Non sono trascorse nemmeno due settimane dall’inaugurazione dello scorso 12 luglio. Eppure la mostra “A tavola con Camillo. Miseria e abbondanza, cuccagna e penitenza nella collezione d’Errico” sta già facendo registrare un ampio successo di critica e di pubblico.Promossa e sostenuta dall’Ente Morale Camillo d’Errico in collaborazione con il Polo Museale della Basilicata e la Biblioteca Tommaso Stigliani di Matera, e curata da Mauro Vincenzo Fontana con Elisa Messina, l’iniziativa propone un itinerario tra quasi una trentina di dipinti sei e settecenteschi della grande tradizione partenopea. Pensato per sintonizzarsi con il progetto del Ministero per i Beni e le Attività Culturali “2018. Anno del cibo”, e premiato con l’inserimento tra le attività dell’“Anno europeo del patrimonio culturale 2018”,il progetto ha voluto focalizzare l’attenzione sulle tante declinazioni figurative e simboliche che, nei secoli passati, hanno connotato la rappresentazione del cibo. Un viaggio che attraversa per intero due secoli e che, sollecitando nel visitatore una riflessione ad ampio raggio sulle tante sfumature con cui artisti e committenti hanno guardato al cibo, propone una lunga serie di confronti antitetici, dove il rapporto tra uomo e alimentazione emerge tanto nelle sue sfumature mistiche ed ascetiche, tanto in quelle più mondane, prosaiche e persino irriverenti. È il caso, quest’ultimo, della divertente scena con il Clistere, licenziata nella seconda metà del XVIII secolo da un artista napoletano ancora in cerca di una precisa identità.
Ed è proprio nella prospettiva di aggiungere nuovi tasselli al quadro delle conoscenze attuali sulla collezione d’Errico che, a partire dall’autunno, l’Ente Morale Camillo d’Errico proporrà una serie di nuove iniziative collaterali alla mostra. Tra esse, oltre a una rassegna di conferenze di approfondimento sulle opere esposte – tra cui occorre ricordare almeno i capolavori della Natura morta con colombe del Maestro di Palazzo San Gervasio, il Ragazzo con fiasco di vino di Gaspare Traversi e i gustosi pendants riferiti qualche anno fa a Pietro Bardellino –, ci sarà un progetto centrato sul rapporto tra il cibo e la musica in epoca barocca.
Ma non si tratta del solo campo di azione su cui, in questi mesi, si sta muovendo l’Ente Morale palazzese per promuovere su una scala internazionale il patrimonio lucano e, più in generale, l’immagine stessa della regione . Conclusa da poco più di una decina di giorni l’importante mostra “The light of truth and beauty” dedicata alla Contadina di Giuseppe Bonito e organizzata a Toronto in collaborazione con il Consolato generale d’Italia presso l’Istituto italiano di cultura, è stata già avviata una nuova collaborazione alla portata europea. Per il prossimo mese di novembre, infatti, l’Ente Morale si farà prestatore di un altro dei suoi capolavori più conclamati, il Suonatore di mandola di Gaspare Traversi, per una magnifica esposizione organizzata all’Hermitage diSan Pietroburgo e dedicata al rapporto tra i musicisti meridionali Giovanni Paisiello e Domenico Cimarosa e la scena russa di Caterina II (Prodigioso movimento. Paisiello e Cimarosa alla corte di Caterina II).
Sempre per l’autunno, infine, verranno presentati al pubblico i risultati delle ricerche nate intorno alla mostra dello scorso gennaio-febbraiointitolata “Maestri d’Olanda e di Fiandra nei mari del sud.La pittura olandese e fiamminga nelle collezioni di Giuseppe Bellanti, Giovanni Messina e Camillo d’Errico”, primo evento condotto per Valletta 2018 capitale europea della cultura organizzato al di fuori dell’isola di Malta in collaborazione con l’Ambasciata di Malta in Italia e il Musa, il Museo Nazionale di Malta.
Quello che sta ormai prendendo forma definitiva, è un catalogo di grande spessore qualitativo, destinato ad aprire nuovi fronti di conoscenza sul fenomeno del collezionismo ottocentesco meridionale.
Lug 25