Sarà presente anche un’opera dell’artista materano Franco Di Pede, dal titolo “La porta” alla mostra “Porta nuova” di Torino, a cura di Ermanno Tedeschi.
«Varcare una soglia come simbolo di un viaggio nuovo. Dove la porta rappresenta la separazione o la comunicazione tra i due ambiti e non delimita solamente lo spazio fisico interno ed esterno ma anche il passaggio tra due livelli: il noto e l’ignoto, il sacro e il profano, la vita e la morte».
Così Ermanno Tedeschi, curatore attivo in ambito internazionale, annuncia la mostra “La porta nuova”, che verrà inaugurata il 16 ottobre alle 18,30 al Teatro Paesana in via Bligny 2 a Torino (ingresso libero; aperto fino al 16 novembre dal martedì al sabato ore 11-19,30, oppure su appuntamento tel. 347-0016755, email eventi@palazzopaesana.it).
La rassegna, nel quadro di Contemporary Art Torino+Piemonte 2019, inaugura il programma “Giubileo per l’arte”, con cui l’impresa funebre tra i leader in Italia conferma il suo ruolo di primo piano sulla scena culturale torinese.
Al Teatro Paesana saranno presenti con un’opera a testa artisti ben noti sulla scena internazionale: tra essi Sam Havadtoy, Tobia Ravà, Riccardo Cordero, Carla Chiusano, Francesca Duscià, Franco Di Pede, Ugo Nespolo, Camilla Ancilotto, Paola Di Salvo, Samuele Mollo, Giovanni Albanese, Edoardo Schapira, Enzo Isaia, Barbara Nejrotti, Paolo Amico, Giuseppe Labianca, Jessica Carroll, Gianni Turin, Delta N. A., Giorgio Di Palma, Howard Fox, Avivit Segal, Lello Esposito, Roberto Tomasi, Gabriele Turola, Giorgio Avidgor, Adi Kichelmacher, Federico Caputo, Carlo Galfione, Edgardo Giorgi.
Il Teatro Paesana
Il Teatro Paesana nasce a metà del ‘700 negli spazi originariamente concepiti come secondo androne di Palazzo Saluzzo Paesana, in asse con l’ingresso principale del sontuoso edificio posto su via della Consolata. L’atrio, adattato a teatro e utilizzato per spettacoli popolari e commedie, appare in una pianta della città del 1790 con il nome di Teatro Guglielmone, dal nome di chi ne era proprietario. Presente ancora nella mappa catastale del 1822, il teatro verrà poi chiuso e trasferito in via Principe Amedeo nella sede del Teatro D’Angennes, oggi conosciuto come Teatro Gianduja.
Lo spazio è ora oggetto di un importante intervento di recupero, volto a restituirne l’originaria vocazione e funzione di pubblico spettacolo, oltre a ricollegarlo al Piano Nobile del Palazzo attraverso l’imponente Cortile d’Onore.
(altre informazioni sul sito www.palazzosaluzzopaesana.it.