“Da piccolo volevo fare il carabiniere, ma il disegno è sempre stato al primo posto. Libri e quaderni erano pieni di opere se così si possono definire “alla prima maniera”. Così Francesco Quinto, 26 anni, di Montalbano Jonico, ha risposto. Sì, perché a 26 anni capita che non ti chiedono più cosa vuoi fare da grande, ma ti chiedono a cosa aspiravi da bambino.
Cresciuto da parenti appassionati del mondo della musica, Francesco è l’unico in famiglia a vivere in quello della pittura. “Dipingo da quando avevo 12 anni”.
Per Picasso era la malinconia. Per alcuni è energia, quel colore della fiamma. Gli artisti lo amano da sempre. Nella vita di Francesco, il suo sguardo si pone sul colore universale, che è dell’estate e dell’autunno, di ogni volere umano. È intrinseco della vita dal quale non ci può separare. “Amo il blu perché sa di mare, cielo. Ispira libertà”. Il blu come quel qualcosa di inafferrabile. È l’infinito nel quale l’occhio si perde in quello spazio libero, senza confini. “La tematica che è quasi fissa nelle mie opere è quella paesaggistica. Ho dipinto vicoli, volti, ma i panorami sono il mio punto forte”.
Da dove nasce la tua passione per l’arte? Nasce sicuramente insieme a me, da sempre la porto dentro questa passione.
Arte, dunque, come innato talento, che lui riassume in tre parole: “Vita, libertà, magia”.
Si dice innamorato della tecnica impressionista, facendo di Claude Monet, (il più impressionista di tutti), il suo punto di riferimento. Un sì a quella scelta di rappresentare solo e soltanto la realtà sensibile. Un no alla costruzione ideale della realtà. Non è uno scrivere ciò che si sente della poesia, ma un dipingere ciò che si vede. Non si parla di sguardi, ma di occhi.
Cos’è per te l’arte? “Per me l’arte è un dono divino è un regalo che qualcuno da lassù concede. Sicuramente c’è l’espressione di qualcosa di nostalgico o di interiore che solo con i colori riesco a esprimere al di là del risultato finale”.
Un po’ come il poeta che scrive per colmare i vuoti al di là della comprensione.
L’arte come vocazione, come blu è anche il colore del mantello della Vergine.
Fa suo il senso realistico dell’arte anche nella propria prospettiva di vita, in un’Italia in cui non si vive, né si sopravvive con l’arte. All’arte se fosse un hobby o un lavoro, Francesco, risponde “Vorrei vivere da artista, ma qui in Italia è un po’ difficile. Sto cercando di esporre e promuovere la mia arte fuori dai confini italiani”.
Cristina Longo