Sabato 1 dicembre 2018 a Rieti alle ore 18,30 presso gli Archi del Palazzo Papale sarà inaugurata la mostra “La Valle del Primo Presepe” e il protagonista è l’artista grassanese Franco Artese con un presepe di 50 metri quadri che riprduce ricostruito il primo presepe che realizzò San Francesco a Greccio nel 1223. Lunedì 3 dicembre 2018 tra le 14 e le 15 durante il programma di Paola Salluzzi in onda su “Tv 2000” al canale 28 del digitale terrestre sarà presentato il presepe di Franco Artese in mostra a Rieti.
L’edizione 2018 della Valle del Primo Presepe intende riscoprire il senso originario delle gesta di san Francesco a Greccio nella notte di Natale del 1223 e poi in tutta la Valle Santa reatina. Al tavolo dei relatori, insieme al vescovo Domenico, il sindaco di Greccio, Antonio Rosati e l’assessore alla Cultura del Comune di Rieti, Gianfranco Formichetti. Entrambi hanno sottolineato il potenziale che scaturisce dall’interazione tra la città di Rieti e il borgo di Greccio.
«Mi auguro – ha detto il sindaco – che la manifestazione possa portare a dense soddisfazioni e a una programmazione che metta al centro i giovani, per dare continuità alle diverse esperienze in corso». Un auspicio che accompagna verso gli ottocento anni dall’invenzione del presepe e vede non solo oramai consolidata, ma ampliata per quantità e qualità, la formula del Mercatino di Natale in piazza. Con in più la novità del Parco dei Madonnari, realizzato durante la scorsa edizione della Valle del Primo Presepe nell’area attigua al Museo del Presepe: «trenta piazzole che andremo a riempire cercando un nuovo modo di vivere l’arte di strada». Il tutto, senza dimenticare il raccordo con il cuore di tutto il progetto: il santuario del primo presepe. «Anche grazie alla realizzazione delle teche artistiche del Cantico delle creature – ha spiegato Rosati – i visitatori sono invitati a fare qualche passo in più per godere appieno di quello che Greccio e la valle reatina hanno da offrire».
E dell’importanza del santuario di Greccio ha parlato anche Gianfranco Formichetti, sottolineando l’unicità di questa eredita storica e indicando nel progetto della Valle del Primo Presepe una strategia per «valorizzare nel migliore dei modi le occasioni che la storia ci ha presentato: una splendida tradizione, un unicum che neppure Assisi può vantare».
Da parte sua, mons Pompili ha salutato con soddisfazione lo spirito di collaborazione tra Rieti e Greccio, annunciando di voler estendere il sostegno del progetto a tutte le iniziative che sul territorio diocesano hanno a che fare con il Natale: da Rivodutri e Poggio Bustone a Borbona e Amatrice, affinché possano far parte di una sola lettura. «Credo sia questa la strada per far superare al nostro territorio ataviche contrapposizioni campanilistiche, per ritrovare ciò che tiene tutto unito. Questa del presepe – ha aggiunto il vescovo – è una occasione per ritrovare il senso storico, culturale e spirituale del nostro contesto: un tentativo attorno al quale mi pare esserci un consenso abbastanza unanime».
«Francesco e la vera storia del presepe: mi pare sia questo il filo rosso della nostra proposta, il filone che dobbiamo privilegiare». Un modo per vivere nella Valle Santa reatina, un qualcosa di originale e propositivo, lontano dal retrogusto commerciale che sembra ormai muovere tutto quello che si muove attorno al Natale.
Biografia di Francesco Artese
Il materano Francesco Artese, esponente della scuola presepistica meridionale, è considerato tra i maggiori e più importanti maestri italiani di quest’arte. Ha realizzato presepi in tutto il mondo, da New York a Betlemme, dal Brasile alla Finlandia, e nel 2012 ha conquistato Papa Benedetto XVI con il maestoso presepe di piazza San Pietro.
Muove i primi passi nel 1976 nella sua Grassano, nel convento Madonna del Carmine. Nel 1980 la sua arte arriva a Roma, nella basilica di San Crisogono e l’anno seguente, in via Veneto, dove realizza un presepe di 120 m2 ispirato ai Sassi di Matera. A seguito del successo di questa esposizione viene chiamato dal Consolato italiano a New York a realizzare un’imponente opera di circa 140mq nella chiesa Our Lady of Pompei al Green Which Village di New York. Negli stessi mesi Artese è a Washington.
Tornato in Italia, lavora in diverse località: a Policoro in Basilicata, a San Martino in Valle Caudina e nel 1991 a Benevento. Nello stesso anno si avvera il suo sogno: realizzare il presepe nella terra di San Francesco nella Basilica Superiore di Assisi. Nel 1993 espone a Cosenza e l’anno successivo a Perugia e Spoleto. Nel 1997 torna in Basilicata, allestendo una Natività a Tricarico. Nello stesso anno presenta un suo lavoro nell’Arena di Verona. Nel 1999 l’Unesco chiede ad Artese di allestire un presepe di 90 m2 a Betlemme che riscuote uno straordinario riscontro sulla stampa nazionale ed estera e da parte della critica. Nel 2000 Artese è a Parigi, nel 2001 a Cori (LT), quindi a Lublino (Polonia), nel 2002 a Lubiana (Slovenia). Nel 2003 lavora a Milano, a Palazzo della Ragione, quindi a Spoleto. Nel 2008 il ritorno ad Assisi, presso le basiliche di San Francesco e Santa Maria degli Angeli e successivamente a Roma presso la sede Rai di piazzale Teulada (2010) e infine a Loreto (2011). Dopo il presepe di piazza San Pietro, una copia fedele di dimensioni minori viene esposta alla Mostra dei Presepi di Buenos Aires (Argentina). A Natale del 2013 è a Turku, Helsinki (Finlandia) e poi a Goiania (Brasile). Nel 2015 un suo presepe monumentale è nella cattedrale di San Patrick (New York), e ne realizza uno di dimensioni ridotte nella Domus Santa Marta (Città del Vaticano), residenza del Santo Padre. Nel 2016 è presente a Palazzo Marino (Milano) e nel 2017 nella basilica di Santo Spirito (Firenze). Per il Natale 2018, in concomitanza con il presepe monumentale di Rieti, il maestro Francesco Artese ha realizzato anche quello del Palazzo del Quirinalale a Roma, sede della Presidenza della Repubblica Italiana.