A Sasso di Castalda presso il Palazzo De Luca è presente un’interessante e quanto meno insolita e originale Mostra di dipinti dell’artista potentino Alberto Barra su Dante (23 in tutto) in occasione dei 700 anni della scomparsa del sommo poeta. La Mostra sarà esposta anche in altri Comuni della Basilicata tra cui Potenza, Sant’Angelo, Brienza e Campomaggiore. Nella sala si trova in bella mostra anche un 24mo quadro dello stesso artista da cui è stata ricavata la cartolina commemorativa della Giornata Dantesca a Sasso di Castalda del 16 Ottobre. In questo quadro, appunto riprodotto nella cartolina, si scorge un grande Dante in primo piano con accanto Bonifacio VIII con la mitria papale allungata e si nota poi sullo sfondo la Rocca del Castello di Sasso con il Ponte alla Luna messo davanti e non dietro al Castello, dove di fatto si trova (licenza poetica) con una luna piena in bella evidenza.
Sasso di Castalda rientra nelle Città Dantesche a motivo della presenza del III ramo della Famiglia Gaetani dell’Aquila d’Aragona, discendente del famoso papa Bonifacio VIII che ha conosciuto e mandato in esilio Dante.
I dipinti di Barra su tavola in acrilico, sono in uno stile personale e riconoscibile. Si inseriscono nell’ambito del Progetto Dantesco : “Cred’io ch’ei credette ch’io credessi”, portato avanti dall’Associazione Regionale di Arte e Cultura: Universum Basilicata di Potenza. I quadri sono stati creati ad illustrazione e corredo del libro che sarà presentato tra breve con lo stesso titolo del Progetto. Nel libro, di prossima pubblicazione, si trovano gli interventi di 18 scrittori, poeti lucani e saggisti di un certo nome che scrivono su aspetti e persone poco noti della vita di Dante, su alcuni personaggi della Divina Commedia, e anche sui legami del grande poeta con la modernità ed attualità, servendosi di racconti inventati che sembrano verosimili, dialoghi possibili, poesie, saggi e cercando di rispettare la mentalità del tempo e anche il pensiero di Dante.
Gli autori del libro sono partiti dal presupposto che fosse inutile indagare filologicamente i singoli versi di Dante, ormai abbondantemente spiegati da miriadi di critici, e che fosse meglio concentrarsi su alcuni aspetti nascosti, problematici e anche controversi e come detto anche moderni di Dante. E dove non è arrivata la spiegazione, è arrivata la finzione creatrice e riparatrice degli autori.
I dipinti sono cromaticamente forti, e impattanti. I personaggi ritratti sono contrassegnati in genere da colori puri e variegati. Dante è dipinto sempre in rosso porpora, come il colore del sangue e del fuoco; il pittore vuole in questo modo sottolineare la sua “regalità ideale” e la sua magnificenza poetica. Dante reca sempre in testa la corona d’alloro del poeta laureato.
Dai ritratti viene fuori un Dante impegnato, immerso a piene mani nella storia e nelle traversie del suo tempo. Dante ha pagato con l’esilio duro e solitario le conseguenze della sua militanza politica (guelfo bianco) e delle sue decisioni e la sua caparbietà a voler essere libero e autonomo. Probabilmente senza il suo esilio non avremmo avuto la Divina Commedia (in parte ne è la sublimazione) e quindi il suo viaggio ultraterreno nell’Inferno, nel Purgatorio e nel Paradiso. La grandezza inarrivabile di Dante è anche quella di passare da scene realistiche, triviali e tristi all’ascesa luminosa dell’Empireo Celeste.
I quadri sono quasi compendio ed illustrazione degli scritti del libro e non sono realistici, ma espressionisticamente e cromaticamente rivelano situazioni, denotano caratteri. Più che illustrare, evocano contesti plausibili e richiamano situazioni possibili che Dante stesso ha vissuto o che sono presenti nei personaggi della “Commedia” o richiamano momenti salienti e inusuali del suo grande poema. Alcuni personaggi ritratti richiamano un attenzione particolare: Gemma Donati, Beatrice, Ulisse, Suor Beatrice, il padre Alighiero di Bellincione, Antonello Venditti canta con Paola e Francesca.
Gemma Donati, è l’anti-Beatrice, è stata la moglie di Dante: ha avuto la sfortuna di non essere mai citata da Dante, pur avendo avuto da lui 4 figli. Sembra aver accettato supinamente la sua condizione di moglie e di donna sottomessa. Beatrice coi capelli biondi, è vista da Dante come la guida spirituale di riferimento per ascendere al paradiso pur avendola vista solo 3 volte in tutta la sua vita. Ulisse, l’eroe omerico, rappresentato 3 volte da Barra simboleggia per Dante colui che è andato oltre i limiti, secondo la concezione del Medioevo e quindi da condannare, ma in fondo anche colui che rappresenta in pieno l’arditezza e la curiosità umane. Suor Beatrice è la figlia di Dante che, a motivo della condanna del padre, e’ costretta a farsi suora. Nella finzione lei potrà diventare badessa, ma resta per noi sempre una magra consolazione. Dante si vergogna del padre Alighiero di Bellincione che è stato cambiavalute ed usuraio; Il quadro inusuale di Antonello Venditti con Paola e Francesca richiama la famosa omonima canzone. Bisogna ricordare che Dante non è stato solo il padre della lingua italiana, ma è anche l’ispiratore di molte canzoni moderne e modi di dire. Il quadro che lo ritrae con i poeti Guido Cavalcanti e Lapo Gianni fa pensare alla grande considerazione che Dante poneva nell’amicizia e e negli incontri conviviali con gli amici. Emblematico è il quadro che pone il poeta fiorentino tra i 2 poteri: temporale e spirituale; per tutta la vita si è battuto (Dante è quasi un protolaico) per la divisione dei 2 poteri, pagandone a caro prezzo con l’esilio tutte le conseguenze del caso. Bella è anche l’illustrazione di un Dante, in abiti insolitamente rosa (farà da copertina al libro) che sembra meditare in una notte di luna, piena, alla fiamma possente di una candela che può rappresentare la luce della sapienza e della grazia e anche la forza dell’ispirazione.
Guardando e riguardando la Mostra mi vengono in mente, tra i tanti a cui si può pensare, 2 Leitmotive che ricorrono esplicitamente o implicitamente nelle opere di Dante coniugate magnificamente da par suo: uno è quello dell’esilio ed un altro e quello della memoria.
L’ altro tema che viene implicitamente ed esplicitamente toccato nei quadri è il tema della memoria. Dante aveva la capacità di ricordare, di immagazzinare un gran numero di informazioni, specialmente provenienti dalla Cultura Classica che poi lui avrebbe trasposto nei suoi versi. Il grande messaggio che ne possiamo ricavare è che la memoria del passato, spesso quella che si trova nei manoscritti delle biblioteche ed impressa nei libri che leggiamo è importante ed indispensabile e serve tra l’altro a darci una guida ed indicazioni indispensabili per il futuro. Se si parla di Dante non si può prescindere dai libri e dalle biblioteche. La memoria per Dante non è solo memoria fisica (mente) , il ricordarsi di una persona, ma anche eredità (heritage) del passato, cioè segno tangibile di quello che è stato.
Grazie a questa Mostra Dante sembra apparire piu’ interessante e soprattutto meravigliosamente attuale e contemporaneo.