Domenica pomeriggio, 23 settembre, a New York, dove era tornata per sottoporsi a un intervento chirurgico, è morta Ellen Russotto, la storica dell’arte, per anni al Metropolitan Museum, che ha legato il suo nome all’espressionismo astratto americano, agli scultori della Scuola di New York e a Matera dove ha curato, insieme a Giuseppe Appella, le grandi antologiche di David Hare (2005) e Ibram Lassaw (2008).
Il risultato di queste due esposizioni proveniva non solo dalla lunga amicizia con i due artisti ma anche dall’attento lavoro svolto per la riuscita della mostra dedicata, nel 1990, a Scultura in America (Louise Bourgeois, per la prima volta in Italia, Joseph Cornell, Joel Fischer, Michael Gitlin, David Hare, Ibram Lassaw, Reuben Nakian, Philip Pavia) e, nel 2006, per la compilazione del n. 7 dei “quaderni di scultura contemporanea” dedicato, appunto, alla riproposta e alla riscoperta della Scuola di New York, a scultori come Agostini, Dehner, Ferber, Follett, Geist, Hague, Kadish, Kohn, Lassaw, Lipton, Nakian, Pavia, Rosati, Spaventa, Stankiewicz, Zogbaum, molti dei quali passati per Matera e ora in buona parte presenti al MUSMA, il Museo della Scultura Contemporanea per il quale ha lavorato fino all’ultimo, con la passione e il sostegno di sempre. Infatti, il 7 luglio era a Matera per festeggiare Alberto Zanmatti.
La sua passione, la sua cultura formata sulla conoscenza profonda degli archivi, le sue amicizie consolidate da una consuetudine di interessi comuni, non solo con gli artisti sopra citati (ai quali ha dedicato mostre e libri pubblicati da noti editori) ma anche con scrittori, pittori, fotografi, critici e studiosi come Vicente Esteban, Milton Gendel, Rufus Godwin, Robert Goodnough, Herman Cherry, Frank O’Hara, Abram Schlemowitz, Alan Jones, Stanley Kunitz, Francis V. O’Connor, Brian O’ Doherty, Elizabeth Frank, Gabriella Drudi, Toti Scialoja, Harold Rosenberg, Giuseppe Appella, Frank O’ Hara, i lunghi anni in una grande istituzione come il Metropolitan Museum, l’affetto per Matera e per la Lucania tutta (aveva sposato un allievo di De Kooning, Paul Russotto, la cui madre era originaria di Aliano; aveva girato i nostri posti in lungo e in largo; aveva partecipato, lo scorso anno, alla nascita del MIG in Castronuovo Sant’Andrea; si era comprato una casa a Todi per sentirsi al centro dell’Italia; si apprestava a mettere insieme le tante fotografie dedicate a Matera e alla nostra Regione), sostenevano una personalità forte, capace di aprire le porte più difficili della società americana, dei grandi collezionisti, quella che ha contribuito a costruire il MUSMA e a diffondere la specificità di una città unica che si preparava a sostenere come Capitale Europea della Cultura per il 2019 con un progetto che aveva in animo di presentare il prossimo anno nel Museo della Scultura Contemporanea dove un’opera di suo marito è presente nella collezione dell’architetto Zanmatti esposta in occasione degli ottant’anni.
Sceglieva gli artisti in ragione della loro passione e diversità: diversità nella meditazione sul linguaggio, diversità nello scavo entro il proprio vissuto, diversità nel compimento della singola identità dell’uomo che si fa artista, ma insieme comune certezza che solo nell’opera d’arte tale identità può darsi in figura universale. Perciò, non poteva accettare l’intorpidimento della coscienza e reagiva sempre alla resa degli artisti al commento, alla divagazione, al mito del futile.
Tutti gli amici di Matera, La Scaletta e il MUSMA al completo, si stringono attorno alla famiglia nel ricordo dei tanti momenti trascorsi nella costruzione di avvenimenti che non verranno dimenticati. Il MUSMA, nella prossima stagione, dedicherà ad Ellen Russotto una giornata di studi.