Mercoledì 18 settembre 2019 alle 18 nell’atrio della Provincia di Matera è in programma l’inaugurazione della mostra d’arte di Solveig Cogliani. La mostra resterà aperta fino all’11 ottobre 2019 dal lunedì al venerdì dalle 9,30 alle 19,30.
La grande stagione di ‘Matera Capitale Europea della Cultura 2019’ non poteva certo privarsi della mostra pittorica di Solveig Cogliani, curata da Paolo Battaglia La Terra Borgese.
Imponente l’organizzazione dei professionisti della Cosessantuno Arte contemporanea per dirigere questa preziosa esposizione dell’ultimo dei capolavori dipinti della Cogliani: “Umanità”, tecnica mista su pannelli di fiamma acid-free, cm. 140×390, che resterà a Matera sino a venerdì 11 Ottobre di quest’anno.
Una nuova epoca di pittura – dichiara Paolo Battaglia La Terra Borgese – si inaugura con la pittrice Solveig Cogliani e l’energia delle sue esclusività tecniche accende una sorgente luminosa a Matera.
Ma noi, con orecchio critico, abbiamo intervistato dall’Italia Solveig Cogliani, giusto di ritorno da Beirut per un’altra sua mostra, un ulteriore fiore all’occhiello per l’arte italiana.
«Il viaggio della mia umanità – esprime elegante Solveig Cogliani – inizia una sera di primavera ad Amelia, al teatro sociale, in occasione della performance degli Esos per lo spettacolo “Judas the guess”. Era esattamente il 12 aprile 2019.
Il lavoro è il frutto di 4 ore di azione performativa attraverso l’utilizzo di sagome di alcuni Esos e di alcuni disegni fatti in studio su carta da me. Si svolge in un turbine di corpi in movimento, ispirati alle immagini ritratte da Sebastiao Salgado ne “Dalla mia Terra alla Terra”- corpi straziati e tormentati dalla fame e dalla guerra – ma non solo anche nudi femminili e due scritte ‘Mi hai tradito’ / ‘Mi hai salvato’ … la cornice dell’epopea dell’umanità tra il morso alla mela e la crocifissione di Cristo – tradimento e salvezza/ peccato e perdono/ un viaggio costante dell’uomo verso l’oltre.
L’opera si fa testimone della violenza e della meraviglia di cui è fatto il mondo, una testimonianza che va oltre, in un costante tentativo di comprendere l’uomo e la natura in tutte le sue forme, per cercare di dare un quadro completo del ruolo che l’umanità svolge sul pianeta.
Ciò che voglio evidenziare è la maestosa umanità dei soggetti presi in considerazione, i quali sembrano gridare al mondo la tragedia che investe la propria vita.
L’opera si colloca come terza tappa del percorso inaugurato dal ciclo de ‘I cancelli’, poi da ‘Le cicogne sono immortali’ – simbolicamente entrambi legati al tema del viaggio, della ricerca, della migrazione.
In Umanità, c’è chi ha visto un viso che richiama i Pupi siciliani. Sicuramente c’è la Sicilia, l’incontro di un’umanita’errante, che sia l’epica tensione tra cristiani e mussulmani, celebrata nell’Orlando, come l’incontro di ‘tutti’ in una sponda di un unico mare…
Non è un caso se essa l’ho voluta realizzata con pigmenti puri e acrilico e carboncino con la materia ed i colori della terra e del mare.
Da Amelia, a Ronciglione nel laboratorio di Felice Antonelli, a Matera, il viaggio dell’opera diviene anch’esso un evento performativo in costante trasformazione e divenire, come il teatro degli Esos».