In seguito ai provvedimenti post-Covid, è stata procrastinata, oltre il 7 giugno 2020, la mostra temporanea in corso, inaugurata lo scorso 1 febbraio al Museo Nazionale della Siritide di Policoro (antica Eraclea), ideata e organizzata dal Polo Museale della Basilicata, in collaborazione con il Museo Archeologico Nazionale di Napoli (MANN), il Museo Archeologico di Taranto (MarTA), dal quale provengono reperti basilari, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata. Questo evento sonante è stato promosso dall’Amministrazione Comunale di Policoro, in occasione del Cinquantesimo Anniversario del Museo. La Mostra ruota attorno a un prestito straordinario: le Tavole di Eraclea, ritrovate presso il greto del fiume Cavone, conservate nella sezione epigrafica del Museo di Napoli e stimate uno dei più importanti documenti epigrafici della Magna Grecia, ricreano il filo di un racconto, di una narrazione complicata che dà conto della parabola storica, della densità e complessità degli avvenimenti accaduti nel corso dell’esistenza della colonia magno-greca Eraclea, dalla sua fondazione da parte di Taranto nel V sec. a.C., fino alla sua consacrazione a municipio romano, nonché sono lo spunto per evocare il fenomeno più recente della Riforma Agraria degli anni ’50 del secolo scorso e, per diversi aspetti, quello del concomitante avvio alle esplorazioni archeologiche nell’area, grazie alla lungimirante azione di Dinu Adamesteanu, primo Soprintendente archeologo della Basilicata e fondatore del museo della Siritide. Le lastre di bronzo, di differenti dimensioni, perfettamente conservate, incise su entrambi i lati, presentano due testi. L’iscrizione greca della faccia anteriore, risalente al III sec. a.C., ricostruisce le istituzioni di Eraclea e di converso quella della sua ben più insigne madrepatria Taranto, di cui si sa pochissimo per il silenzio delle fonti letterarie. E’ un regolamento concreto per la divisione dei terreni tra il Santuario di Atena e quello di Dioniso dopo un lungo periodo di incuria, in quanto i limiti di confine erano ricoperti di fango; sono elencate le modalità d’affitto dei terreni, le procedure adottate dagli ingegneri per misurarli e l’organizzazione della città gestita da esperti eletti dall’assemblea, da un eforo annuale e da due censori. L’operazione, abbastanza certosina, si conclude con concessioni valevoli anche per gli eredi dei concessionari, tenuti al pagamento di un canone annuo e alla coltura di determinate piantagioni. La combinazione dell’ereditarietà e perpetuità del godimento con il controllo quinquennale dell’autorità, con prevalenza dell’uno o dell’altro elemento, a seconda che gli appezzamenti siano più o meno incolti, ha un mirabile interesse per la storia economica e giuridica e conferisce a questi documenti un “primo posto” tra le innumerevoli epigrafi che descrivono l’enfiteusi. Sul lato opposto (trattasi di una tavola opistografa), in età cesariana, nel I sec. a.C. è stato cesellato il testo latino che illustra una storia macchinosa, ovvero il tramonto della Magna Grecia e il controllo definitivo di Roma su tutto il Meridione. Questo passaggio è contrassegnato da alleanze culturali e da duri eventi bellici, come la Seconda Guerra Punica e la battaglia di Pirro; è un compendio di leggi municipali di età tardo-repubblicana relativa alle distribuzioni gratuite di frumento, all’edilizia, all’ordine pubblico e all’eleggibilità delle curie e delle magistrature. In dialogo con le due Tavole, dove si intessono secoli di tradizione storica, archeologica ed epigrafica, sono esposti rilevanti reperti provenienti da altri centri magno-greci. Bellezza ed Emozione sono simbionti in quanto si tratta di un testo giuridico, corredato da una particolare ricerca estetica: la cornice borbonica. L’allestimento dell’esposizione “binaria” che parla un linguaggio ostensivo, circolare nel racconto e nella proiezione verso l’esterno, ha un’asse architettonico spartiacque. L’idea della mostra è un’occasione per collegarci con il presente in un percorso storico ideale, attraverso la lettura del’intero territorio ionico in chiave sociale, politica ed economica: un’Eccezionale Operazione Culturale Didascalica! Il Museo Nazionale della Siritide, in occasione delle Giornate (19, 20 e 21 Giugno 2020) Europee dell’Archeologia (GEA), organizzate dal Ministero della Cultura francese, ha deciso di offrire, solo per venerdì 19 e sabato 20, incluso nel costo del biglietto e nel rispetto di tutte le misure del contenimento della diffusione pandemica, delle speciali visite guidate alla mostra delle Tavole di Eraclea, a cura del direttore, Savino Gallo e di altri esperti archeologi: occasione irripetibile, memorabile visione a tutti.