“Una vita da scienziata – i volti del progetto #100esperte”, realizzata dalla Fondazione Bracco, è da oggi esposta al Pad. 115 della Fiera del Levante di Bari e potrà essere visitata sino alla chiusura della rassegna fieristica barese. La mostra propone un itinerario di ritratti di grandi scienziate italiane a cura di Gerald Bruneau nei loro ambienti di lavoro.
Tra i 35 pannelli c’è la foto della professoressa Liliana Dell’Osso, unica lucana presente, che è nata a Bernalda ed ha studiato a Matera,direttore dell’Unità Operativa di Psichiatria dell’Università di Pisa e presidente del Collegio dei professori ordinari Italiani di Psichiatria. La sua foto dietro una grande maschera bianca è simbolo di tanti significati. Il Progetto partito con una piattaforma online con cento profili di esperte italiane (che si è poi arricchita con l’inclusione di nomi di economiste ed esperte di finanza), è proseguito con un libro e ora continua con la mostra di ritratti di alcune scienziate che si sono prestate a essere fotografate nei loro spazi di lavoro, ricerca, studio. Obiettivo: contribuire all’abbattimento degli stereotipi che ancora segnano il mondo della divulgazione scientifica, rappresentato nell’immaginario comune come prettamente maschile, e del pregiudizio diffuso secondo cui le donne sarebbero poco portare agli studi e alle professioni tecnico-scientifiche. Immortalare con il suo obiettivo queste scienziate per il famoso fotografo francese Gerald Bruneau ha significato svolgere una ricerca «tra la bellezza della vita e la bellezza inanimata degli strumenti e delle formule». Spiega l’artista: «Ho trovato grandi donne, anche quando piccole e fragili di aspetto, che hanno avuto la forza e la capacità di affermarsi e di conquistare spazi di rispetto, di responsabilità e direzione in un mondo così difficile, ancora fortemente androcentrico, diffidente, discriminante».
La psichiatra bernaldese Liliana Dell’Osso, direttore della clinica psichiatrica dell’Università di Pisa, è l’unica lucana presente nella banca dati online con i profili di cento esperte nelle aree scientifiche, secondo il progetto “100 donne contro gli stereotipi aree scientifiche, e fa parte del gruppo “Top Italian Women Scientists”. Il gruppo, promosso dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), riunisce 76 eccellenze al femminile, scienziate italiane impegnate nella ricerca biomedica, nelle scienze cliniche e nelle neuroscienze.
«C’è un’evidentissima influenza di una certa visione androcentrica della nostra società. In questa visione – dice la prof. Dell’Osso autrice di successi come “Il caso Coco Chanel” e “L’altra Marilyn” – il satellite “donna” ruota attorno al pianeta “uomo”. In una società dominata dalla ginefobia (discriminazione del genere femminile che comporta violazione dei diritti umani in ambito pubblico e privato, maltrattamenti, violenza fisica e psicologica, disinteresse delle istituzioni, esclusione dallo sviluppo e dalla democrazia), fenomeni di violenza di genere, quali lo stalking, lo stupro, il femminicidio, emergono come fenomeno strutturale. Nella mia carriera ho spesso affrontato un ambiente ostile, che già lo sarebbe stato a prescindere, ma anche perché ero una donna che doveva farsi strada in un mondo di uomini. Alcune esperienze mi hanno fatta riflettere e hanno modificato drasticamente il mio modo di vedere il mondo. Viviamo in una società patriarcale, in cui il potere femminile viene rifiutato anche solo nella possibilità, tanto che alle donne è concesso di occupare ruoli importanti solo se si “vestono” di una corazza mascolina”. Di qui la scelta della foto dietro una grande maschera bianca.