Sabato 4 e domenica 5 luglio 2020 a Venosa dalle ore 18 si presenta la prima tappa di “404. Programma per l’arte contemporanea”, il nuovo ambizioso progetto di Porta Coeli Foudation a cura di Donato Faruolo. Il più conosciuto dei codici errore del web diventa l’emblema di un percorso di indagine artistica che punta a risultati imprevisti e a cui è affidato il compito di riconnettere l’arte con un più ampio dibattito pubblico sul contemporaneo.
Si tratta di un’enigmatica mostra antologica su Mariano Silletti, fotografo e carabiniere lucano nato a Pisticci nel 1972 e attivo nell’ambito dell’arte contemporanea dal 2013. È la prima mostra antologica sul fotografo lucano e il primo tentativo di una lettura critica strutturata su uno dei percorsi artistici più interessanti e maturi che siano emersi negli ultimi anni.
“Postille su Demikhov”, titolo dell’esposizione, prende spunto dalle imprese di Vladimir Petrovič Demikhov, chirurgo sovietico pioniere del trapianto d’organi celebre per aver generato nel 1959 un cane a due teste come esito sperimentale. Ciò che lega il lavoro di Demikhov ai soggetti delle narrazioni di Silletti è la presenza di un percorso analitico, ineccepibilmente tecnico ed efficiente, che inaspettatamente conduce a risvolti disturbanti. L’antologia è composta da due lavori di Silletti che hanno già avuto riscontri internazionali: “Serra Maggiore” e “Ludovicu”. Nel primo, muovendosi nell’omonimo borgo figlio della Riforma agraria, l’artista monta in un racconto frammenti di luoghi e vite restati fuori dal tempo, creando al contempo un reportage sulle ultime conseguenze di quell’enorme opera di intervento sociale che fu la Riforma, oltre mezzo secolo dopo la sua attuazione. Il secondo, “Ludovicu”, verte intorno alla storia di un cinquantasettenne di origini rumene affetto da Alzheimer, scomparso nel 2013 a Montescaglioso e mai più ritrovato. Il racconto frammentario e affannoso di Silletti segue l’indagine dei Carabinieri rimasta priva di esiti. Il tema di una ricerca insoddisfatta distorce il senso dell’indagine e del reportage stesso, in cui il vero soggetto si nega alla rivelazione, diventando «l’unico dispositivo possibile per esprimere l’informe angoscia del nostro tempo».
Il processo culturale che Porta Coeli Foundation mette in atto con il progetto “404. Programma per l’arte contemporanea” vuole essere un contribuo alla riattivazione di un rapporto consapevole e costante con l’arte come chiave di lettura del presente, a maggior ragione in un frangente di inedita difficoltà per la cultura mondiale e di sistematica stagnazione dell’attenzione al contemporaneo sui nostri territori.
Per consentire il rispetto delle norme anti Covid-19 si potrà partecipare all’evento di inaugurazione solo su invito. La mostra sarà aperta al pubblico a partire dal 6 luglio fino al 4 ottobre 2020 tutti i giorni su prenotazione.