti, pubblicati dalle Edizioni della Cometa e commentati da Paolo Appella, senza dimenticare la musica dell’epoca, si ripercorrerà la vita, mistica, intensa, del “Pellegrino di Cristo”.
“Nessun uomo è un’isola”, ha scritto Thomas Merton, il che sta a significare che ogni uomo non è solo ma parte, invece, di tutta l’umanità e che tanto più noi riusciremo ad essere, quanto più avremo saputo dare con amore, con disinteresse, con umiltà, senza ipocrisie, senza riserve mentali. Una umanità che preme con i suoi bisogni alla ricerca e alla conquista di un mondo migliore, una società universale, cementata dall’amore fraterno, in grado di correggere perduranti storture come secolari ingiustizie e trovare la pace, quella vera, oggi più che mai svuotata del suo più profondo e genuino significato. La pace evangelica proclamata dai santi, tra questi S. Andrea Avellino, onore e vanto della terra di Basilicata e della città di Napoli, che vide il glorioso itinerario dell’uomo e dell’apostolo.
Inoltre, in occasione della festa padronale del 18 maggio 2014, seguirà anche un altro importante evento: l’esposizione della LANTERNA DI S. ANDREA AVELLINO, una preziosa reliquia, di quasi 55° anni fa, che i Padri Teatini hanno donato alla comunità di Castronuovo e che andrà a far parte del costituendo “Museo della vita e delle opere di S. Andrea Avellino” la cui apertura è prevista per il prossimo agosto. Si narra, infatti, che un giorno p. G. Marinoni, superiore e confratello di Andrea Avellino, rivolgendosi al suo discepolo diceva: “Voi dormite poco! A notte inoltrata vedo trasparenze di luce filtrare dalle fessure della vostra porta”, e p. Andrea in risposta: “Se voi dormiste come vedreste luce nella mia stanza?! Anche voi vegliate Padre!”.
BIOGRAFIA DEL SANTO
S. Andrea Avellino nacque a Castronuovo nel 1521 da Giovanni Avellino e da Margherita Appella e venne battezzato con il nome di Lancellotto. Ordinato sacerdote nel 1545, nell’ottobre del 1547 si trasferì a Napoli per frequentare la facoltà di diritto e l’anno seguente fece la conoscenza del gesuita spagnolo padre Diego Lainez. La frequentazione degli esercizi spirituali tenuti da questo sacerdote provocarono un profondo cambiamento nel modo di pensare di Lancellotto che lo indicherà come il momento della sua vera conversione. D’ora in poi Lancellotto decide di continuare gli studi giuridici, ma di rinunciare alla laurea; dominare e contrastare i moti istintivi della propria volontà; progredire ogni giorno di più nella via della perfezione; dedicarsi totalmente a Dio abbracciando lo stato religioso della famiglia teatina. Gaetano da Thiene aveva fondato nel 1533 una comunità di questo ordine riformatore a Napoli, presso la grande Basilica di San Paolo Maggiore. Terminati gli studi, come deciso, rinunciò al conseguimento della laurea abbandonando disegni e aspirazioni di grandezza. In attesa di essere accolto tra i teatini, operò presso la Curia Arcivescovile di Napoli come avvocato. Durante questo periodo ebbe modo di difendere un sacerdote in tribunale: la causa fu vinta ma solo con l’uso della menzogna. Questo fatto marcò profondamente Lancellotto che decise di lasciare tutto ciò che poteva ostacolare il suo servizio a Dio. Tornò al paese ed elargì, a favore del fratello, la parte di eredità che gli spettava. Di lì a poco venne richiamato a Napoli dal Vicario Generale Scipione Rebiba.
Nel 1551 venne incaricato di riformare i costumi del monastero di Sant’Arcangelo a Baiano. In quel tempo vi era l’usanza nelle famiglie nobili di mettere in convento le figlie che non avevano trovato un matrimonio conveniente. Questa usanza creava nei monasteri una situazione di degrado e di poca coerenza con lavera vita monastica. Don Lancellotto si dedicò con tutte le sue forze alla riforma di questa comunità con l’introduzione di una più disciplinata e attenta conduzione della vita della monache. Questo gli causò risentimenti e critiche che sfociarono in un tentativo di omicidio.
Il 14 agosto 1556 entrò come postulante presso i teatini di San Paolo a Napoli. Il 30 novembre dello stesso anno vestì l’abito di novizio, prendendo il nuovo nome di Andrea e il 25 gennaio 1558 prese i voti. L’anno seguente venne ricevuto a Roma da Papa Paolo IV cofondatore assieme a san Gaetano da Thiene dell’Ordine dei Chierici Regolari Teatini. Nel 1560 venne nominato maestro dei novizi, carica che ricoprì per 10 anni. Fu molto apprezzato come confessore. Nel 1567 padre don Andrea Avellino venne nominato preposito di San Paolo Maggiore a Napoli, ruolo che ricoprì a più riprese nei successivi dieci anni. Fu visitatore della Provincia lombarda dei teatini tra il 1573 e il 1577 e della Provincia campana dal 1590 al 1591. Svolse la sua attività di superiore servendosi del monito di San Bernardo ai prepositi: vedano tutto, dissimulino molto, correggano poco.
Nel maggio del 1585 il Santo si operò come mediatore e mise a disposizione dei bisognosi le risorse del suo ordine, dopo i tumulti scoppiati a Napoli a seguito dell’uccisione dell’eletto del popolo Giovan Vincenzo Starace da parte della folla inferocita. Starace era ritenuto il responsabile della carestia che la città stava subendo. Molto benefica e proficua fu la sua attività come superiore dell’ordine che visse in quel periodo un intenso sviluppo nelle province di Napoli, Milano e Roma. Intensa fu la sua attività epistolare che conta oltre mille lettere. Scrisse numerosi trattati, opuscoli di ascetica e di esegesi biblica e l’epistolario, pubblicato nel 1731 in due volumi. Da questi scritti si constata che le sue principali fonti di ispirazione erano Sant’Agostino, San Giovanni Crisostomo, San Bernardo e San Tommaso. Tra i suoi discepoli, il più famoso è padre Lorenzo Scupoli, teatino autore del Combattimento spirituale. Morì il 10 novembre 1608 a Napoli.