E’ stato presentato a Roma nella splendida cornice della libreria “Punto Einaudi – Labicana” il volume “Mario D’Imperio” (Lithos Editrice), un catalogo che raccoglie alcune delle più importanti opere dell’artista e medico di origini lucane. Il libro, a cura di Emanuele Pecoraro, ripercorre 35 anni di attività artistica ed è corredato da ben 62 immagini a colori e in bianco e nero, scelte tra i suoi oli e acrilici su tavola e le pitture su ceramica.
Durante l’incontro, moderato dal giornalista Emanuele Pecoraro, è stata anche inaugurata la mostra “Tra Eros e Mito”, che sarà aperta al pubblico sino al 10 luglio tutti i giorni dal lunedi al sabato dalle 10.30 alle 20.00 con orario continuato. L’esposizione è patrocinata dal Comune di Matera, Capitale della Cultura 2014
Ricchissimo il parterre degli ospiti che hanno preso parte alla manifestazione. Le storiche dell’arte Loredana Finicelli e Beatrice Mastrorilli, autrici di due interessanti saggi critici, hanno evidenziato le peculiarità e le proprietà formali dell’artista, lo scrittore Paolo Di Caprio, ispirandosi alle opere di Mario D’Imperio, ha parlato delle liriche contenute nel volume mentre il produttore e regista cinematografico Pierfrancesco Campanella, famoso per i suoi film “Bugie rosse” e “Cattive inclinazioni” ha approfondito il rapporto tra cinema e arte. Non sono mancati momenti di spettacolo regalati dall’attrice Carla Dujani Solaro, lanciata sul grande schermo da Tinto Brass in “Fermo Posta”, che ha letto una intensa poesia del musicista jazz Aldo Bagnoni e Angelica Cacciapaglia, nota al grande pubblico per essere la famosa Giulia, interprete del celebre video “Dedicato a te” de Le Vibrazioni e di tante pellicole di successo.
La serata è stata orchestrata con abilità, professionalità e competenza dal giornalista Emanuele Pecoraro che ha da poco debuttato dietro la macchina da presa con il discusso cortometraggio “Solitudini pericolose”. Da questa opera prima, tacciata di estrema scabrosità e perversione, ma che affronta con coraggio e in maniera fuori dagli schemi temi attualissimi come la violenza sulle donne e il femminicidio, è stato pubblicato sempre per Lithos un interessante libro che svela il dietro le quinte del minifilm.
La ricerca espressiva di Mario D’imperio utilizza il mezzo della pittura per sondare l’animo umano, la forza delle passioni, i sortilegi della sensualità e il binomio dicotomico uomo-donna.
Gli abbracci potenti dominano lo spazio della tavola e le coppie sono le assolute protagoniste. I corpi statuari e le forme poderose ma accoglienti mostrano tutta la loro plasticità. Le figure “emergono per sottrazione” della materia del colore e diventano veri propulsori di energia vitale, generatori di metamorfica forza passionale e di campi energetici, descritti attraverso movimenti cromatici circolari che si dispiegano intorno ai personaggi le cui mani, le braccia, le gambe e persino i volti spesso si sdoppiano in vortici di sublimi emozioni gestuali.
Tra i soggetti rappresentati spesso figurano chiari riferimenti alla sua città d’origine, Matera. E’ proprio nel ventre di questa città uterina, scoperta nel 1945 da un altro grande artista e medico come Carlo Levi nel suo romanzo più famoso “Cristo si è fermato ad Eboli” e oggi pienamente riabilitata come Capitale della Cultura 2019, che convivono eroi mitologici e iconografie religiose, perennemente in movimento, che sembrano trovare riposo nella circolarità di un abbraccio. Sono immagini spesso erotiche, espresse nella sensualità di corpi quasi avvinghiati ma mai gratuite e banali, rese uniche dalla passione più vera, dallo scambio profondo di sentimenti essenziali ed enfatizzate da una carica cromatica brillante, audace ed intensa. Figure che spesso animano anche i suoi tanti alberi della vita, tema questo caro all’autore, forgiate come ramificazioni di quel mistero che è la vita stessa. Non manca poi una originale e particolare visione del concetto di paternità con un padre riabilitato ma al tempo stesso ribaltato nel suo ruolo. Un padre che vive un rapporto quasi energetico e affettivo con il figlio, proteggendolo con il suo corpo – corazza ma che, pur rimanendo una figura estremamente virile, non ha problemi nel rivelare tutta la sua poesia e dolcezza. Una figura paterna che si fa madre, divenendo ciò che per lui non è mai stato stabilito e riservato da secoli di oscurantismo cattolico.
Mario D’Imperio è un profondo conoscitore e sperimentatore delle tecniche artistiche e lo fa sia recuperando procedimenti antichi come ad esempio la pittura ad encausto che però connota con elementi moderni: alla cera a freddo unisce oilbar e acrilico, creando un effetto spugnato e intervenendo con acquaragia per dare effetti di sottrazione di colore. Produce inoltre le sue ceramiche a terzo fuoco dalle quali traspare tutta la poesia dei suoi soggetti dai languidi e fascinosi volti femminili, alle figure degli amanti abbracciati ed anche le nature morte, colte in particolari dagli effetti cromatici brillanti. In tutte le composizioni il segno coincide con lo spessore materico del colore steso a corpo che sulla superficie lucida della ceramica delinea le figure rendendole presenze vive quasi tridimensionali.
La pubblicazione si avvale dei contributi critici degli storici dell’arte Loredana Finicelli e Beatrice Mastrorilli e del regista e produttore cinematografico Pierfrancesco Campanella. A commento di alcuni quadri sono state scelte ed inserite delle liriche inedite del poeta Paolo Di Caprio e del musicista e compositore Aldo Bagnoni. Un connubio quasi voluto di arte, musica e poesia!