L’opera “Capannone” del Maestro Mimmo Centonze è entrata a far parte della prestigiosa Collezione d’arte della Fondazione Roma, la Pinacoteca definita dal Prof. Emmanuele Emanuele “la più grande collezione dal ‘400 ad oggi”.
Il grande dipinto di tre metri dell’artista è esposto nella sede permanente della collezione ovvero Palazzo Sciarra, lo storico edificio che si affaccia su Via del Corso a Roma aperto gratuitamente al pubblico (accedendo da Via Marco Minghetti 17).
La Fondazione Roma, nel corso degli anni della presidenza del Prof. Emanuele e per sua forte determinazione, ha raccolto una importante e prestigiosa collezione di opere d’arte che abbracciano il periodo storico-artistico di ben sei secoli, dal XV al XX. Le opere ripercorrono le fasi salienti dei diversi periodi storici e alcune correnti artistiche grazie alla presenza in collezione di nomi illustri quali: Venusti, Ciampelli, Vignon, Baciccio, Andrea Pozzo, Batoni, Corvi, Van Bloemen, Panini, Jan Miel e Zuccarelli, sino ad arrivare ai giorni nostri in cui imponenti spiccano le opere di Lucio Fontana, Mario Schifano, Agostino Bonalumi, Enrico Baj, Roberto Crippa, Gianni Dova, e si conclude con artisti dela Transavanguardia quali ad esempio: Sandro Chia, Mimmo Paladino e Nicola De Maria.
L’opera “Capannone” di Mimmo Centonze, esposta nella collezione della Fondazione Roma insieme alle opere di grandi maestri del passato e contemporanei, nella sua essenzialità compositiva ben rappresenta l’essenza stessa delle opere dell’artista dedicate al tema dei capannoni. Il dipinto è infatti costruito essenzialmente sull’uso di due colori principali: un rosso infuocato ed energico e il giallo della luce, materico e tanto palpabile da sembrare reale, che irrompe all’interno del capannone. La stessa essenzialità caratterizza anche i due cumuli di ferro vecchio, di colore bruno, sui quali si intravedono solo dei barlumi arancioni che si mescolano alla materia abbandonata. La quantità di colore utilizzato da Centonze per rappresentare la luce è impressionante: in alcuni punti della superficie pittorica supera i tre centimetri di spessore.
Il dipinto fa parte delle prime tre opere di tre metri realizzate dall’artista ed esposte in occasione della significativa esposizione monografica “Mimmo Centonze”, organizzata in collaborazione con la Fondazione Roma, curata e presentata da Vittorio Sgarbi nel 2012 a Palazzo delle Esposizioni di Roma, nella quale sono stati tracciati dieci anni di sviluppo, dal 2002 al 2012, di un energico percorso artistico che parte dagli intensi ritratti, realizzati con eccezionale acutezza e vigore, e dalle maestose eppure intime figure ritratte nello studio dell’artista, fino ad arrivare ai grandi spazi luminosi dei capannoni e dei monocromi ad essi ispirati, sorprendenti e mistiche intuizioni luminose che protendono al divino.
Il 22 settembre 1969 lo storico edificio di Palazzo Sciarra (costruito nel Medioevo dai Colonna sui resti dell’acquedotto della Vergine e passato tra il Sei e il Settecento al ramo dei Colonna di Sciarra) fu venduto alla Cassa di Risparmio di Roma, che possedeva anche una collezione di opere d’arte, il cui nucleo originario risaliva al patrimonio storico del Monte di Pietà, di cui la banca era idealmente l’erede. Quando la Cassa di Risparmio è confluita in Unicredit, il Prof. Emanuele è riuscito a farsi lasciare in fondazione un piccolo nucleo di dipinti antichi, intorno ai quali ha costruito negli ultimi vent’anni una quadreria che ora conta circa 350 opere, dal Quattrocento a oggi.
Dice che la creazione di una pinacoteca da aprire gratuitamente al pubblico è uno dei suoi tanti sogni. “Dalla vita ho avuto tutto – racconta il Prof. Emanuele – addirittura molto di più di quanto speravo. Oggi è arrivato il momento di restituire agli altri”. Aspira a realizzare quello che lo scrittore André Malraux aveva preconizzato mezzo secolo fa: “La grande sfida del nostro tempo consiste nel mettere a disposizione del pubblico le opere d’arte finora in possesso di pochi privilegiati”.
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