Dal 20 al 24 agosto a San Chirico Raparo, dal 25 al 29 agosto Castelsaraceno e dal 30 agosto al 5 settembre a Matera il “MAAP – Atelier d’Arte Pubblica”, l’artista Mohamed L’Ghacham e Il Sicomoro presentano “UBUNTU – Arte pubblica in tour – Basilicata”.
Ispirata all’etica ubuntu, che si basa sulla centralità delle relazioni e dei legami, MAAP – Atelier d’Arte Pubblica organizza in Basilicata, e per la prima volta in Italia, una iniziativa di arte pubblica in tour, insieme all’artista spagnolo Mohamed L’Ghacham (Tangeri, 1993), con il sostegno de Il Sicomoro e la collaborazione delle comunità migranti e dei comuni coinvolti. Tre saranno le tappe dell’itinerario che dal 20 agosto al 5 settembre vedrà lo street artist impegnato nella realizzazione di un’opera per ciascuno dei due borghi di San Chirico Raparo, Castelsaraceno e della città di Matera.
I lavori di pittura murale saranno coordinate dal team di MAAP, composto dalle curatrici Stefania Dubla e Valeria Palleschi e dall’artista M. Clotilde Palasciano, e seguiti dal giornalista James Imam per il The Guardian. L’opera di L’Ghacham prenderà ispirazione dagli interni domestici locali, integrando nel lavoro oggeti cari o significativi per i migranti; tra loro, alcuni dei minori stranieri non accompagnati di San Chirico Raparo, delle famiglie di Castelsaraceno e dei richiedenti asilo di Matera saranno coinvolti dall’artista nelle fasi di ideazione e realizzazione delle opere. L’iniziativa porta avanti il seme del progetto della Silent Academy di Matera 2019, co-ideato e co-prodotto da Il Sicomoro e di cui Stefania Dubla è stata project manager: nel favorire un modello di comunità inclusiva radicato nella pratica della vita quotidiana, il confronto tra le comunità locali e quelle straniere diventa stimolo fondamentale alla convivenza e alla condivisione di saperi e saper fare.
MAAP, inoltre, nei giorni della realizzazione delle opere proporrà una sperimentazione artistica che si inserisce in maniera coerente nel suo percorso, unendo temi di ricerca e approcci metodologici in una nuova forma di atelier. In continuità con la ricerca curatoriale “Un caffè in stazione”, avviata nelle stazioni ferroviarie d’Italia a maggio 2021, e l’iniziativa “La Fermata Immaginata”, organizzata in occasione del Festival appARTEngo a Stigliano (MT) nell’agosto 2021, il team curatoriale e artistico coinvolgerà le comunità locali e migranti nel ricreare angoli domestici nello spazio pubblico, dove dedicarsi all’ascolto dei bisogni della collettvità. L’obiettvo è quello di sciogliere o ricomporre vissuti personali e collettivi, tessere nuove storie e rinominare poeticamente i luoghi.
Centrale nell’elaborazione di tutta l’iniziattva è stato il concetto di ubuntu, che appartiene alla cultura dell’Africa sub-sahariana e che, come ha spiegato anche Nelson Mandela, racchiude «il senso profondo dell’essere umani solo attraverso l’umanità degli altri». Rispetto, aiuto, condivisione, cura, fiducia sono solo alcune delle sfumature dell’etica ubuntu, la cui espressione più piena si ritrova nella frase «Umuntu ngumuntu ngabantu», cioè «Io sono ciò che sono in virtù di ciò che tutti siamo».
La forma del tour, infine, è stata pensata come un’occasione per contaminare vissuti, saperi e competenze non solo all’interno di una stessa multietnica comunità, ma anche tra comunità diverse che, vicine geograficamente e unite da una stessa storia, custodiscono un ricco presente di cui farci e farsi dono.