Roma, Gianicolo. La immaginiamo nel suo cappotto bianco e colbacco bianco e infatti ci dice che si è abbigliata così la dottoressa Pagano, la nostra concittadina poetessa, è lei ad aver vinto il prestigiosissimo “Premio Righetto 2017”, in questo anno del Trentennale dell’istituzione dello stesso Premio e nel 168esimo Anniversario della Repubblica Romana. Un commento al telefono prima di ricevere il Premio?:
E’ un rigido giovedì col sole questo 9 Febbraio che mi vede sul sacro colle del Gianicolo. Sono molto emozionata, il Gianicolo pullula di scolaresche e tanta gente, la più varia. Leggono i nomi sui busti degli eroi del Risorgimento, si fermano dinanzi al maestoso monumento di Garibaldi poi tutti s’incantano alla vista, che qui è dominante, alla vista che si perde sull’infinito orizzonte della capitale italiana. Una Roma brillante nel giovane sole scomparso per molto dietro le nubi e i cieli gelidi della passata ondata invernale. Anche questo, tutto questo, mi emoziona. Non so dirLe cosa io provi esattamente, una ridda di sentimenti, un meraviglioso caos in testa. Quello Stato repubblicano che sorgeva in Italia durante il febbricitante Risorgimento, il mio tenero andare indietro nel tempo allorchè s’imparano i nomi: Armellini, Mazzini, Saffi, il Triunvirato che governò la seconda Repubblica Romana, la prima era stata quella dell’epoca napoleonica. Questa era la piccola grande Repubblica in cui si confrontavano grandi Uomini accorsi da tutta la Penisola… Goffredo Mameli…Giuseppe Garibaldi.
Chi era Righetto?
Righetto è il riferimento ideale dell’Associazione-Gruppo di Studio che 30 anni nacque dandosi il nome de: ”Gli amici di Righetto”. Era un bambino-giovinetto popolano che si guadagnava da vivere lavorando come garzone per i bottegai. Era orfano di entrambi i genitori. Grande cuore, grandi ideali, coraggio da vendere, diventerà per questo l’Audace, nell’amato quartiere di Trastevere. Rumoreggiava il 1848 e nel 1849 la morte ancora correva per strada insieme alla distruzione causata dalle azioni guerresche del Generale Nicolas Charles Oudinot che bombardava Roma perchè il popolo si sollevasse contro la Repubblica. E Righetto correva per strada con la morte; non appena le bombe cadevano per terra lui si precipitava sulle micce accese e le “gricilava”, gricilare sta per spegnere le micce prendendole tra le due dita; e lo fece e rifece molte volte prima che una lo dilaniasse in quell’infausto 29 giugno. Il 9 febbraio 2005, grazie all’infaticabile perseverante Roberto Bruni e tutti dell’Associazione/Gruppo di Studio e Ricerche di Partecipazione Popolare Romana all’Epopea Risorgimentale: “Gli amici di Righetto”, l’eroe ragazzino ebbe il suo monumento. L’hanno voluto scolpito in bronzo dallo scultore Pasquale Nava. L’hanno voluto là, tra Garibaldi, Anita, Ciceruacchio e tutti gli eroi della Repubblica Romana. Lo hanno voluto scolpito assieme a Sgrullarella, la sua cagnolina, la trombetta e il berretto frigio. Bruni, inesausto storico, attento e illuminato, da molti decenni conduce la personale e associativa opera di tutela e valorizzazione dei sentimenti di Patria, delle virtù civili e sociali; per molti anni ha perseguito il sogno del monumento testardamente, e vi è riuscito.
Da oggi il suo nome entra nell’Albo d’oro dei premiati che hanno onorato il Risorgimento e i valori risorgimentali? Perché?
Nessun eroismo! La cerimonia è cominciata con la proiezione dei luoghi del ’48 e ’49, quel momento storico romano straordinario, li ha commentati il Socio benemerito del Gruppo di Studio, Donato Robilotta. Sul grande plastico che riproduce i luoghi della battaglia troneggiava il Premio e un bouquet verde, bianco e rosso. Roberto Bruni ha rammentato come Roma avesse cambiato volto, da essere uno tra gli Stati più arretrati d’Europa si fece sperimentatore, avanguardia di nuove idee democratiche; e lo ha detto con voce autorevole, tonante, fiera nel rammentare il suffragio maschile e il suffragio femminile, nel precisare che quest’ultimo era nient’affatto vietato dalla Costituzione, le donne ne restarono escluse per consuetudine, nel rammentare l’abolizione della pena di morte, la libertà di culto…tutte realtà di cui l’Europa potrà fregiarsi solo un centinaio d’anni dopo. I moti del 1848, la straordinaria Costituzione della Repubblica Romana sancivano l’eguaglianza, la libertà, la fraternità, disconoscevano i titoli di nobiltà e i privilegi di nascita e casta; la Costituzione della Repubblica Romana guardava a tutti i popoli come fratelli, sanciva il rispetto di ogni nazionalità e propugnava la nazionalità italiana, la laicità dello Stato, le guarentigie per l’esercizio indipendente del potere spirituale al Papa. Fu la Costituzione più democratica di tutta l’Europa di quei tempi, superò finanche la mai applicata Costituzione francese del 1793; sanciva la libertà di opinione, l’abolizione della censura, l’istituzione del matrimonio civile, l’abolizione della confisca dei beni, l’abrogazione della norma pontificia che escludeva le donne e i loro discendenti dalla successione familiare, la riforma agraria e il diritto alla casa, la divisione dei poteri, l’abolizione delle leva obbligatoria. Sarebbe occorso un secolo prima che quelle riforme, cancellate dalla reazione pontificia, diventassero realtà condivise in tutta Europa. La nostra attuale Costituzione si richiama a quella e la maggior parte delle Costituzioni moderne degli Stati occidentali usa questo Statuto come base di partenza. Quindi ha dato lettura della motivazione del Premio: per “aver ideato e curato il libro 150 Pensieri per l’Italia unita, due anni di lavoro; 150 italiani uniti da Nord a Sud in un patriottico abbraccio fecondo di storia, fantasia, creatività e riflessioni; libro che è risultato il più interessante progetto d’Italia, a detta del Comitato Interministeriale costituito ad hoc per le celebrazioni del 150ennio; unico, fra l’altro, di narrazione. Ne hanno scritto tanti italiani di tutte le regioni isole comprese, trasversale per età e professioni, unico ad onorare tutti i valori risorgimentali; il menabò dello stesso la poetessa lo ha consegnato al Presidente della Repubblica – avvolto nella bandiera – così come sua madre predispose il corredo nuziale per lei e per il fratello avvolgendoli nella Bandiera italiana e ponendovi sopra l’Evangelo…in tal modo riconoscendoli eguali dinanzi a Dio e alla Nazione”.
Lei è stata sempre attenta alla questione femminile, in questo caso?
La sala del Museo era colma, il Premio incuriosisce tutti. La statuetta in bronzo riproduce Righetto con il suo cane Sgrullarella. L’interno della scatola -che si apre a scrigno- ha i colori della bandiera italiana mentre tutti i lati esterni sono rivestiti con: il Manoscritto della Costituzione della Repubblica Romana promulgata il 3 luglio dalla loggia del Campidoglio, i Dispacci telegrafici, le dichiarazioni e gli inviti dei Triumviri: Armellini, Mazzini e Saffi che, in nome di Dio e del Popolo…scrivevano, in sintesi: ”cessino tutti i lavori privati …oggi non esiste più che la cosa pubblica, La salute di Roma…la forma del governo dello Stato Romano sarà la democrazia pura…” mentre Marietta Pisacane, Cristina Trivulzio di Belgioioso e Giulia Bovio Paulucci, a loro volta, scrivevano:”…nel momento che un Cittadino offre la vita in servizio della Patria minacciata, le Donne debbono anche esse prestarsi nella misura delle loro forze e dei loro mezzi…infondere coraggio nel cuore dei Figli…dei Mariti e dei Fratelli…le Donne accorreranno, non v’ha dubbio, con sollecitudine a questo appello fatto in nome della patria carità. ..” Vi si legge molto altro ed è straordinario quanto e come così tanti spiriti illuminati abbiano fatto in quella parte dell’800. Come e quanto abbiano fatto anche le Donne. A tale proposito è stato proprio il Maestro Roberto Bruni, già componente della Commissione Toponomastica del Campidoglio ad aver perorato la causa, vinta meravigliosamente, di far intitolare strade alle grandi Donne della Storia. Al riguardo del “Femminile” mi piace moltissimo riportarle le magnifiche riflessioni della Direttrice del Museo della Repubblica Romana…la Dott.ssa Mara Minasi allorchè ha detto che la giornata è un’ autentica festa, il momento in cui ricordiamo che è stato realizzato un sogno. Anzi, ha sottolineato, proprio la chiave di lettura del SOGNO sembra essere la più giusta. Il sogno consente di immaginare una realtà diversa da quella che si vive. Nel ’48 questo accadde a livello collettivo. Tutta la collettività intravide una realtà che andava ben al di là da venire. Quel sogno si è incarnato in maniera straordinaria proprio in Righetto che aveva solo 12 anni, l’età in cui si comincia a pensare cosa si farà da grandi, cosa si diventerà. Le grandi passioni nascono proprio tra i 12 e i 13 anni, quando ci si comincia a staccare dal nido. Lui, peraltro, era cresciuto precocemente anche per essere orfano di entrambi i genitori; era così adulto nei pensieri da aver compreso che Roma stava vivendo un momento storico esaltante e volle esserci dentro tutto quel movimento, volle essere anche lui un rivoluzionario. Il suo fu anche un rito di passaggio. In tutte le culture si riscontrano riti, prove di coraggio, superamento di difficoltà utili anche a dimostrare a se stessi, prima che agli altri, di evolvere. Quel sogno ha attraversato il tempo ed è arrivato a noi, ci sta passando il testimone, noi che non viviamo affatto tempi semplici. Quel sogno e questa memoria alimentano la speranza nell’avvento di tempi migliori. Il loro esempio, la forza dei Grandi del ’49 non ci deve lasciare. Tutte le iniziative che facciamo con i nostri Amici dell’Associazione Amici di Righetto e con tanti appassionati servono a vivificare il ricordo. Roberto Bruni ha realizzato la cosa più bella per ricordare il 9 Febbraio; Roberto Bruni, una vita spesa immaginando, sognando e realizzando, con la scrittura dei sogni, il sogno di contribuire alla ricchezza del Parco del Gianicolo con la realizzazione del Monumento a Righetto, ce l’ha fatta. Ha realizzato il sogno che ogni anno si rinnova attraverso il Premio Righetto e il rispetto verso le Bellezze e la densità della Storia che viviamo. Non bisogna mai diventare ciechi, questo ricordo deve far parte del nostro quotidiano. E noi che viviamo a Roma e abbiamo questa fortuna non dobbiamo mai mai mai dimenticarlo. Grazie a Roberto Bruni”. Mi chiederà come io abbia fatto a riferirle questo….vede io ho con me sempre un taccuino….ho appuntato ogni cosa, pur con la mano tremante per l’intensissima emozione. Sulle pagine del taccuino è registrata anche quella emozione.
Sa chi prima di lei è stato insignito di un così prestigioso Premio?
Ecco, sono scritti qui, su questa brochure: Carlo Azeglio Ciampi, Anita Garibaldi, Alessandro Blasetti, Luigi Magni, Lucio Villari, l’Associazione Nazionale de Bersaglieri, l’Accademia di Belle Arti di Roma, mario Scaccia, l’Ambasciatore della Repubblica di Polonia in Roma, Gianni Borgna, la Fanfara dei Bersaglieri, Ascanio Celestini…solo per citarne alcuni oltre a migliaia di studenti, scuole e docenti.
Come si è conclusa la cerimonia?
Ci si è avviati tutti incontro a Righetto. Una processione gioiosa e commossa. La Signora Marcella Alfonsi, da decenni Vice Presidente del Gruppo di Studio, recava il bouquet Verde, Bianco e Rosso che ha posto sul monumento dell’Eroe ragazzino. Un tripudio di battimani, tante figure vestite da garibaldini, da cacciatori delle Alpi, tanti studenti e visitatori che nel giorno del 9 Febbraio percorrono i viali del Gianicolo, in tanti si sono fermati ed hanno applaudito Righetto. Il sole si è fatto più fulgido, Sgrullarella pareva muoversi…l’emozione giuoca strani scherzi…sa!?…pure il cappello frigio pareva alitare al venticello romano accorso anch’esso a salutare Righetto, a carezzare quelle guance coraggiose, quel volto così giovane eppure così autorevole, identità forte, modello di virtù oggi dimenticate, modello di idealità solenne, d’impavida audacia e fiera consapevolezza. Sono emozionata ed onorata. Quando ho deciso di invertire il mio vivere stabilmente a Matera e venire a Roma mensilmente o quindicinalmente, i miei due figli studiavano qui, con il vivere stabilmente a Roma e tornare nella mia Matera quindicinalmente e anche più volte al mese, non avrei mai potuto immaginare di potermi incuneare finanche nella Storia della Capitale, oltre che nell’attività e nella realtà culturale romana. L’Italia è una nazione assolutamente straordinaria, se solo gli italiani riguadagnassero tutta la fierezza e l’audacia coraggiosa, proba, soprattutto, e solenne, se solo pensassero un po’ a quanto ha fatto Righetto e quell’esercito di ragazzini che “gricilavano” le bombe nemiche, se reimparassimo a “gricilare”- spegnere le micce delle discordie, dei percorsi contorti e ci ricomponessimo per edificare la nostra storia, se mettessimo al rogo le sciocche strategie che nascondiamo infantilmente dietro il termine “burocrazia” … ebbene credo che sorgerebbero molti Gianicolo e molti altri monumenti erigeremmo a dire del nostro eroismo quotidiano e dell’eroismo speciale che non depaupera bensì reca vantaggi alla nazione, pone l’Uomo al centro sicchè ogni provvedimento si fa per conseguenza virtuoso.
Feb 28