Anche quest’anno, in occasione del Santo Natale, per iniziativa del Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller” – MIG. Museo Internazionale della Grafica – Biblioteca Comunale “Alessandro Appella”- “Atelier Guido Strazza”,con la collaborazione della Pro Loco di Castronuovo Sant’Andrea, della Parrocchia, dell’Amministrazione Comunale e del Parco Letterario “Carlo Levi” di Aliano, si ripete il consueto appuntamento con i “Presepi d’artista”, che dal 1995 si muove da Trieste a Palermo e vede l’esposizione, in antichi e suggestivi spazi allestiti per l’occasione, di alcuni dei ventiquattro presepi realizzati, su invito dello storico dell’arte Giuseppe Appella, da artisti contemporanei. Lunedi 7 dicembre 2015, alle ore 17.00, ad Aliano, in provincia di Matera, presso la Chiesa di San Luigi Gonzaga si terrà la cerimonia inaugurale dei quattro grandi presepi d’artista allestiti in vari ambienti di Palazzo De Leo, sito in via Carlo Levi: il Presepe blu notte di Guido Strazza, il Presepe alluminato di Carlo Lorenzetti, il Presepe giocoso di Ettore Consolazione e il Candido Presepe di Salvatore Sava. Un’iniziativa che ha come obbiettivo quello di offrire la possibilità, a quanti ne abbiano voglia, di cogliere il significato mistico della Natività attraverso la scoperta delle nuove forme di arte sacra e quello di unire il territorio attraverso l’arte e la cultura divulgando, per mezzo delle proposte didattiche per la scuola, strettamente legate all’esposizione dei presepi, le attività che il MIG, da più di due anni, e il Museo Internazionale del Presepio “Vanni Scheiwiller”, attivo dal 7 dicembre 2014, mettono in campo a favore dei paesi lucani dell’area del Pollino e di quelli limitrofi.
Il Presepe blu notte di Guido Strazza, sorge su un grande cielo suddiviso in cinque parti dove la stella cometa trova la sua luce accogliendola e diramandola fuori dal recinto di vetro. Non ci sono figure ma forme geometriche, orme che hanno un loro punto di arrivo ma non rivelano il loro luogo di provenienza. Ne deriva una sorta di stupore metafisico, l’affermazione, costante dalla seconda metà degli anni cinquanta, di una logica rappresentativa divisa tra l’esprimibile e l’inesprimibile, in questo caso tra la storia, i suoi personaggi secondari, e la luce che annuncia una nascita trasmessa da un’altra luce, sottostante, tanto intensa da indurre al movimento, a portare il dono dell’andare accogliendo “la speranza di stare insieme”. I Magi si muovono come pedine verso la luce, in perfetta consonanza con il colore e gli stati d’animo che l’una e l’altro sollecitano, tanto quanto le relazioni esistenti tra i personaggi-oggetto e l’enigma di quella Luce che blocca la notte e cancella il buio per spingerci a porre i nostri passi, in simbiosi, su quelli già resi stigma. L’immagine è sempre un elemento formale, anche quando si fa racconto attraverso linee di luce rese elementi vivificanti della notte. La luce, divenuta centro di una iconografia che si ripete da secoli, non è esterna al colore. Viene espressa “visivamente”, illumina “qualcosa di cui si è perduta memoria” o viene ripetuto senza avvertire il costante richiamo di una nascita che, ogni anno, d’improvviso, si rinnova come presenza. Guido Strazza è nato a Santa Fiora (Grosseto) nel 1922 e risiede a Roma. La sua attività artistica inizia molto presto, dopo l’incontro con F. T. Marinetti. E’ stato Direttore dell’Accademia di Belle Arti di Roma, Presidente dell’Accademia di San Luca e ha ricevuto il Premio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei nel 1988 e nel 2003.
Il Presepe alluminato di Carlo Lorenzetti, realizzato in alluminio, è composto di 22 personaggi, uomini e animali. La vera protagonista è Maria, che distende intorno lampi di vivace leggiadria, senza intaccare il tono del racconto carico di riferimenti al linguaggio teatrale che definisce dimensioni, posizioni, ruoli, unità, stabilità e valore domestico della macchina presepiale per sottrarla a ogni cristallizzazione di spontaneità e, soprattutto, all’elemento bucolico, alla finzione, alla eterogeneità e alla polimatericità che, dopo la settecentesca stagione napoletana, ancora la qualifica. Un foglio di alluminio inarcato, scavato, piegato e levigato suggerisce lo slancio più che rappresentare l’immagine impostata staticamente, tradotta con andamento ritmico nel semplice ed essenziale rapporto concavo-convesso e pieno-vuoto, realizzata per tagli di luce orientati dalla cometa. L’avvenimento evangelico, chiuso in uno spazio delimitato, non è distribuito in momenti. Ha un nucleo centrale nel Bambino scivolato con grazia dalle braccia della Madre, fuori da ogni riparo e da ogni amplificazione di ricordi.Carlo Lorenzetti, nato a Roma nel 1934, allievo di Afro, Fazzini, Quaroni e Gerardi, è attivo dalla fine degli anni Cinquanta. E’ Presidente dell’Accademia Nazionale di San Luca.
Ettore Consolazione, per il suo Presepe Giocoso, è partito da un gruppo di segni del 1988, che avevano dato origine alla scultura Migratori dalle esili gambe, per trovare l’alfabeto necessario a comporre, in materie concrete quali il legno, il cemento e il ferro, il suo presepe giocoso, quasi dovesse tornare alla genesi delle cose stesse e tessere, rapidamente, esperienze differenti attraversate nel nome di una nascita. La riscrittura di figure e di emblemi che percorrono l’intera storia dell’arte, il movimento leggero preparato con triangoli, coni, piramidi, sfere, obelischi, birilli e sogni disposti a scandire il ritmo di un mistero senza tempo, apre a un serie illimitata di sequenze nelle quali le figure centrali della Madonna, di San Giuseppe e del Bambino Gesù fissano una serie di rapporti che i testi biblici riportano all’antico, a luoghi mitici, e i colori accentuati dalla luce a una favola moderna il cui paesaggio è quello dell’anima, di una gremita trama di pensieri pronti ad occupare uno spazio frantumato, asimmetrico, eccentrico. Evidente, la costante giocosa non disgiunta dalla stabilità delle strutture a cui Consolazione affida le proprie fantasie sostenute da volumi fluttuanti che danno vita a composizioni in apparente disarmonia. Ettore Consolazione è nato a Roma nel 1941. Nel 2008 ha realizzato, nella nuova sede della Unipol Bank in piazza Esquilino, una scultura di grandi dimensioni.
Il Candido Presepe di Salvatore Sava, è una grande scultura componibile formata da una trentina di personaggi scolpiti in grandi blocchi geometrici di pietra leccese, e la mostra di disegni e opere grafiche realizzati dell’artista. Finito il suo presepe, Salvatore Sava istintivamente lo ha portato sul prato del suo paese in modo che il bianco della pietra risaltasse sul bruno denso della terra. Ciò che poteva sembrare solo una necessità pratica, una sorta di messa in scena dei personaggi, per calcolare l’occupazione dello spazio prefissato, diventava un omaggio al paese, alla sua gente, alle famiglie di contadini tra i quali era cresciuto e che, senza volerlo, si scoprivano collocati al centro del recinto. Il Bambino, Giuseppe e Maria sono, allora, l’emblema del fuoco domestico, della “casa-famiglia” portata a una sintesi estrema, ridotta a una pura struttura, alla forma squadrata e appena sbozzata della pietra leccese. Il candore, che uniforma il Bambino e le pecore raccolte intorno al pastore, senza soluzione di continuità, in un solo blocco a strutture parallele, diventa il simbolo dell’innocenza perduta e il motivo conduttore di una meditata essenzialità rappresentativa.Salvatore Sava è nato il 13 giugno 1966 a Surbo (Le) e insegna dal 1990 all’Accademia di Belle Arti di Lecce.
I Presepi, accompagnati da un volumetto pubblicato dalle Edizioni della Cometa, con un testo di Giuseppe Appella e una Preghiera a Gesù Bambino scritta dagli artisti, potranno essere visitati ogni giorno fino al 6 febbraio 2016, dalle ore 10:30 alle ore 12:30 e dalle ore 15.30 alle ore 19:30 (Per info: 0835 568529)