Sono stati finora oltre 16 mila i visitatori della mostra, allestita a Matera nelle sale di Palazzo Lanfranchi e dedicata a “Pasolini a Matera. Il Vangelo secondo Matteo cinquant’anni dopo. Nuove tecniche di immagine: arte, cinema, fotografia”.
Inaugurata lo scorso 21 luglio, la mostra è stata prorogata fino al 25 gennaio 2015.
Dal 17 ottobre Matera è Capitale Europea della Cultura per il 2019 insieme a tutta la Basilicata. Lo straordinario risultato, raggiunto attraverso la mobilitazione di un’intera comunità, si deve anche alla grande mostra Pasolini a Matera. Il Vangelo secondo Matteo cinquant’anni dopo. Nuove tecniche di immagine: arte, cinema, fotografia – curata da Marta Ragozzino e Giuseppe Appella con Ermanno Taviani ed allestita all’interno di Palazzo Lanfranchi.
La mostra, che sta riscuotendo un grandissimo successo nazionale ed internazionale e che dovrebbe chiudere il 9 novembre p.v., ha raggiunto nei primi tre mesi di apertura l’eccezionale risultato di 16.000 visitatori e sarà un fondamentale attrattore per i moltissimi visitatori che nei prossimi mesi certamente visiteranno la città designata.
Per questa ragione la Soprintendenza per i Beni Storici Artistici ed Etnoantropologici della Basilicata ha deciso, insieme al Comune di Matera, al Comitato Matera 2019 e alla Regione Basilicata con la Lucana Film Commission, di prorogarne l’apertura fino al 25 Gennaio 2015.
In questi primi mesi la grande esposizione dedicata al Vangelo secondo Matteo, realizzata dalla Soprintendenza per celebrare i cinquant’anni del capolavoro girato da Pier Paolo Pasolini anche a Matera, ha suscitato profondo interesse e continua attenzione da parte degli organi di informazione a stampa e radio-televisivi nazionali oltre che della critica specializzata tradizionale e on-line.
Nella ricca rassegna che caratterizza il percorso della mostra dal 21 di luglio, si ricordano gli importanti articoli comparsi su L’Avvenire, La Stampa, Il Manifesto, il Venerdì di Repubblica, oltre all’apprezzamento di Gian Antonio Stella su Il Corriere della Sera, i numerosi programmi Radio, le interviste ai curatori (radio3suite ha dedicato ben due puntate alla mostra) e i servizi andati in onda sui canali nazionali della RAI e SKY. In questo panorama va segnalato anche il contributo di Emilio Ranzato che nei giorni immediatamente successivi l’inaugurazione della mostra, ha scritto su l’Osservatore Romano, che il capolavoro di Pasolini è il più bel film mai girato sulla vita di Gesù Cristo.
Molto importante è stato anche il contributo dei giornali e delle emittenti locali, che hanno sostenuto e promosso la grande rassegna pasoliniana e le attività ad essa connesse.
Ricordiamo brevemente i Tableaux Vivants dei Teatri 35, ispirati alle Deposizioni di Pontormo e Rosso Fiorentino (che Pasolini mette in scena nello ‘scandaloso’ mediometraggio La Ricotta, ideato alla fine del 1962 e presentato l’anno successivo, da leggere in stretta relazione con il Vangelo) e la rassegna di film pasoliniani tenutasi a Palazzo Lanfranchi in occasione della Giornata Europea del Patrimonio 2014.
Ricordiamo che la grande mostra di Palazzo Lanfranchi, programmaticamente aperta a tutti i pubblici, è stata apprezzata anche dai Commissari ECoC, che hanno visitato la Città dei Sassi il 7 ottobre u.s., qualche giorno prima della memorabile proclamazione di Matera Capitale della Cultura 2019.
Con questa mostra, divisa in sette sezioni (è disponibile una mini-guida per agevolare il percorso di visita e in ogni sala ci sono materiali informativi che permettono l’approfondimento) si è voluto mettere a fuoco, in maniera particolarmente approfondita e grazie a una narrazione originale, la genesi del capolavoro pasoliniano e il rapporto del regista con la città di Matera.
La mostra è stata l’occasione per rileggere – attraverso la scelta di Pasolini e la vicenda del set principale nella città dei Sassi – un momento importante nella storia di Matera, negli anni della “vergogna nazionale”, dello svuotamento e abbandono degli antichi rioni, la cui popolazione venne trasferita nei nuovi quartieri della città ‘laboratorio’. Sono gli anni in cui Matera, teatro di profonde contraddizioni, divenne meta privilegiata di artisti, fotografi, registi, documentaristi, antropologi, intellettuali, sociologi, architetti ed urbanisti, che con le loro testimonianze, spesso straordinarie, hanno contribuito a dar forma ad un’immagine della città e dell’intero Mezzogiorno.
L’allestimento si distingue per una forte connotazione multimediale e interattiva basata sul modello delle stazioni creative e una narrazione estremamente visiva, resa possibile grazie al montaggio creativo di documenti originali, dipinti, disegni, fotografie, spezzoni cinematografici, interviste, materiale bibliografico ed oggetti tridimensionali (tra i quali la macchina da presa del regista e i costumi originali del film), per favorire una lettura a più livelli di approfondimento, comprensibile da tutti i diversi pubblici a cui il progetto intende rivolgersi, in un’ottica fortemente inclusiva.
Aprono la mostra, nella Chiesa del Carmine all’interno di Palazzo Lanfranchi, nel cui spazio si può accedere liberamente, le immagini di Intellettuale di Fabio Mauri, maestro dell’avanguardia italiana del secondo dopoguerra e amico di Pasolini fin dai tempi bolognesi. La performance, presentata nel 1975 in occasione dell’inaugurazione della Nuova Galleria d’Arte Moderna di Bologna, vede lo stesso Pasolini trasformato dall’artista in uno “schermo umano” su cui è proiettato Il Vangelo secondo Matteo.