Nicola Pavese, Docente di Educazione artistica e pittore, ha inviato alla nostra redazione una note che alcuni riflessioni sulla figura dell’artista materano Luigi Guerricchio, completamente ignorato a suo giudizio dalla Fondazione Matera-Basilicata 2019. Di seguito la nota integrale inviata alla nostra redazione.
Nella programmazione di prestigiosi eventi culturali internazionali le città di Parma, Rimini, Napoli, Pescara, Palermo potrebbero ignorare concittadini, nonché personalità illustri, come Giuseppe Verdi, Federico Fellini, Eduardo De Filippo, Gabriele D’Annunzio, Renato Guttuso? Credo di no. Anzi, proprio intorno alle loro figure, al prestigio e alle riconosciute affermazioni artistico-culturali di ognuno, le suddette città realizzerebbero significativi omaggi e commemorazioni. Una scelta doverosa visto che con il loro impegno professionale attraverso i vari linguaggi artistici hanno dato sicuramente lustro e visibilità anche ai luoghi di origine.
Ebbene, tutto questo non accade nella distratta di Matera, dove sono già pronti gli eventi per celebrare la capitale europea della cultura per il 2019, e dove si continua a dimenticare e a emarginare sempre più il pittore locale Luigi Guerricchio. Una dimenticanza, meglio una esclusione, grave e imperdonabile, quasi si trattasse di un personaggio scomodo o del quale vergognarsi per la vita sconsiderata e poco raccomandabile.
Invece, dalla fine degli Anni ’50 al 1996 (anno della sua improvvisa scomparsa) é stato per vocazione ed estro creativo e narrativo l’ambasciatore di Matera, della Basilicata e della Murgia barese e del Meridione attraverso la sua pittura e la vasta produzione di opere grafiche. Ha raccontato, infatti, con le sue raffigurazioni e con il suo inconfondibile stile l’ultima Matera contadina dei Sassi ed è stato, quindi, un cantore appassionato della maternità e di antichi riti che ha illustrato e fatti conoscere in Italia e all’estero. Fino al riscatto e ai cambiamenti socio-culturali e urbanistici degli ultimi decenni, con uno sguardo rivolto sempre alla difficile condizione dell’uomo del Sud. Dunque, non uno qualsiasi! Basta soffermarsi sul suo corposo curriculum per averne conferma e scoprire i suoi rapporti, sin da giovane, con Kokoschka, Manzù, Casorati, Treccani, Cantatore, Del Pezzo, Guttuso… dopo essersi formato a Brera e all’Accademia di Napoli e frequentato Scotellaro, Levi, Rossi-Doria, Sinisgalli, Parrella, Trufelli e altri importanti intellettuali italiani.
Da ragazzo ho avuto la fortuna di frequentare per oltre un decennio il suo studio di via Ridola, diventando suo allievo, amico e assistente. Guerricchio l’ho accompagnato ripetutamente in giro per l’Italia in occasione delle sue mostre a Roma, Milano, Reggio Emilia, Salerno, Bari… e altre località. E come non ricordare un indimenticabile viaggio in Sicilia per incontrare Tono Zancanaro, Leonardo Sciascia, Antonino Uccello, Renzo Meschis, Vincenzo Nucci ed altri amici e intellettuali. Ovunque il Maestro materano era atteso e accolto con grande affetto e considerazione, e apprezzato per la sua pittura e il suo racconto suggestivo e poetico di Matera e del Mezzogiorno d’Italia. Erano tempi in cui la Città dei Sassi era ancora poco conosciuta ed esclusa dagli itinerari turistici internazionali. Spesso, dopo aver ammirato gli scorci dei Sassi abbandonati e le sconfinate terre materane, murgiane e del Metapontino nei dipinti di Ginetto non erano pochi coloro (soprattutto artisti, intellettuali, collezionisti e mercanti d’arte) che venivano a visitare Matera e la Basilicata proprio per conoscerne direttamente storia, fascino, monumenti e cultura.
Ebbene, per Matera 2019, nonostante cospicui fondi a disposizione e quattro anni di studio, discussioni e voluminosi dossier, Luigi Guerricchio non è stato mai menzionato e continua a rimanere nel dimenticatoio della classe politica materana e regionale e dei dirigenti della Fondazione Matera-Basilicata 2019. Pensate, è stato ignorato persino da Paolo Verri e Aurelia Sole (comunque due eccellenze) che in queste faccende di arte nei mesi scorsi hanno preso una solenne cantonata. Entrambi, infatti, hanno riservato la propria attenzione e una serie di apprezzamenti, osannandolo oltremisura, solo a un mestierante senza scuola né disegno, facendolo passare per creativo originale e rappresentativo della nostra storia e della nostra realtà. Di Guerricchio, come si dice, nemmeno l’ombra. Credo che ci sia parecchio per vergognarsi della superficialità di tutti coloro che, con ruoli diversi, ruotano intorno al “Matera 2019”.
Un’altra occasione persa dalla prossima capitale europea della cultura è proprio rappresentata dall’estate 2018 e più propriamente dalla “Festa della Bruna”. Sarebbe stato il momento ideale per inserire nel palinsesto della festa e dell’estate materana una mostra tematica dal probabile titolo “Guerricchio e la Bruna”, visto che nella sua ricca produzione ritroviamo numerose opere (dipinti, disegni, incisioni, xilografie, serigrafie) ispirate proprio alle tante suggestioni che il 2 luglio gli suscitava sin dalla giovane età. Possibile che tutto ciò è stato già dimenticato?
A questo punto ai tanti turisti e ai collezionisti e amici d’altri tempi che in queste settimane vengono a Matera o in vacanza nel Metapontino non rimane che ricordarlo ammirando la raccolta di sue opere allestita a Palazzo Lanfranchi. E mentre la città è sempre più assopita e incredula su Matera 2019, si organizzano strombazzate grandi mostre ed eventi strabilianti per tutte le età e si riceve il ministro per le Attività Culturali, Bonisoli, al quale non si parla di Guerricchio. Che è stato un uomo e un artista che la sua città l’ha amata con grande passione e trasporto emotivo, ricevendo sempre ben poco rispetto a quello che ha rappresentato per la comunità materana e per l’arte italiana.
Nella foto Luigi Guerricchio