L’artista materano Franco Di Pede in una nota inviata al sindaco di Matera chiede un intervento dell’Amministrazione Comunale per riqualificare le sculture della Via Crucis ubicata sulla strada che conduce al Cimitero minumentale di Matera. Di seguito la nota integrale.
Gent.mo Sig. Sindaco,
La Gazzetta del Mezzogiorno pubblicava il 31 ottobre 1979 una lettera degli alunni della 3a classe della Scuola Media “ G. Pascoli “ di Matera, di cui ero docente di Educazione artistica, rivolta ad evidenziare, non per una semplice denuncia, lo stato di abbandono della Via Crucis ubicata in via Cimitero, ma per sviluppare l’amore ed il rispetto del territorio e l’interesse per i beni culturali.
Durante una lezione svoltasi all’aperto, dedicata alla scultura si osservò il percorso della Via Crucis che si snoda lungo via Cimitero ora denominata Quattro Novembre. In quel preciso momento si constatarono le pessime condizioni delle sculture, determinate dal degrado operato dagli agenti atmosferici e dal disinteresse generale dei cittadini.
Le suddette sculture della Via Crucis rappresentano una vera opera d’arte voluta nel 1930 dall’abate mons. Marcello Morelli e commissionata allo scultore torinese Ercole Reduzzi tramite la mediazione di un nostro concittadino, il pittore materano Rocco Carlucci attivo, in quel periodo, a Torino e amico dello stesso scultore. L’opera fu finanziata interamente con le offerte dei fedeli.
Ebbene, Signor Sindaco, a distanza di 38 anni dopo il restauro attuato dall’artigiano Francesco Pentasuglia, quelle opere hanno perso il loro splendore sia per l’incidenza negativa del tempo che ha fatto la sua parte, sia per la cattiveria umana che ha sottratto i bassorilievi di alcune nicchie, come appunto si coglie nella foto allegata.
Penso che sia giunto il momento di porre una maggiore attenzione a quest’opera non solo per ricordare la pietà religiosa ed il senso della fede mostrati dai nostri concittadini nel passato, ma anche per ristabilire i suoi precisi aspetti di un’ autentica opera d’ arte. Per questi motivi si rende indispensabile realizzare un completo e radicale lavoro di restauro con un modesto impegno finanziario che restituisca all’intera collettività cittadina un’opera che le appartiene.
Franco Di Pede