Per continuare a garantire l’accesso alla cultura anche in questo periodo di grave emergenza sanitaria, il Ministero per i Benie le Attività Culturali e per il Turismo promuove la campagna “La Cultura non si ferma” attraverso la diffusione di contenuti on line fruibili da casa, tramite la creazione di una pagina dedicata nel sito istituzionale. La pagina consente di navigare attraverso sei sezioni – Educazione, Libri, Musei, Musica, Cinema, Teatro – che raggruppano le molteplici iniziative virtuali organizzate dai luoghi della cultura statale, dal mondo dello Spettacolo, della Musica e dell’Audiovisivo.
La Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio della Basilicata, attualmente diretta dall’arch. Salvatore Buonomo, aderisce all’iniziativa offrendo alla molteplice e variegata utenza del web l’opportunità di conoscere una delle più interessanti testimonianze storiche della Basilicata attraverso la visita virtuale delle Catacombe ebraiche di Venosa.
Il video con la restituzione digitale dell’importante sito archeologico della città oraziana, realizzato dalla Società “GeoNature”, è il prodotto di un progetto di ricerca sui beni catacombali ebraici di Venosa condotto dalla Soprintendenza in collaborazione con la Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia, l’Associazione “Daniela di Castro” e l’IBAM-CNR.
Il complesso sepolcrale, in uso tra il IV e il VI secolo d.C., rappresenta un’importante testimonianza archeologica che documenta la presenza di una fiorente comunità ebraica, probabilmente di origine ellenistica, perfettamente integrata nel tessuto sociale ed economico della città oraziana. Il complesso sepolcrale, scoperto nel 1853, è costituito da una rete di corridoi di varia larghezza e dal tracciato irregolare scavati nel tufo della collina della Maddalena, a poche centinaia di metri dal centro abitato. Nelle pareti e nel pavimento dei corridoi si trovano le nicchie e i loculi per la sepoltura dei defunti, in origine coperti da lastre di marmo o da tegole di terracotta. Le sepolture sono adorne di simboli della religione ebraica e da epigrafi con iscrizioni in lingua ebraica, latina, greca ed alcune bilingue.
Progetto – Studio, valorizzazione e migliore fruizione del patrimonio catacombale ebraico di Venosa a cura di Sabrina Mutino
Le Catacombe della collina della Maddalena di Venosa sono un bene ambientale e paesaggistico, ancor prima che culturale, tra i più importanti del patrimonio regionale. Si tratta di un complesso di gallerie ricavate nella roccia, che ospitano circa 1500 sepolture, riferibili alla cultura ebraica ed a quella cristiana, databili tra il IV ed il VI secolo d.C., della cui tutela si occupa la Soprintendenza ABAP della Basilicata, come organo periferico del MiBACT.
Tra i compiti istituzionali della Soprintendenza, ai sensi dell’art. 4 c. g) del D.M. n. 44/2016, rientra anche l’attività di ricerca sui beni del territorio di competenza e la conseguente “comunicazione dei risultati”, attraverso “iniziative di divulgazione, educazione, formazione e ricerca”. Per questa ragione, la Soprintendenza ha autorizzato le attività connesse alla realizzazione di un progetto di
“studio, valorizzazione e migliore fruizione del patrimonio catacombale ebraico di Venosa”, oggetto di apposito bando del 17 ottobre 2017, finanziato dalla Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia, in collaborazione con l’Associazione “Daniela Di Castro”.
In linea con il piano di conservazione del monumento che sta conducendo la Soprintendenza, il progetto di ricerca per la valorizzazione del patrimonio storico-culturale delle Catacombe Ebraiche di Venosa, diretto scientificamente dal prof. Giancarlo Lacerenza dell’Università di Napoli L’Orientale e dal dr. Maurizio Lazzari del CNR di Tito (Potenza), ha previsto il rilievo, la mappatura e la digitalizzazione del monumento, attraverso l’utilizzo di tecnologie 3D, laser scanner terrestre e fotogrammetrica, ai fini della realizzazione di un prodotto multimediale. Si tratta di un video che replica nella realtà virtuale il percorso di visita delle Catacombe Ebraiche, garantendone – al momento – la fruizione in remoto, ma che potrà essere implementato per creare in futuro prodotti interrogabili dall’utente e visionabili in maniera interattiva, in abbinamento ai visori VR.
Va sottolineato che le Catacombe venosine non sono normalmente aperte al pubblico, per via della fragilità ambientale e strutturale del monumento, che necessita di un monitoraggio continuo. Le gallerie che attualmente possono essere visitate devono la loro percorribilità ad un importante progetto di consolidamento e restauro, attuato tra il 2000 e 2009 dall’allora Soprintendenza per i Beni Archeologici della Basilicata. Gli imponenti lavori, finalizzati alla conservazione e fruizione, hanno previsto tra l’altro l’installazione di un sistema di monitoraggio ambientale, all’avanguardia per i tempi, e che tuttora si dimostra l’unico strumento efficace per programmare una corretta gestione del monumento.
In quella occasione, tra la Soprintendenza e la Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italiasono state sperimentate proficue forme di collaborazione nella conduzione degli interventi e per le prospettive di gestione. Una collaborazione in tal senso è invocata anche dall’art. 16, concernente i “Beni culturali ed ambientali”, dell’Intesa tra lo Stato e l’UCEI -stipulata nel 1987-, che prevede ufficialmente l’istituzione di una “Commissione bilaterale per promuovere lo studio, la valorizzazione e la tutela del patrimonio culturale ebraico” in Italia.
In occasione dell’ultimo progetto di valorizzazione delle Catacombe Ebraiche venosine, e delle correlate iniziative di promozione e divulgazione, il dialogo tra FBCEI e MiBACT è ripreso, come dimostra l’organizzazione di due Conferenze, in collaborazione anche con il Comune di Venosa, nel giro di pochi mesi nel 2019. A Roma, presso la sede dell’UCEI, il 4 giugno è stato ufficialmente presentato il video con il tour di visita, nell’ambito della conferenza “Valorizzazione e Fruizione dei beni culturali ebraici in Italia – un viaggio virtuale alla scoperta delle Catacombe Ebraiche di Venosa”. A Venosa il 25 settembre, Giornata Europea del Patrimonio, nell’ambito di una conferenza dedicata al tema della integrazione tra culture, è stato presentato l’atteso I volume della collana Judaica Venusina dell’Università di Napoli L’Orientale, a cura di Giancarlo Lacerenza, Jessica Dello Russo, Maurizio Lazzari e Sabrina Mutino, dal titolo Le catacombe ebraiche di Venosa. Recenti interventi, studi e ricerche, che rappresenta un utile aggiornamento su questo straordinario contesto.
Link alla pagina del sito istituzionale MiBACT:
https://www.beniculturali.it/mibac/export/MiBAC/sito-MiBAC/Contenuti/MibacUnif/Eventi/visualizza_asset.html_1823708197.html