Mercoledì 10 aprile 2019 dalle ore 18,30 presso La Lopa in Via Bruni Buozzi 13 a Matera è in programma l’inaugurazione della mostra “Quando il mouse era Mickey era tutto più vero” di Edward Spitz, a cura di Ermanno Tedeschi. La mostra resterà aperta fino al 19 maggio 2019.
Pensare che il fumetto ha 120 anni fa riflettere sulla forte l’esigenza di parlare per immagini, ma se la fotografia ferma un’istante, il fumetto lo fa correre; se il cinema impone un tempo di produzione standard, gli schizzi ci consentono un approccio con i nostri tempi. D’altronde di fumetti in termini di pre-semiotica si è occupato anche Umberto Eco.
“Il fumetto che ha origini lontane, è una delle massime espressioni di arte figurativa ed anche di scene di vita che sono strettamente legate alla realtà.” Precisa Ermanno Tedeschi curatore della personale di Edward Spitz.
Questa mostra, quindi, non è una mostra qualsiasi: è un salto dentro un mondo iconograficamente sorprendente e vivace, giocoso e serissimo. 10 opere che trascinano lo spettatore, quasi un lettore di strisce, dentro a una dimensione altra, in cui si si trova subito a proprio agio. D’altronde chi non ha mai letto Topolino o sfogliato storie avvincenti di supereroi?
Il lavoro di Edward Spitz è ironico e garbato, alla base dei suoi quadri illustrazioni vintage di fumetti d’epoca sulle quali fa parlare i suoi personaggi, che guardano ed ammiccano a chi è di fronte. Portano in primo piano, ingigantiscono, nel valore di una figura chiave: Minnie, Topolino, Paperino … son lì pronti a raccontarci un frammento di una storia, vera! Con questo meccanismo i quadri rompono lo schema narrativo del fumetto e diventano opere d’arte.
“Edward Spitz ha compreso quale fosse il valore artistico del fumetto, che lo induce a creare opere che a prima vista hanno uno valore decorativo. – continua Tedeschi – Ciò non corrisponde alla realtà, perché dietro l’utilizzo dei fumetti come base per la pittura in acrilico e resinadei diversi personaggi, c’è uno profondo studio di carattere psicologico e sociale, che rende le sue opere allegre ed allo stesso tempo drammatiche, come nella rappresentazione di Paperone o in quella di Topolino, completate da scritte di estrema saggezza, che recitano «alcune volte tu non hai mai conosciuto il vero valore di un momento fino a quando diventa Memoria» oppure «la vita è troppo corta per indossare vestiti noiosi»”.
Spitz parla di propri lavori spiegando che ama riportare in auge le icone di una cultura popolare di massa di cui tutti hanno memoria visiva: “Ho deciso di cavalcare l’onda dell’immaginario-replicante con l’immediatezza dell’arte: le icone che ripropongo derivano tutte dal mondo dei fumetti. Il fumetto, quindi, diventa il mezzo di comunicazione che si produce con l’incontro tra immagine e parola, nonché mezzo di svago ed evasione dalla realtà. Così i miei quadri hanno come sfondo fumetti originali, che vengono direttamente dal passato, tutti sormontati da un ulteriore icona, che appartiene anch’essa alla vecchia generazione, seppur espressa in forme e colori diversi. È un modo di esprimere il paradosso della società di massa: è l’evasione della realtà diventa realtà.”
Biografia
Edward Spitzè un artista che parla poco si sé, e preferisce che a parlare siano i suoi quadri. Di lui si sa che è l’artista dei fumetti, di cui è anche un irriverente collezionista. Naturalmente è un accanito lettore di strisce: Topolino, Braccio di Ferro, Linus e Superman. I classici. Le sue opere sono esposte in diversi luoghi pubblici e privati in Italia e all’estero. Partecipa a collettive e personali.