Lunedì 25 ottobre 2021 alle ore 11,30 nella sala Levi di Palazzo Lanfranchi a Matera è in programma la cerimonia di donazione ed Esposizione al Museo Nazionale di Matera dell’Opera del Maestro Bressani. Ad annunciarlo Maria Anna Fanelli e Isa Maggi Referenti Regionale e Nazionale degli Stati Generali delle Donne.
Di seguito i particolari dell’evento.
La Cerimonia tende nuovamente un ponte tra Pavia e Matera. Quel ponte già lanciato in occasione del Convegno Nazionale degli S.G.D. del 24 e 25 gennaio 2019, al quale partecipò lo stesso Stefano Bressani.
Saranno presenti alla cerimonia Annamaria Mauro Direttrice del Museo Nazionale di Matera, Patrizia Minardi Presidente Soroptmist di Matera, il Sindaco di Matera Domenico Bennardi, il Presidente della Provincia di Matera Pietro Marrese, Antonella Guida Coordinatrice Corso di Laurea Unibas, Paola D’Antonio Prorettrice all’inclusione Unibas, Maria Pia Taraso Presidente Lavori Pubblici Comune di Pavia.
I promotori dell’evento ringraziano l’Ande di Potenza per lo sforzo organizzativo per la cerimonia materana del 25 ottobre.
Programma
Apertura lavori:
Dott. Maria Anna FANELLI – Referente regionale degli Stati Generali delle Donne
Consigliera Nazionale ANDE – Presidente ANDE Potenza
Dott. Isa MAGGI – Referente Nazionale degli Stati generali delle Donne
Dott. Patrizia MINARDI – Presidente SOROPTIMIST Club MATERA
Intervento di:
Arch. Annamaria MAURO – Direttore Museo Nazionale di Matera
Saluti istituzionali di:
Dott. Domenico BENNARDI – Sindaco della Città di Matera tbc
Dott. Piero MARRESE – Presidente della provincia di Matera tbc
Prof. Arch. Antonella GUIDA – Coordinatrice Corso di laurea magistrale in Architettura Università degli studi della Basilicata
Prof. Paola D’ANTONIO – Protettrice all’inclusione Università degli studi della Basilicata
Avv. Maria Pia TARASO – Presidente Commissione lavori pubblici, urbanistica, viabilità, verde e decoro urbano
Comune di Pavia
Maestro STEFANO BRESSANI presente alla cerimonia di inserimento Opera nella collezione del Museo
“Matera, two rocks and the moon”
155x200x10 cm – 2019 Scultura e Stoffa di abbigliamento
Stefano BRESSANI, Il Sarto delle Stoffe torna a Matera
Cosa rende speciale un Artista agli occhi delle persone? Cosa lo rende diverso oltre la tecnica? Cosa fa di lui interessante dal punto di vista artistico nel suo panorama contemporaneo? Perché lui e non un altro?…
Spesso ci si pongono delle domande alle quali rispondere diventa assai difficile se non si conosce a fondo la materia, ma questa è la storia di un uomo che prima di essere Artista di mestiere, è stato da una vita Atista nell’animo.
Stefano Bressani ha scritto nel suo DNA un codice che probabilmente, nella sua esistenza e nella sua forma mentale di sperimentatore, lo ha trasformato dalla nascita in un essere puro e difficilmente attaccabile per il suo operato, per i suoi modi gentili e per il suo fare. Vulcano di idee, ha saputo con la fatica e il duro lavoro che nessuno gli ha regalato, ordinare una cronologia non costruita da altri ma divenuta illuminazione di un percorso scritto lentamente, con impegno e coerenza, giustizia e riverenza, in un mondo, il suo, dove gli è stato necessario guardare e apprendere con interesse con fare leonardesco per poi riscrivere la propria storia attraverso quella forte personalità che lo ha reso impavido di fonte alle difficoltà della vita.
Arte, significa per lui, nella più alta delle accezioni, inventare accompagnandoti per mano nel suo Mondo, sul suo Pianeta delle Stoffe, tra i solchi che dividono lande colorate e morbide di stoffa, tracciati con ordine, logica matematica e fisiologica su quei tessuti che attraverso le sue mani sanno trasformare persino la propria storia. E’ così che nella sua ricerca si ritrovano gli antichi sapori del passato che innovando raccontano il futuro passando dal presente. Il suo lavoro è la risultante matematica, limpida e lineare di un logico divenire di eventi atti alla cronologia sistematica di una progettualità che ne detta le conseguenze senza perdere il sapore sognante che ne fa di ogni stante, il Bressani che tutti si trovano davanti.
L’idea di trasformare un Luogo in un Progetto, di rilevarlo, tracciarlo, percorrerlo, viverlo, assorbirlo per poi scomporlo e rimetterlo insieme attraverso il proprio stile, nasce proprio a Matera durante un anno importante, che segna per Matera e per Bressani una altrettanto importante opportunità. La città assegnata ad essere capitale della cultura Europea e l’uomo premiato come “Illuminato” quasi a sottolineare l’importanza della luce, non solo per il suo percorso, quella necessaria a tradurne appieno la “matericità” dei suoi lavori.
Attraverso la circolarità e la vita delle materie prime e ai suoi utilizzi, che destano oggi l’interesse delle masse e rendono attuali i più alti principi per cui cono concepite, l’idea di Bressani è quella di rendere eterna la stoffa, che normalmente ha uno spazio di vita rilegato nel tempo, eterna. L’Arte, secondo la sua filosofia, ha il compito di farlo attraverso i concetti più sottili che, espressi dall’elemento “chiodo”, minimo denominatore di tutte le sue Opere, tiene salda le incoerenze che altrimenti, scontrandosi si allontanerebbero…
Lui crea, genera, dà vita a quel legame saldo e indissolubile che ne rappresenta il simbolo di unione, di nascita e rinascita, tra aspetti che mai più si allontaneranno. Testimone di tutto, una luna bianca, che non è oggetto illuminante ma un punto di fuga che permette di entrare uscire dalla sua fantasia, dal suo modo di vedere le cose, che per esser diverso a prescindere, per gioco, gioca con le ombre e scambia il reale da quello che diviene irriverente per la via accademica. Un modo il suo di segnare il proprio territorio, è il caso di dirlo, con il gioco dell’ironia profonda che spesso lo rappresenta.
Matera, attraverso le mani del Maestro, e la sua tecnica artistica di riconosciuta paternità internazionale, ha l’occasione oggi di arricchire la propria collezione con un pezzo d’arte che va oltre l’Opera. Il Progetto Skultocity di Stefano Bressani segna un caposaldo di una rassegna internazionale in continua evoluzione, genesi di un percorso nel quale l’artista, secondo la sua visione, vive il Luogo fondendosi con esso, interagendo con il suo “tessuto” sociale e restituendo attraverso il proprio lavoro dedicato il PEZZO UNICO.
Si tratta dell’Opera omnia, della dedizione alla situazione che racconta una storia attraverso i fatti realmente accaduti, ricordando ormai antichi titoli di storie che quasi non esistono più: le residenze d’artista, quelle vere, autentiche, fatte di scambio culturale concreto. Un potenziale potente di una nuova rilettura, che l’arte contemporanea ha il privilegio di regalare attraverso i suoi temi e restituire come un collettore, parte di una nuova rete, a chi ne sa cogliere la sensibilità. Un Progetto che si evolve attraverso l’interazione, mescolanza di chi guarda e chi vuol far vedere.
SKULTOCITY è un Progetto che coniuga l’Arte attraverso il turismo ed il commercio, parte di una rete di colorati tessuti capaci di trasportare in altri Mondi le persone che hanno desiderio di cultura, quella vera, quella fatta da persone che, come Bressani meritano di avere un puntatore sul Mondo con la missione di diffondere la bellezza, non del proprio operato ma ancor prima del proprio animo, caratteristica imprescindibile per chi l’Artista non lo fa ma lo è.
Nel 2019, la Città di Matera viene proclamata Capitale Europea della Cultura, il 24 e 25 gennaio gli Stati Generali delle Donne, riprendendo il viaggio già condotto da Expo Milano 2015 verso Matera 2019 Open future, viaggio che in questo 2021 è proiettato verso Expo Dubai 2021, organizzano e attuano un Convegno nazionale al quale partecipa anche Stefano Bressani premiato in
quell’occasione tra gli “Uomini illuminati”
Proprio in quell’occasione nasce in Basilicata il PROGETTO SKULTOCITY del Maestro Bressani per omaggiare il territorio in segno di gratitudine ad una terra che egli reputa ricca di bellezza e pregna di natura viva. La sua nuova idea di ripercorrere la storia, partendo dal passato e trasformando la residenza d’Artista in un più consapevole e contemporaneo punto di incontro con le istituzioni per il grado della sostenibilità più gestibile, trova concreto riscontro per un valore culturale a 360°.
L’interazione tra l’Artista e il luogo, in pochi giorni di permanenza, genera lo scambio culturale biunivoco e unisce l’architettura con l’aspetto topografico in una nuova lettura contemporanea dal valore artistico prezioso. La traduzione attraverso il rilievo del luogo e la sua trasformazione in Opera, rendono la partecipazione dell’Artista un punto di fusione insostituibile; una ricerca dei sensi “immersiva” con la restituzione del colore come importante testimonianza di virtù.
Lo studio del territorio e la documentazione prodotta sono i maggiori coadiuvanti per la rilettura che, attraverso la firma e la tecnica, uniche nel loro genere, si palesano attraverso una forma reinventata del luogo in cui è possibile riconoscere ed estrapolare le diverse morfologie architettoniche. A rendere ancor più interessante l’aspetto dell’opera è la ricerca del significato, il gesto attraverso il quale si identifica il concetto principe di tutto il lavoro svolto nel luogo.
Matera, come è facile intuire e conoscendo la sua storia, ha trovato tra le corde di Bressani, l’elemento dell’acqua, che nella morfologia della città trova rifugio nel palombaro attraverso l’esemplificativo foro in cui la goccia che diventa icona e ne caratterizza fortemente il gesto attraverso il quale, scavando lentamente, la città si è formata.
Nell’Opera è possibile inoltre scorgere la sintesi dell’architettura che più ha destato interesse nella sensibilità del Maestro Bressani che, con un lavoro di taglia e cuci ha scomposto e riassemblato Matera, secondo le sue visioni, ponendo l’osservatore davanti all’opera fruitore di un gioco di ricerca e identificazione.
Il lavoro figurativo di Bressani, può essere letto attraverso la materia che egli usa gestire con la ricerca dei tessuti di abbigliamento provenienti da capi di vestiario finiti e reimpiegati attraverso una economia circolare, sapientemente preparati e confezionati per trovare nuova vita eterna attraverso l’arte. Trame e orditi dei tessuti vengono incastrati in un unico supporto, che ne rivela il lavoro dell’artista unico al Mondo, colorato e morbido gioco di concetti che tra le incoerenze trovano coesione attraverso l’iconico simbolo di unione: il chiodo, elemento concettuale che trova spazio senza alcuna valenza meccanica.
Matera: l’acqua che ha scavato per togliere in realtà ha costruito. Ecco la nuova incoerenza di un gioco che tra la testa dell’Artista e le sue mani non ha fine.
Per questo motivo piace pensare, davanti a quell’opera colorata e tanto materica a fare venire voglia di toccarla, che ci possano essere ancora strade da percorrere e nuovi orizzonti seppur rinchiusi in una cornice, perchè, e lo dice l’artista, dove si perde la forma si entra in un mondo astratto fatto di ombre e di luce, un Mondo, quello di Bressani, in cui la Luna non è punto illuminante ma un punto di fuga, un gate spazio temporale che unisce in continuazione il passato al futuro, passando dal presente, proprio in quell’istante in cui ci si trova innanzi le sue stoffe nel gioco di ritrovarsi come in un a mappa ridisegnata tra la fantasia e la realtà.
Il Progetto SKULTOCITY diventa ogni volta, per ogni luogo un vettore di marketing territoriale, che attraverso la traduzione grafica, genera inoltre l’immagine caratterizzante che può essere scaltramente desiderata per la promozione del territorio attraverso tutti suoi canali, e genera peraltro l’interesse turistico di scambio con altri luoghi in cui è stato sposato il progetto nel disegno di voler creare negli anni una rete di punti in cui ogni collettore possa generare uno scambio di interesse, anche quello della collezione.
Stefano Bressani ha reso, con questo progetto accessibile nuovamente una delle bellezze che legava gli artisti ai territori, uno “zip” contemporaneo sostenibile alla nostra veloce cultura di oggi.
Biografia di Stefano Bressani
Stefano Bressani nasce a Pavia città dove cresce e vive e dove affina la propria sensibilità per la bellezza.Pur rimanendo sempre in una posizione appartata rispetto alle correnti artistiche contemporanee i suoi primi lavori rivelano un linguaggio orientato verso la riduzione a pochi segni dell’interpretazione del soggetto, teso a una radicale sintesi, composta di rapidi tratti, della figura, permettendoli, al fine, di sviluppare un proprio linguaggio artistico unico e personale. Lavori che se da una parte subiscono il fascino dell’imperante corrente informale, dall’altra non ne rimangono mai “intrappolate”, portando sempre in sé un profondo desiderio verso il figurativo in una rappresentazione portata ai limiti e che si comporrà negli anni alla sua cifra stilistica. Composizioni dove il sentiero di vita e l’impulso a creare dell’artista risultano indistinguibili. Ideatore e colonna fondante di quella che lui chiama “Sartoria dell’Arte” egli è scopritore di un nuovo modo d’espressione dove l’Alto Artigianato e l’Arte si fondono, in una sintesi profondamente legata alla sua laboriosa terra di origine e al sentiero di vita intrapreso e portato avanti con la sobrietà e competenza che contraddistinguono chi nell’arte non è arrivato attraverso le accademie o i concorsi ma ha condotto i propri studi osservando, interpretando e rendendo, con sincerità e creatività, il racconto dell’arte come il racconto di vita.
Tutto l’operato di Bressani contiene in sé emotività e ragione, pulsione e rigore, anche quando il tema è apparentemente giocoso come nelle sue colorate visioni architettoniche “SKULTOCITY”, la sua fantasia bucolica divenuta simbolo “MALIUMBAS ©” o i cicli ritrattistici a più mani, una vera e propria biografia fotografica, “SB PORTRAITS”. Di estrema concettualità, ma anche testimonianza, pregna di un inquietante preveggenza di un malessere sociale esistente e a venire, sono i suoi lavori legati al ciclo “KAOTIKA WITHOUT TIME”, dove il colore si dissolve lasciando spazio solo a bianchi e neri, creando magie di pieni e vuoti, ombre e lampi, di pensieri inquieti riordinati in uno spazio concluso. Sculture che incarnano una ferma visione della realtà collaborativa con il mondo imprenditoriale, sociale e artistico. Il suo lavoro trova il modo di confrontarsi con i più diversi aspetti della creatività sociale come in “FOOD_” dove vengono trovate sinergie con noti chef o le sue collaborazioni con il mondo della calzatura e della moda in generale compenetrando la sua personale visione artistica al design d’autore. Le sue opere sono esposte in prestigiose collezioni in Italia e all’estero e hanno partecipato alle principali rassegne artistiche.
(R.Phillips)
Alcune delle tappe del percorso di Stefano Bressani
2011 Museo Piaggio – Pontedera / 2013 Triennale – Milano / 2014 Museo Automobile MAUTO – Torino / 2015 Mostra di Picasso – Palazzo Vistarino / 2016 OPEN19 Molino Stucky – Venezia / 2016 Benemerenza cittadina per meriti artistici – Pavia / 2016 Vincitore Premio Speciale Arte Laguna OPEN – Venezia / 2016 SKULTOFLOWER collezione Permanente Museo MUPA – Portofino / 2017 Arsenale di Venezia sede Biennale – Venezia / 2017 PICASSO RELOADED Spazio Arca, ex Fondazione Peggy Guggenheim / 2017 Collezione Privata – Los Angeles (Bel Air) / 2017 Happening di Aurelio Amendola che ritrae Stefano Bressani / 2017 Museo del territorio MACIST Collezione permanente – Biella / 2017 OPEN20 KAOTIKA WITHOUT TIME, 74° Festival Internazionale del Cinema, Grand Hotel Excelsior – Lido di Venezia / 2018 SKULTOFLOWER Bouquet per la moda con Annagemma Lascari Unexpected Bride – Milano / 2018 Presentazione a Zelig Merry Merry Trends, Stefano Bressani con Annagemma Lascari, Kalvin Klein, Roberta di Camerino e Hipster – Milano / 2018 Angeli & Artisti per l’Argentina, Serrone di Villa Reale – Monza / 2018 Collaborazione con lo Chef Davide Oldani per la Camera di Commercio e un’Opera e il suo Piatto – Pavia / 2018 Mirabilia Network, Progetto di Cultura e Turismo internazionale con Philippe Daverio / 2019 Premio Uomini illuminati – Matera / 2019 Ospite del Consolato Generale Italiano – New York / 2019 Collezione Privata Los Angeles (Beverly Hills) / 2019 Finalista per Circle Foundation for the Art – San Diego / 2019 Friends, Spazio THETIS Arsenale sede Biennale – Venezia / 2019 SKULTOFLOWER MALIUMBAS BLACK BALL, Collezione Permanente Spazio THETIS Arsenale sede Biennale – Venezia / 2019-2020 Angeli & Artisti, Santa Maria della Scala – Siena / 2019-2020 Looking for Monnalisa, Spazio per le Arti contemporanee e Castello Sforzesco – Pavia / 2020 Realizzazione Premio internazionale Enduro campionato del mondo ISDE2020 (***) – 2020 Splendid Hotel Lugano presentazione PICASSO ReLoaded – Lugano / 2020 Fondazione Policlinico San Matteo di Pavia – Un’Opera in donazione per beneficenza Covid2020 – Pavia / 2021 Brera, Pinacoteca di Brera, Bressani firma Brera con Comune di Milano e PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA CULTURA DEL VATICANO – Milano / 2021 Arte muta – Loano (SV) / 2021 Picasso ReLoaded Preview OCULUS experience – Pavia / 2021 Picasso ReLoaded Preview OCULUS experience Gulli Arte – Savona / 2021 Premio Raid Pavia Venezia SALONE NAUTICO DI VENEZIA – Coppa Storica Teo Rossi di Montelera – Venezia / 2021 SKULTOCITY Borgo Medioevale di Varzi – Comune / 2021 Progetto benefico NAZIONALE Cerca il tuo Mondo con le più importanti pediatrie dei capoluoghi di regione – istituzionale / 2021 “70 anni di ponte” INSTALLAZIONE celebrazione Ponte Coperto di Pavia – Palazzo del Broletto / 2021 DESIGN WEEK 2021 MILANO Ufficiale / 2021 PAVIART Presentazione ospite per progetto nazionale CERCA IL TUO MONDO – rassegna di gallerie contemporanee
Riconoscimenti:
Benemerenza cittadina 2016
Uomini illuminati 2019
Membro Cavalieri della Repubblica 2021
Socio onorario Rotary Club 2021
Il lavoro del Maestro Bressani è stato pubblicato su importanti riviste di settore come il CATALOGO ARTE MODERNA MONDADORI, ARTE e diverse riviste italiane e internazionali di Arte, design e moda.
Lo studio di Bressani è stato più volte oggetto di interviste da emittenti italiane ed estere tra cui la Rai cinese CGTNC.
“Paesaggi dell’Es” – Testo critico
Stefano Bressani, Pavese di nascita, ma con le radici legate a una concezione di razionalismo, il conoscere per intuizione, lontano dalle aspettative di creatività artistica di quello che il contemporaneo assume a simbolo concluso.
Nei suoi lavori, che spesso mettono in crisi i modelli cognitivi abituali, si devono cercare sensazioni e percorsi interiori maggiormente inaspettati. Ciò che sembra un’opera al bianco, immediatamente fruibile, si rivela alla forma di un ipertesto visivo che nasconde, senza peraltro negarlo, un ulteriore ricercata riflessione sul concetto di spazio, un continuo trapasso dal dentro al fuori, come in una sequenza di immagini, dove la negazione del tratto rende il movimento fluido, se mostrato nella sua giusta continuità.
Questo fatto basilare del suo operato colpisce soprattutto nella sua interpretazione plastica, dove in realtà la forma dell’espressione si modella nei volumi puri della sfera o del cilindro, lavorati quasi a bassorilievo, ma di una morbidezza estesa e sorprendente, ottenendo in un modo suo proprio, una delicatezza di passaggi che attribuisce all’opera una distanza apparentemente invalicabile. Un prezioso alone che pone la realizzazione a vista dell’immagine al di la del limite geometrico dato dalla superficie.
Bressani mette a punto un gioco sottile, nel quale risiede la forza espressiva della suo operare: apparentemente utilizza un linguaggio volutamente pop, ma che di “popolare” non ha né il contenuto né il contenente. È il suo un linguaggio che fa leva sui meccanismi dell’immediata riconoscibilità, e che può apparire scontato solo per interposti modelli di certe iconografie tradizionali, come a seguire quel filo conduttore legato a certe coniugazioni ormai esanimi. Qui, invece, la trasparenza dell’immagine è assoluta, i particolari precisi e nitidi come cesellati. L’opera realizza da se una spazialità avvolgente e invalicabile, quasi lunare, che non è fenomeno ma si riproduce sul fenomeno.
I suoi lavori sono dunque una sorta di distillazione e trasmutazione di icone provenienti dall’immaginario di massa che restituiscono una rappresentazione che sembra voglia scardinare, con provocatoria e dissacrante ironia, tutti gli stereotipi e le convinzioni comuni. Ma la metafora va oltre l’apparente, vi è una intenzione di agganciare, attirare lo spazio esterno inglobandolo nella scultura. Si devono considerare opere che fanno riferimento solo a sé stesse, con un proprio punto focale e una riduzione di ogni elemento compositivo a essenza, esse sono interne ed esterne a loro stesse, non chiudono ne aprono, esibiscono uno spazio dell’interiorità di chi le ha create, a figurare una liberazione, un sovra mettersi di casualità e felice intuizione in cui il limite tra arte e intenzione plastica diventa totalmente inaspettato.
Ma parlando dell’arte di Bressani non bisognerebbe mai cadere nella facile tentazione di commentare l’opera senza distinguerla dall’uomo e dal suo essere compartecipe dell’opera stessa e della sua essenza. Partecipazione legata alla volontà incoercibile di divertirsi nel crearla, divertirsi e divertire, ma molto spesso anche stupire, stupirsi di sé e delle proprie ansie creative. Anche quando la sua opera di vita si fa estesa e pianificata, anche li si deve ricercarne il tempo concluso, che non ha riflusso. Tempo che è moto impercettibile e volontà inflessibile, tela, metallo e immagine che scandiscono versi di cui, però, la metrica si fonde in tiepido alone dove preordinazione e improvvisazione si amalgamano senza stridere.
È piuttosto un senso di appartenenza, di simbiosi, totale in quell’ombra che racchiude la materia ed è essa materia preziosa e povera allo stesso tempo, dispersa e posta ad emblema della sensibilità portata sulle cose a cui nessuno fa attenzione.
La sua è una ricerca da osservare e scoprire conoscendolo e comprendendone il fare, anche il quotidiano legato alla necessità di stratificazione della nostra vita sociale, anche li, la sua capacità espressiva spazia in un’ardita moltitudine di dettagli che vanno cercati e individuati. Arte e Artista divengono cosi inscindibili e solo accettando questo modo si potrà gustarli pienamente e collocarli in una narrazione che restituisca all’osservatore la poesia di quel piccolo Frammento Brillante che cerchiamo tra le fredde acque dell’indifferenza quotidiana.
Maggio 2019 A cura di Robert Phillips