In occasione della 15^ Giornata del Contemporaneo promossa dal MiBACT in collaborazione con AMACI – Associazione dei Musei d’Arte Contemporanea Italiani, il Polo Museale della Basilicata riapre le porte del Museo di Palazzo Lanfranchi [temporaneamente chiuse per il riallestimento del museo al termine della grande mostra Rinascimento visto da Sud] agli amici di Palazzo Lanfranchi e ai tanti “cittadini temporanei” di Matera – Basilicata 2019, con la mostra del fotografo spagnolo Juan Baraja “Unità abitative. Corviale / Serpentone / Scampia”, a cura di Ermanno Tedeschi.
La mostra fotografica, allestita nella Sala Levi e realizzata dal Polo Museale in collaborazione con l’Accademia di Spagna, sarà presentata, sabato 12 ottobre 2019, alle ore 18.30 [ingresso libero] dalla Direttrice del Polo Museale Marta Ragozzino e dal curatore. Sarà presente l’autore.
Juan Baraja [Toledo 1984], laureato in Belle Arti all’Università di Barcellona, è un giovane ma già affermato fotografo il cui lavoro molto spesso mette a fuoco i caratteri intimi delle architetture, sia storiche che soprattutto moderne. Rispetto a queste ultime, l’obiettivo indagatore, delicato e severo al tempo stesso, del fotografo spagnolo riesce sempre a restituire qualcosa che va più in profondità, che non si ferma alla superficie. Come nel caso della ricerca “Unità abitative.Corviale / Serpentone / Scampia” ideata per la Giornata del Contemporaneo, con una parte realizzata ad hoc grazie ad una campagna fotografica appositamente eseguita al Serpentone di Potenza e che si presenta in anteprima a Matera. La mostra muove da Corviale «un lunghissimo complesso residenziale concepito, come esempio di edilizia popolare, all’inizio degli anni Settanta nell’estrema periferia ovest di Roma» scrive Marta Ragozzino nel testo introduttivo del catalogo.
Baraja ha attraversato con il suo occhio attento questo questo grande edificio-città di cemento, cogliendone gli elementi universali e i tratti più intimi che ha poi messo in relazione con quelli di altri due complessi residenziali popolari cresciuti negli stessi anni Settanta a sud di Roma, leVele di Scampia a Napoli e il Serpentone di Potenza«che condividono con Corviale un analogo orizzonte architettonico, un progetto sociale apparentemente ispirato ai modelli francesi e giapponesi [Le Courbusier e Kenzo Tange tra gli altri], anch’essi trasformati troppo rapidamente in “ghetti” urbani” – continua Ragozzino – La mostra racconta il fallimento di quel progetto sociale, la vita e la morte delle grandi utopie abitative attraverso la ricognizione degli universali di quelle architetture concentrazionarie, che forse di per loro già negavano la vita condensandola [e chiudendola] in eccezionali strutture».
«Juan Baraja – come scrive il curatore Ermanno Tedeschi- è un’eccellente artista che si caratterizza per la sensibilità e l’impegno umano. Un artista esigente con sé e con gli altri, desideroso di testimoniare e focalizzare alcuni particolari aspetti della società odierna».
La fotografia, per Baraja, è uno strumento prezioso per fare conoscere la realtà nei suoi aspetti positivi e negativi. E, continua Tedeschi, «Gli scatti fotografici, quasi delicate opere d’arte che sembrano dipinte con il pennello, immortalano in particolare gli spazi comuni e quelli che sono stati trasformati da chi gli ha vissuti. Il progetto nella sua globalità è presentato come un mosaico composto da immagini di misure diverse in cui emergono dettagli architettonici, luci e colori frutto di uno specifico tipo di architettura; sembra quasi un invito ad entrare in un paesaggio che ci fa perdere di vista il palazzo stesso».
La mostra, composta da 34 scatti, resterà aperta fino al 17 novembre 2019 durante gli orari di visita del Museo [ore 9.00 – 20.00 / Mercoledì, ore 11.00 – 20.00]. Ingresso libero solo il giorno dell’inaugurazione.