Giovedì 17 novembre 2022 alle ore 18 nel Palazzo Santa Croce in via Santa Croce, 6 ad Altamura è in programma l’inaugurazione della mostra “Luigi Guerricchio Anni Settanta”.
La forma delle cose mi turba”. Potrebbe essere questo il sottotitolo della mostra di Luigi Guerricchio Anni Settanta che si inaugura ad Altamura.
La citazione – riportata nel catalogo [Torre di Nebbia Edizioni] – appartiene all’autore delle 30 opere [dipinti e tecniche miste] esposte in mostra.
Interverranno Maria Angelastri, Docente di Storia dell’Arte dell’Accademia di Belle Arti di Bari [in sostituzione della co-curatrice impossibilitata a intervenire]; Michele Saponaro, Storico dell’Arte del Ministero della Cultura a.r.; Antonio Guerricchio, Responsabile dell’Archivio Guerricchio; il gallerista Vincenzo Luigi Ferrara e la Storica dell’Arte Tiziana Moramarco [per conto di Francesco Di Gregorio, Presidente ARCI].
La mostra – promossa da Enzo Ferrara, con la collaborazione di Antonio Guerricchio, geloso, attento e amorevole custode dell’Archivio Guerricchio – è curata da Mariadelaide Cuozzo, Docente di Storia dell’arte contemporanea dell’Università degli Studi della Basilicata e da Michele Saponaro che negli anni Ottanta ha conosciuto e frequentato Luigi Guerricchio fino al suo ultimo e fatidico giorno di vita quando a Matera nel Caffè Hemingway, il 25 giugno1996, fu presentato Il Mercante della Murgia, il testamento artistico del “Guttuso della Murgia”.
«Nato nel 1932, Guerricchio appartiene – come scrive la Cuozzo nel suo saggio – a quella generazione di artisti lucani che esordirono negli anni Cinquanta sotto la fondamentale influenza intellettuale di Carlo Levi, Rocco Scotellaro, Leonardo Sinisgalli, Ernesto de Martino e della cultura politica di segno meridionalista. La sua storia fu inizialmente caratterizzata da un nomadismo cosmopolita, da allontanamenti e ritorni, da viaggi, contatti e conoscenze fondamentali che gli consentirono di allargare i propri orizzonti culturali».
E ancora: «Tra la fine degli anni Sessanta e gran parte degli anni Settanta, in un momento apicale della produzione figurativa di Guerricchio, ben rappresentato dalle opere inedite selezionate, si apre una fase di intenso sperimentalismo coniugato a una raggiunta padronanza dei mezzi espressivi. Tale straordinaria stagione creativa, intensamente emozionale, fu caratterizzata da un espressionismo violento che stravolgeva le coordinate spaziali e figurative, sospendendo la rappresentazione tra realismo e visionarietà. Sia nei dipinti che nei disegni e nelle incisioni, l’artista raffigurava i suoi luoghi e la sua gente; tuttavia nella sua interpretazione il noto e il quotidiano si rivelano essere tali solo in apparenza, mutandosi in apparizioni tutt’altro che rassicuranti che nascondono un lato inquietante e quasi alieno».
Hanno collaborato alla mostra e al catalogo: Pino Colonna [grafica], Antonello Di Gennaro [riprese fotografiche delle opere], Michele Cosola – Selecta [allineamenti cromatici e prove colore], Giuseppe Forte – Grafica & Stampa [stampa materiali della comunicazione e del catalogo], Antonio Nuzzi – Digital Print [stampa del pannelli introduttivi], Giovanni Di Trani [allestimenti].
Si ringrazia Vito Di Lena di Sistemalab srl per aver messo a disposizione le strutture espositive.
Le straordinarie foto, in rigoroso bianconero, che ritraggono Luigi Guerricchio nel suo studio, sono di Giuseppe Maino: la sua prematura scomparsa, avvenuta qualche anno fa, ha lasciato un vuoto incolmabile nel campo della fotografia.
E’ possibile visitare la mostra fino al 7 dicembre 2022, tutti i giorni dalle ore 16.00 alle 21.00 e la Domenica anche in ore antimeridiane dalle ore 10.00 alle 13.00. Ingresso libero.