Giovedì 14 dicembre 2017 alle ore 19.00, nella Sala Levi del Museo di Palazzo Lan-franchi, sarà inaugurata la mostra AZ – Arturo Zavattini Fotografo. Viaggi e cinema, 1950-1960 curata da Francesco Faeta e Giacomo Daniele Fragapane, realizzata dall’Istituto Centrale per la Demoetnoantropologia ed esposta lo scorso anno al Museo delle Arti e Tradizioni Popolari di Roma.
La mostra, che giunge a Matera su iniziativa del Polo Museale della Basilicata e dell’Università degli Studi delle Basilicata, prevede l’esposizione di un consistente corpus di fo-tografie di grande formato, in massima parte inedite, che illustrano l’intensa attività di street pho-tographer di Arturo Zavattini tra il 1950 e il 1960, decennio cruciale della storia del Novecento.
Alla presentazione interverranno Marta Ragozzino, Direttrice del Polo Museale della Ba-silicata; Aurelia Sole, Rettrice dell’Università degli Studi della Basilicata; Ferdinando Mirizzi, Direttore DiCEM – UNIBAS; Francesco Faeta e Giacomo Daniele Fragapane, curatori della mostra; Arturo Zavattini, autore delle fotografie.
Dopo la mostra dell’American Academy in Rome appena inaugurata e le precedenti esposi-zioni fotografiche tenutesi a Palazzo Lanfranchi negli ultimi anni [ricordiamo solo i nomi dei foto-grafi: Mario Cresci, Mario Carbone, Mariano Silletti, Nico Colucci, Luca Centola, Gundolf Pfo-tenhauer, Francesco Pentasuglia, Giuseppe Maino] nonché il simposio degli Stati Generali della Fotografia curati da Lorenza Bavetta, Matera si candida a pieno titolo ad diventare Città della fo-tografia dando un ulteriore e significativo contributo al percorso di Matera – Basilicata 2019.
La mostra è articolata in 5 sezioni.
Viaggio in Lucania è il risultato del lavoro realizzato a Tricarico nel giugno del 1952 du-rante la prima spedizione in Lucania di Ernesto De Martino. Il giovane Zavattini accompagnò il grande etnologo italiano nella conduzione della pre-inchiesta con uno straordinario racconto foto-grafico della vita quotidiana e delle tradizioni contadine.
Viaggi in Italia è un ideale itinerario dal Nord al Sud, con alcuni scivolamenti offerti da associazioni di senso logico o di carattere formale e pone assieme immagini scattate durante tutto il decennio, in tempi diversi. Centrali appaiono le osservazioni relative a Roma e Napoli, ma sono numerose le città e contrade italiane che vengono fotografate con un occhio attento, consapevole, socialmente impegnato; ne scaturisce un ritratto complessivo del Paese, di rilevante pregnanza culturale e visiva.
Viaggio in Thailandia comprende le immagini riprese da Zavattini a Bangkok e nella provincia di Phetchaburi, all’estremità nord della penisola malese, in particolare lungo l’omonimo fiume e i suoi canali, nel 1956, nei ritagli di tempo lasciati dalle riprese del film La diga sul Pacifico di René Clément, tratto dal romanzo di Marguerite Duras, uscito nel 1957. Le fotografie documentano aspetti contrastanti della vita del Paese con ampi riferimenti alla commistione tra tradizione e mutamento e tra cultura thai e culture cinesi, e sulla dimensione rurale delle campagne e dei villaggi. Si tratta di immagini rare, di particolare acutezza antropologica, che si pongono tra le prime realizzate da un Italiano nel Paese dell’estremo Oriente, durante l’immediata transizione post-coloniale che attraversava l’intera area indocinese.
Viaggio a Cuba mostra le immagini fatte nel 1960 nell’isola, poco dopo la rivoluzione castrista, a margine delle riprese del film Historias de la revolución di Tomás Gutierréz Alea, cui gli Italiani, e in particolare Martelli (direttore della fotografia di due dei tre episodi di cui il film si componeva) e Zavattini (operatore alla macchina negli stessi episodi), partecipavano a sostegno della nascente cinematografia, priva di mezzi e di esperienze. Sono realizzate soprattutto a La Habana e sul set del film, posto in una località impervia della Sierra Maestra. In quell’occasione lì giunse, in visita cordiale, Ernesto “Che” Guevara.
Backstage raccoglie le immagini scattate in tempi diversi in alcuni dei set cui Zavattini partecipò, da quello di Paul Strand a Luzzara, in Emilia, per la realizzazione dell’inchiesta che trovò esito editoriale nel libro Un paese, a quello di Federico Fellini per La dolce vita, a Bassano di Sutri, nel Lazio, a quello di Historias de la revolución, sulla Sierra cubana. Molte di queste fotografie raffigurano personaggi quali Strand e Fellini, Vittorio De Sica, Cesare Zavattini, Marcello Mastroianni, Sofia Loren, colti per lo più nei momenti di pausa durante le riprese cinematografiche.
La mostra ed è accompagnata da un catalogo con testi critici dei curatori e di altri studiosi, edito da Contrasto.
La mostra potrà essere visitata fino al 14 febbraio 2017 negli orari di apertura del Museo.
Biografia
Arturo Zavattini, figlio di Cesare, è nato a Luzzara nel 1930. Scopre la fotografia nel 1949, quando il padre gli regala la prima macchina fotografica: risalgono all’epoca le prime esperienze in camera oscura. Nel 1951, grazie a Vittorio De Sica che lo presenta ad Aldo Graziati, direttore della fotografia di Umberto D, inizia il suo lavoro nel cinema. Operatore e direttore della fotografia di molti film italiani e stranieri ha esordito come fotografo accompagnando Ernesto de Martino nella sua prima spedizione etnografica in Lucania, nel giugno 1952. Nel 1982 firma la fotografia di La veritàaaa, unico film scritto, interpretato e diretto da suo padre. Si dedicherà poi interamente alla cura dell’Archivio Cesare Zavattini, che guida tuttora.