L’oggi con i suoi colori vivi e sorprendenti, e il passato con le tonalità tenui dell’architettura settecentesca della Chiesa del Purgatorio di Matera. È un dialogo inedito quello che vedrà protagonista a Matera, nella chiesa al centro della Città dei Sassi, l’artista Alfonso Borghi, tra i più significativi rappresentanti italiani dell’espressionismo astratto europeo, il cui stile è stato accostato alle sperimentazioni di grandi interpreti americani come Sam Francis e Jackson Pollock. La mostra, dal titolo Dentro silenzi solenni, patrocinata da Matera Capitale europea 2019, sarà inaugurata il 3 agosto alle 18,30 alla presenza dell’artista, rimanendo aperta al pubblico fino al 31 agosto. Ingresso libero dal lunedì alla domenica dalle 10 alle 13 e dalle 16 alle 20.
A cura della storica dell’arte Daniela Brignone, la personale raccoglie circa 20 opere del maestro e costituisce un’occasione preziosa per ammirare le atmosfere che caratterizzano le tele dell’artista, calate tra i vicoli e le pietre di Matera. Borghi, che nella sua carriera ha esposto nelle maggiori città europee e ha vissuto anche a Parigi, immagina nuovi accostamenti e narrazioni, affidando al colore e alla materia percezioni e visioni che si svelano nei titoli delle opere in mostra: Scendendo a Matera, Salgo nei borghi dei pensieri, Il borgo dei sassi emerge ogni giorno…
“Sono immagini sospese dentro silenzi solenni – scrive Brignone nel catalogo Mondadori che accompagna la mostra – i silenzi di cui scrive Dino Campana, uno degli autori prediletti dall’artista; silenzi come teatro dell’assenza che avvolgono in una temporalità indefinita, che travalicano lo spettacolo della quotidianità dal quale la figura umana è celata ma percepibile, per sottolineare la forza pulsante della natura e una verità paesaggistica, rivelatori dell’universo e del suo dinamismo, resi attraverso la potenza dell’impasto cromatico che ne sublima liricamente i contenuti”.
La poesia ha avuto un ruolo fondamentale nello stile di Borghi. Notissima la sua produzione legata alle suggestioni derivate dalla lettura, tra gli altri, di Garcia Lorca, Jacques Prévert, T.S. Eliot e tradotta in opere di forte impatto emozionale.
La mostra è accompagnata dal catalogo Editoriale Giorgio Mondadori.
Alfonso Borghi
Nato nel 1944 a Campegine, in provincia di Reggio Emilia, autodidatta, espone per la prima volta a 18 anni grazie all’aiuto di un collezionista. In seguito soggiorna per un breve periodo a Parigi, affascinante capitale che ne segna il percorso artistico e dove ha modo di studiare i grandi maestri, in particolare Picasso e gli altri grandi interpreti del Cubismo. In oltre quarant’anni di attività è approdato a una sintesi pittorica di indiscutibile fascino, passando dal figurativo morandiano dei primi anni, al surrealismo lacerante degli anni Ottanta, quindi a un astrattismo di impronta futurista nel decennio successivo.
Un susseguirsi di mostre ed eventi importanti costella l’attività artistica del maestro. Non solo pittura però. Si dedica anche all’arte plastica, dando un senso tridimensionale a quelle opere che già vivono su tela. Lavora il vetro, la ceramica e si dedica anche alla scultura.
Oggi l’uso sontuoso e abilissimo della materia si associa a uno straordinario senso del colore. Le sue opere si trovano in importanti collezioni pubbliche, private e musei in Italia ed Europa.