Domenica 10 ottobre 2021 in occasione dell’appuntamento presso il cortile della Prefettura di Matera (Via XX Settembre, 2), durante il quale era prevista la chiusura della mostra (inaugurata l’8 settembre), organizzata dal Circolo Culturale La Scaletta in collaborazione con la Prefettura di Matera e con il Dipartimento delle Culture europee e del Mediterraneo dell’Università della Basilicata, Storia di una città. Matera nelle maioliche di Giuseppe Mitarotonda, a cura di Edoardo Delle Donne, è intervenuto il Prefetto di Matera Rinaldo Argentieri che ha proposto il prolungamento della durata della mostra fino al periodo natalizio.
Il Prefetto, presa visione del grande successo delle opere di Mitarotonda, ha esplicitato questa richiesta che è stata accolta con entusiasmo dal Presidente del Circolo La Scaletta Paolo Emilio Stasi.
Durante la serata è intervenuto anche il Presidente della Fondazione Zetema Raffaello De Ruggieri che si è soffermato in particolar modo sull’importanza e sulla valenza storico culturale del ciclo pittorico in esposizione dedicato alla storia della città di Matera.
Venti pannelli istoriati in maiolica decorata che sono da considerarsi un patrimonio artistico e non solo, inestimabile per la città di Matera, che può definirsi oramai moderno centro di cultura internazionale. Una mostra capace di proporre sul piano ideologico un incontro tra arte e storia del territorio, ribadendo ancora una volta il fondamentale valore educativo e formativo dell’arte nelle sue espressioni più alte.
Il filo conduttore della mostra è stato il tema del ricordo, tramite l’arte, che ignora la dimensione temporale, poiché in essa tutto è universale e include tutti i tempi.
Ogni pannello del ceramista materano Giuseppe Mitarotonda, composto da formelle di vario numero e dimensione, in ceramica maiolicata, evoca ritmi, luci, colori, stagioni antiche e un passato che reca nel fondo la verità più umana ed intima della storia di Matera. La pittura è liquida, limpida, svelta, e per tale ragione, forma e spazio diventano puro colore, quel colore che è un mezzo capace di esercitare un influsso diretto sull’anima.
Il fine è stato quello di rievocare l’antico, benché perduto, affinché diventi storia. Raccontare una storia affinché diventi memoria e la memoria corra alle più fantastiche imprese.
Come in un incontro tra due piani narrativi diversi per spazio e tempo, ma uniti dalla medesima idea di riconoscersi nella propria storia, durante il periodo espositivo, per quattro serate, professori dell’Università della Basilicata, del Dipartimento delle culture europee e del Mediterraneo, si sono confrontati sul passato (e dunque il suo lascito per il futuro) della città di Matera e le sue più interessanti vicende, partendo proprio da alcuni dei temi proposti nelle opere di Giuseppe Mitarotonda. Il ciclo di incontri, dal titolo Il mito e la storia. Dialoghi intorno alla Città di Matera, a cura del Prof. Aldo Corcella e con la partecipazione di Giuseppe Mitarotonda, ha trattato i seguenti argomenti: Le immagini di Matera tra archeologia e iconografia (Prof.ssa Francesca Sogliani, Il concetto di Antropocene tra consapevolezza e criticità (Prof. Marcello Schiattarella), La ceramica e lo spazio dell’architettura (Prof. Antonio Conte) e La costruzione della Cattedrale di Matera (Prof. Antonello Pagliuca).
La mostra sarà ancora visitabile il sabato con orari 10/13 – 17/20 e la domenica con orari 10/12.30 – 17/19.30. Le visite durante i giorni feriali sono su prenotazione per gruppi di almeno 10 persone o scolaresche all’email info@lascaletta.net o al num. 0835 336726.
L’ingresso è gratuito con esibizione di Green Pass, per il rispetto delle normative anti-Covid, all’email info@lascaletta.net o al num. 0835 336726.
Giuseppe Mitarotonda. Nasce a Matera il 7 aprile 1939. Dopo una breve esperienza nel campo del design industriale frequenta l’Accademia di Belle Arti di Brera. Rientrato a Matera, apre un suo laboratorio nel quale sperimenta varie tecniche operative privilegiando il percorso della ceramica come naturale necessità di una particolare espressione artistica. Negli anni Mitarotonda, giunge ad una concezione dell’arte quale unione di due elementi sostanziali: lo sguardo, come motore primo, come visione scatenante e l’immaginazione, elemento intimamente formale. Alla formazione di tale pensiero contribuiscono gli incontri e le collaborazioni con grandi artisti, che giunti a Matera, frequentano come naturale luogo di incontro il suo laboratorio, da Pietro Consagra a Francesco Alvarez, da Mino Maccari a Dadamaino (Edoarda Emilia Maino), fino a Kengiro Azuma e H. B. Assadour. Ma più intensa tra tutte sarà la collaborazione ed il rapporto di vera amicizia, con il pittore José Ortega, durante il soggiorno dell’artista spagnolo nella città dei Sassi. Così nasce in Mitarotonda, un senso più profondo per il colore inteso come principio visivo, trasceso nel concetto che il cielo è metafora dell’azzurro e non viceversa.