Fotografie di taglio antropologico in bianco e nero di una Basilicata scomparsa, tratte dall’archivio di Mario Cresci e di Mimmo Castellano, sculture lignee intagliate di Giuseppe e Giovanni Di Trani o ispirate alla preistoria, a rituali della tradizione locale o africana, di Gianfranco Lionetti, mappe e platee di agrimensori del ‘500 dell’Archivio di Stato di Matera e quelle planetarie del Centro di geodesia spaziale della città lucana, installazioni con le lezioni di geometria del poeta, scrittore e ingegnere Leonardo Sinisgalli: sono il filo conduttore di I-DEA, progetto pilastro di Matera 2019 che esplora gli archivi e le collezioni della Basilicata da un punto di vista artistico, allestita presso la “Cava Paradiso”, sul tema “Due Culture-Artefatti e Archivi”. La mostra resterà aperta fino al 7 aprile 2019.
L’iniziativa, promossa dalla Fondazione “Matera-Basilicata 2019”, rientra nel progetto “I-Dea”(Istituto Demo-Etno-Antropologico) per Matera capitale europea della cultura che esplora gli archivi e le collezioni della Basilicata da un punto di vista artistico.
All’inaugurazione hanno partecipato il curatore del progetto I-DEA, Joseph Grima, il curatore della prima mostra, Mario Cresci, il Direttore della Fondazione Matera Basilicata 2019, Paolo Verri, la Manager sviluppo e relazione Rossella Tarantino che saranno a disposizione di eventuali domande del pubblico.
I-DEA è un esperimento che vede gli archivi e le collezioni come degli organismi viventi attraverso i quali interpretare le complessità stratificate della storia di una regione. Cinque artisti e designer la cui pratica trova i fondamenti nella ricerca sono stati invitati a curare cinque mostre consecutive utilizzando gli archivi come punto di partenza. Lavorando con una serie di materiali e documenti apparentemente sconnessi tra loro, gli artisti sono invitati ad immergersi negli archivi trasmettendo la loro interpretazione sotto forma di una mostra temporanea. Il progetto adotterà un sistema di accumulazione aggiungendo o rimuovendo i materiali d’archivio nello spazio espositivo. Ogni artista sarà infatti invitato a stravolgere, rielaborare e modificare l’allestimento dello spazio prodotto dai curatori precedenti. In questo modo, I-DEA diventerà una performance collettiva in flusso continuo. Lo spazio I-DEA sarà sempre aperto permettendo ai visitatori di assistere alla fase di allestimento di ogni mostra nonché fase di ricerca, elaborazione e selezione dei materiali d’archivio da parte dai curatori.
Poiché l’idea di accumulo si rivolge all’intercambiabilità degli archivi, il team di Open Design School, l’altro progetto pilastro di Matera 2019, ha disegnato per questo spazio un sistema di allestimenti aperto, modulare e movibile con l’obiettivo di introdurre uno spirito fluido e anti-didattico nella curatela di collezioni e materiali d’archivio. Lo spazio del progetto I-DEA evolverà nel corso del 2019 sotto forma di mostre, performances, laboratori, pubblicazioni e una piattaforma online in costante crescita.
Il gruppo di ricerca del progetto ha costruito le fondamenta di I-DEA partendo da uno studio ed una mappatura degli archivi e collezioni presenti nella regione effettuato dall’Università della Basilicata. Nell’arco di diversi mesi, la squadra ha visitato decine di questi archivi e collezioni, da archivi pubblici a piccole collezioni private. Attraverso una mappa in corso di elaborazione, i cui dati sono il risultato di uno studio condotto dal Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo (DiCEM) dell’Università della Basilicata, la squadra di ricerca di I-DEA continua ad aggiornare la lista degli archivi e collezioni esistenti nella regione Basilicata, in altre parti d’Italia e persino fuori dal territorio nazionale.
Ad aprire il ciclo di I-DEA è la mostra “Le Due Culture. Artefatti e Archivi” curata dall’artista e fotografo Mario Cresci, realizzato attraverso l’uso dei materiali provenienti dagli archivi delle seguenti realtà: Museo di Artigianato Locale, Parrocchia di Sant’Antonio di Acerenza (PZ), Associazione Archivio Storico Olivetti e Archivio Nazionale Cinema Impresa, Istituto Luce Cinecittà, Fondazione Pirelli, Cristaldi Film, Agenzia Spaziale Italiana, Centro di Geodesia Spaziale Giuseppe Colombo, Archivio di Stato Matera, Collezione Privata Gianfranco Lionetti, Fondazione Leonardo Sinisgalli, Archivio Mario Cresci, Archivio Mimmo Castellano, Artalia Italian Art Management.
La mostra include materiale d’archivio che vanno dalla seconda metà del XX secolo ai i primi decenni del XXI, in modo da esplorare l’intersezione di discipline (culture) in Basilicata, attraverso fotografia, artigianato, scienza e macchine. I materiali esposti, sia presi singolarmente sia accostati tra loro, scuotono le narrazioni e gli stereotipi dell’epoca, suggerendo che le cose non sono ciò che possono sembrare. Dalla rappresentazione del territorio di Leonardo Sinisgalli e Mimmo Castellano, alle sculture in legno di Di Trani e suo figlio, alla rivisitazione della preistoria di Gianfranco Lionetti fino all’archivio personale di Cresci, le opere in mostra a prima vista appaiono in linea con le rispettive tradizioni. Tuttavia, ogni opera a modo suo rappresenta una rottura.
Alla mostra si accede solo con il Passaporto per Matera 2019. Dopo l’inaugurazione, la mostra sarà visitabile tutti i giorni eccetto il martedì dalle 10:00 alle 20:00.
Nella giornata successiva all’inaugurazione, sabato 23 marzo, verranno organizzate due visite guidate della mostra, una alle 11:30 e una alle 16:30, alla presenza del curatore Mario Cresci. A ciascuna visita potrà partecipare un numero massimo di 25 persone (registrazione in loco in ordine di arrivo).