Il 12 febbraio 2018 la Direzione Generale Bilancio del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (MiBACT) ha approvato il finanziamento del restauro dell’opera scultorea e pittorica Madonna col Bambino, Incoronazione della Vergine, Eterno Padre e Santi, in legno intagliato,dorato e dipinto, posta sopra gli stalli del coro della Chiesa Santa Maria Assunta di Stigliano, accreditando la somma di 100.000 Euro in favore della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio (SABAP) della Basilicata che si occuperà dell’esecuzione dei lavori e dell’alta sorveglianza curata dalla propria équipe di tecnici, storici dell’arte e restauratori. La progettazione dell’intervento sarà realizzata in collaborazione conElisa Acanfora, docente dell’Università della Basilicata e storica dell’arte esperta di pittura lucana.
Il provvedimento fa seguito alle segnalazioni del Parroco della Chiesa di Santa Maria Assunta e ai sopralluoghi e le valutazioni scientifiche della Soprintendenza, da sempre impegnata nella tutela capillare del territorio e del suo patrimonio storico artistico.
La pala d’altare di grandi dimensioni – 5,45 metri di larghezza x 6 metri di altezza – eseguita nel 1521, in base ad un’epigrafe dipinta sopra la nicchia centrale che riporta anche il nome del committente (il duca di Mondragone Antonio Carafa, incoronato due anni dopo Principe di Stigliano), è collocata nella chiesa madre di Santa Maria Assunta – dove fu trasferita, per le cattive condizioni dell’edificio, dall’ex Convento di Sant’Antonio da Padova di Stigliano nel 1883 – a circa 1,5 m dalla parete di fondo del presbiterio alle spalle dell’altare maggiore, su un supporto ligneo pensile.
L’opera ha subito interventi di ridipintura che ricalcando le immagini originali hanno alterato la leggibilità dei dipinti. Il manufatto, che ha perso l’originaria predella, è attualmente costituito da due registri. Quello maggiore ospita, in un’ampia nicchia centrale, il gruppo della Madonna col Bambino sormontato da due angeli nei pennacchi ed è suddiviso a sua volta in due livelli ai lati della nicchia. Quello superiore è occupato da clipei con busti lignei dei quattro Evangelisti mentre al livello inferiore vi sono due tavole per parte con figure di santi. Il secondo registro è ripartito in cinque riquadri con altrettante tavole dipinte raffiguranti l’Incoronazione della Vergine al centro e figure di Santi ai due lati. L’insieme è sormontato da un coronamento di cinque lunette con tavole dipinte rappresentanti un Eterno Padre, al centro, e figure di Santi ai due lati. Proprio in queste ultime tavole la critica ravvisa la mano del pittore Simone da Firenze, attivo in Basilicata intorno al primo quarto del XVI secolo, come attestano i polittici di Senise (1523), Salandra e San Chirico Raparo.
Il complesso telaio, testimonianza notevole di un rinnovamento del gusto in senso rinascimentale in un contesto regionale ancora legato allo stile tardogotico, è scandito da trabeazione e paraste riccamente decorati a rilievo con motivi a grottesche, girali e palmette. L’intera cornice intagliata, insieme ai rilievi scolpiti e al gruppo della Madonna col Bambino, sembra riconducibile alla mano di un anonimo scultore, secondo alcuni studiosi, di scuola alamannesca, recentemente denominato Maestro del Polittico di Stigliano, al quale è stato attribuito un corpus di opere, tra cui la Sant’Anna Metterza, conservata nella stessa chiesa madre di Stigliano, e la Madonna col Bambino di Albano di Lucania.
Secondo la valutazione dei restauratori della Soprintendenza, l’attuale stato di conservazione del polittico è mediocre. La struttura lignea presenta lacune della doratura, abrasioni e sconnessioni delle paraste, nonché diffusi attacchi di insetti xilofagi, favoriti dal microclima particolarmente umido della chiesa.
L’intervento di restauro sarà particolarmente complesso in quanto, viste la collocazione e le ragguardevoli dimensioni, la cona dovrà essere preventivamente smontata per eseguire in loco la prima revisione dello stato di conservazione, il pre-consolidamento e l’eventuale velinatura. Una volta inventariati, gli elementi costitutivi del polittico saranno trasportati con imballaggio adeguato presso il laboratorio di restauro, dove si procederà alla rimozione di polvere e materiale incoerente, alla disinfestazione e al consolidamento del legno. Saranno dunque effettuati saggi di pulitura e indagini diagnostiche per la verifica dell’esistenza e l’estensione dei pigmenti originali e l’eventuale conseguente rimozione delle ridipinture. Per la ricollocazione del polittico nella sede di provenienza al termine del restauro sarà realizzata una nuova struttura portante antisismica, in legno o metallo.
Mar 08