È stata prorogata al 25 giugno 2017 Portami al Confine, la personale dell’artista milanese Valerio Rocco Orlando ospitata nelle sale 6 e 7 del MUSMA.
Dieci laboratori, un incontro aperto alla cittadinanza e un workshop di scrittura si sono succeduti a Palazzo Pomarici nel corso dei mesi, a partire dal 29 ottobre 2016, data di inaugurazione della mostra. Gli abitanti di Matera e i visitatori del museo sono diventati, in questo modo, i protagonisti della costruzione di un’opera d’arte collettiva giunta alla sua fase conclusiva che condurrà alla realizzazione di un film, le cui riprese inizieranno a maggio 2017.
«Portami al Confine – ha dichiarato il direttore del MUSMA Tommaso Strinati – avrà una sua conclusione naturale con la realizzazione del video, visibile al pubblico dal mese di giugno in sala 7, e del catalogo; quest’ultimo darà conto della realizzazione dell’installazione, portata a compimento grazie a un lavoro di squadra che ha visto coinvolto tutto lo staff del MUSMA.
In continuità con la vocazione sperimentale del Museo la nostra programmazione proporrà iniziative sempre più orientate a valorizzare forme di espressione artistica trasversali, che sappiano viaggiare tra il presente e la memoria».
Che cos’è un confine? Come funziona? Come viene vissuto? Sono alcuni dei quesiti che l’artista ha posto ai partecipanti agli incontri, documentati da testi, immagini, pensieri, racconti, ora raccolti sul “Tavolo della comunità” il grande tavolo – laboratorio che, insieme al neon rosso con l’invito “Portami al Confine” e alla lettera dell’artista, prendono posto in due delle sale del piano superiore del MUSMA. Nel corso dei mesi di produzione del film, tavolo, neon e lettera continueranno ad essere il canovaccio visivo di riferimento che i visitatori del museo potranno integrare con nuovi spunti e osservazioni.
Come ha scritto la storica dell’arte e giornalista Teresa Macrì su Il Manifesto, nella sua recensione della mostra: “Portami al Confine nasce in un luogo fortemente contrassegnato come quello di Matera e si insinua come un lucido pensiero rizomatico che attinge e penetra il territorio ma lo trasferisce in una riflessione contemporanea sulla dimensione del reale”. Il Museo di Scultura di Matera è diventato, a partire da ottobre 2016, uno spazio di incontro per i membri della comunità che hanno avuto la possibilità di discutere, scontrarsi e confrontarsi sul tema ampio, fondamentale e attualissimo del confine. Un confine a volte interpretato a partire dalla sfera privata, dell’interiorità e delle esperienze personali, a volte tramite quella più ampia dell’attualità politica e delle trasformazioni socio-culturali del mondo contemporaneo. Strettamente connesse al pensiero che ha guidato la nascita di Portami al Confine, le incursioni nello spazio urbano hanno portato nel museo i luoghi fisici ed emotivi attraverso i quali i cittadini hanno costruito la propria idea di comunità.
Il confine in cui ci riconosciamo, quello in cui ci riconoscono e in cui riconosciamo gli altri, sarà il filo conduttore del film che alla fine della lavorazione verrà proiettato nelle due sale che attualmente espongono documenti e testimonianze delle fasi di preparazione del lavoro.
Mar 01