Riportiamo di seguito l’intervista rilasciata da Pietro Bitonti responsabile del Museo “in Viaggio In Basilicata” in occasione della mostra “Minoranze Silenziose”.
Il Museo “In Viaggio in Basilicata” all’interno del Palazzo Arcieri Bitonti a San Mauro Forte sta ospitando la mostra dal titolo “Minoranze Silenziose” del maestro Nico Paladini. L’evento è patrocinato dal Comune di San Mauro Forte in collaborazione con il Museo “In Viaggio in Basilicata” e l’azienda agricola Bitonti. L’apertura al pubblico è prevista dal 26 maggio al 17 giugno 2018, solo nei giorni di venerdì, sabato e domenica con ingresso libero con i seguenti orari 10.00/13.00 e 17.00/20.00.
Il Museo di Palazzo Arcieri Bitonti, denominato “In Viaggio In Basilicata” è installato negli spazi dell’omonima dimora settecentesca situata nel centro storico di San Mauro Forte in provincia di Matera. Il progetto istitutivo dell’area museale si è sviluppato nell’ambito della Misura 323 per la tutela e la riqualificazione del patrimonio rurale ricadente nel PSR (Programma Sviluppo Rurale – Regione Basilicata 2007 – 2013).
Il museo ha aperto i battenti nel mese di novembre del 2015 grazie all’impegno profuso dal dott. Pietro Bitonti che in due anni ha sviluppato un proficuo calendario di eventi culturali.
Dottor Bitonti, come nasce l’idea di ospitare la mostra del maestro Paladini?
“In Viaggio In Basilicata” è un luogo piuttosto originale. Oltre ad essere un museo connesso ad un’azienda di famiglia, esso è un presidio culturale che accoglie le forme d’arte tra le quali quella pittorica assume un ruolo di primo piano. Il progetto culturale prevede ormai che ogni anno venga ospitata presso il museo una mostra personale di un noto pittore di arte contemporanea. Il fortunato incontro con il signor Emanuele Coretti, materano esperto cultore di arte pittorica, ha così consentito di ospitare fino al prossimo 17 giugno l’esposizione del maestro Nico Paladini, un evento di grande importanza che riporta in Basilicata la corrente artistica del Metropolismo, movimento che ha segnato un ritorno al figurativismo e alla testimonianza più immediata sulle grandi questioni della società moderna.
È possibile tracciare un primo bilancio da quando ha aperto i battenti il suo museo, anche in rapporto alle attività culturali che sono state sviluppate in questi anni e da ultimo proprio la mostra che ospita in queste settimane?
Il bilancio può definirsi senz’altro positivo. Oltre ad avere registrato un numero complessivo di visitatori superiore alle duemila presenze, il museo ha ospitato dodici eventi culturali tra cui un’assemblea regionale dell’Associazione Dimore Storiche Italiane, varie presentazioni di libri, concerti, serate teatrali e mostre di pittura. Con la mostra personale del maestro Nico Paladini “Minoranze Silenziose”, che in occasione del vernissage ha contato circa un centinaio di ospiti, il museo si conferma ancora una volta sede ideale di eventi prestigiosi, solitamente fruibili in contesti cittadini di vivace fermento culturale. Ciò che più gratifica è poi l’entusiasmo con il quale la comunità sanmaurese ha accolto e sostiene l’iniziativa.
Lei è titolare anche di un’azienda agricola, ma con caparbietà sta proponendo un nuovo modello di sviluppo e fruizione culturale. Qual è secondo Lei il nuovo paradigma di riferimento per “fare” cultura nella provincia del Sud Italia?
La mia attività di imprenditore agricolo è il fulcro di tutto il mio progetto e credo che la cosiddetta “distintivitá” delle produzioni locali sia la migliore leva per la crescita del nostro territorio. Legare il progetto culturale “In Viaggio In Basilicata” al marchio Bitonti significa infatti raccontare la nostra Basilicata e il contesto socio-economico in cui nasce un prodotto di lunga tradizione, quale è il mio olio extravergine di oliva Majatica di Ferrandina. Oggi, grazie anche alla multifunzionalitá, stiamo finalmente iniziando a comprendere quante opportunità possa offrire questo settore, quanti ambiti innovativi e quanti talenti eccezionali vi possano trovare espressione. Pertanto fare cultura al sud può significare diffondere uno stile di vita privilegiato, legato alla bellezza artistica, alla storia, all’alimentazione sana a mezzo di buone pratiche agricole.
Quali sono i progetti?
Posso dire che sono progetti ambiziosi, per la mia azienda e per il territorio. Al momento però preferirei non parlarne, anzi sarà meglio che mi rimetta immediatamente a lavoro.