Lunedì 21 ottobre 2019 alle 17.30, verrà inaugurata la mostra di ceramiche – formelle “Il fango e la luce” di Mario D’Imperio nelle sale della Biblioteca Flaminia in via Cesare Fracassini, 9 a Roma.L’esposizione, a cura di Maria Italia Zacheo, si inserisce nel calendario degli eventi della Rome Art Week e sarà aperta al pubblico tutti i giorni dal 22 al 26 ottobre (da martedì a venerdì dalle 9 alle 19 e sabato dalle 9 alle 13) con ingresso libero.
“Il fango e la luce” propone al visitatore un viaggio attraverso l’essere interiore, primitivo e inconscio. Esplosioni di corpi celesti, figure in movimento, volti di donne, archetipi e miti affiorano dalle terre cristallizzate nella cottura a mille gradi del forno e si trasformano in smalti luminosi. D’Imperio realizza le sue formelle senza un disegno preparatorio, utilizzando la tecnica del dripping. Sulla terracotta grezza i colori vengono lasciati sgocciolare con i pennelli, dando forma al soggetto, creando un sottile gioco di sperimentazione tra pittura materica e segnica.
Le sue opere, strutturate nelle quattro sezioni “Materia cosmica”, “Mater matuta”, “Danza” e “Burning”, sono un tributo alla sua terra natale, Matera, ventre materno di grotte ipogee.
La “Materia Cosmica” è il riprodursi dell’inconscio della vita, della luce e del buio, nonché dei colori con cui guardiamo l’Universo: fenditure di luce, circolarità di colori, come la materia che si compone e si scompone in un tempo e in uno spazio che non sappiamo definire.
Nella“Mater Matuta” è possibile ravvisare l’eco di piccole figure femminili in pietra come le Veneri steatopigie della protostoria dell’uomo, dove l’accentuazione delle dimensioni anatomiche è stata ridotta a forme più essenziali. Si tratta di primitive rappresentazioni di una Venere mitologica, simbolo di fertilità e prosperità. D’Imperio le ripropone in rosso, colore archetipico della passione e del sangue mestruale, legato nelle società arcaiche al culto di Demetra, teofania della madre terra, tracciandole a linea, con pigmento interno al dorso, come nelle pitture del tardo paleolitico e del neolitico.
La serie “Danza” è un racconto fluido. Menadi in corteo rimandano ad antichi riti coreutici e le scelte cromatiche rafforzano con pienezza il dilagare del segno. Sono espressione di una danza tribale e della follia dionisiaca, ritmata dal verso del ditirambo. I volti, appena delineati come anche i loro corpi, trasmettono un forte dinamismo dato dal movimento.
Infine, attenta è l’esplorazione del femminile! La chiave di lettura utilizzata dall’artista è senza dubbio l’ironia. Si tratta di “donne fumetto”, a volte caricature, a volte reali, che volutamente si ispirano all’universo femminile: spigolose, goffe, umoristiche e grottesche. “Burning”, ovvero donne che bruciano di passioni e di emozioni. Immagini replicate e moltiplicate ma, a differenza della produzione industriale della pop art, questi volti indicano anche un superamento nel recupero di una dimensione più artigianale dell’arte.
Nel corso dell’inaugurazione verrà anche presentato il volume“Il fango e la luce”, edito dalla casa editrice Lithos, che contiene, oltre alle opere in mostra dell’artista, i contributi critici di Maria Italia Zacheo ed Emanuele Pecoraro.
Mario D’Imperio è nato a Matera ed attualmente vive a Roma. Dagli anni ottanta, accanto alla sua professione di medico, ha svolto un’intensa attività artistica, partecipando ad oltre cento mostre d’arte personali e collettive. Nel 2000 ha realizzato 14 formelle in ceramica per il Santuario quattrocentesco di Pozzo Faceto a Fasano. Nel 2008 ha fondato il Circolo Culturale “Casa D’Imperio”, di cui è il presidente, ospitando mostre ed eventi culturali, artistici e musicali nella casa di famiglia nei Sassi di Matera. E’stato insignito nel 2012 del prestigioso “Premio Personalità Europea” in Campidoglio a Roma durante la “42 Giornata d’Europa”. Recentemente ha ricevuto a Porto Potenza Picena il “Premio Sant’Anna Speciale della critica” e il “Premio nazionale Natiolum”, ai Bastioni di Giovinazzo.
Le sue opere pittoriche ad olio e acrilico e le sue ceramiche a terzo e a grande fuoco sono state raccolte e recensite nei seguenti cataloghi: “L’angelo e il giudizio. Opere 1999 – 2000” (Grafischena Fasano – 2000), con introduzione e versi di Rosa Maria Fusco; “Percorsi 1980 – 2002” con contributi critici di Rosa Maria Fusco, Antonio Lotierzo e Livia Semerari; “Il rosso e l’arancio 2005 – 2007” (Cimer – 2007) e “Mario D’Imperio” (Lithos editrice – 2015) a cura di Emanuele Pecoraro, con contributi critici di Pierfrancesco Campanella, Loredana Finicelli e Beatrice Mastrorilli e versi di Aldo Bagnoni e Paolo Di Caprio. Inoltre, i suoi quadri sono stati utilizzati per il cortometraggio “L’amante perfetta”, diretto da Pierfrancesco Campanella e per le locandine dei documentari “La città d’acqua” e “28… ma non li dimostra”, diretti da Emanuele Pecoraro. E’ inoltre presente come esperto d’arte nel docufilm per il cinema “I love… Marco Ferreri”, diretto da Pierfrancesco Campanella.