Nino Vinciguerra per la rubrica La storia siamo noi riporta all’attenzione dei cittadimi materani la via Crucis del cimitero di via IV Novembre a Matera, un’opera dello scultore Ercole Reduzzi da restaurare e valorizzare. Di seguito la nota integrale.
Padre Marcello (al secolo Francesco Paolo Morelli, 1886 -1972) già frate minore francescano (nel 1922, sciogliendosi dai voti religiosi, entrò nel Clero Diocesano), abate di San Giovanni Battista dal 1924 al 1953 e Vicario della Diocesi dal 1953 al 1972, nel 1927 entrò nella Commissione Provinciale per i monumenti e le opere d’arte. Fu una scelta felice in quanto Padre Marcello, dotato di un fine gusto estetico, desiderava realizzare una Via Crucis lungo via Cimitero (poi via IV novembre) affinché chi la percorreva avesse momenti di preghiera e di riflessione. L’abate si confrontò con l’artista materano, trapiantato a Torino, Rocco Carlucci (1871 – 1947), pittore diplomatosi alla Scuola d’Arte di Napoli e professore di disegno nelle scuole superiori di Torino. Carlucci, che nel 1901 aveva fondato la rivista “L’artista moderno”, apprezzata da chi amava le arti figurative, suggerì a Padre Marcello di affidare l’incarico allo scultore Ercole Reduzzi (Buenos Aires 1890 – Torino 1951), creativo artista, formatosi all’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino nel primo decennio del secolo scorso (1905 – 1911). Reduzzi, che aveva lo studio in Via degli Artisti n. 131 a Torino, discendeva da una famiglia di scultori operanti sia nel capoluogo piemontese che nel resto del Paese. Molto affermati erano, infatti, suo padre Augusto (1862 – ?) e, ancor più, suo zio Cesare Reduzzi (1857 – 1911). Di Ercole Reduzzi, fra le tante opere, la Formella bronzea devozionale, splendido bassorilievo in stile classico, raffigurante l’ostensione della Sindone da parte dei quattro arcangeli eseguita, probabilmente, nella terza decade del ‘900 che adorna una tomba nel Cimitero Monumentale di Torino e la Lapide Commemorativa ai Castelnovesi caduti nella guerra 1915-1918, a Castelnuovo don Bosco, nell’astigiano. Per cui, nel 1930 Reduzzi realizzò la Via Crucis, tutt’ora presente “sulla salita del cimitero” (allagnanèt du cuambsònd). E’ un’opera composta da sculture, preziose testimonianze di arte sacra, che sono patrimonio della città e dei suoi cittadini soprattutto perché fu un’opera totalmente finanziata con le offerte dei fedeli materani. E’ un peccato però vedere oggi le 13 stazioni (si, 13!!!) trascurate, non preservate, depredate e abbandonate al proprio destino, all’incuria e alle intemperie. Sculture che, restaurate nel 1979 da Francesco Pentasuglia, meriterebbero una continua attenzione e un nuovo ed efficace restauro così come aveva suggerito nel marzo 2017 all’amministrazione comunale il Prof. Franco Di Pede, una vita spesa per l’arte e autore di pregevolissime opere che impreziosiscono il nostro territorio e non solo. Probabilmente, con il coinvolgimento dell’Istituto Centrale per il Restauro – Scuola di Alta Formazione e Studio “Michele D’Elia” (consolidata eccellenza cittadina) e dello stesso Prof. Di Pede, in sinergia con gli enti preposti, le sculture del Maestro Ercole Reduzzi certamente tornerebbero al loro antico splendore. Un plauso a Franco Ambrosecchia, custode del cimitero, che è riuscito a recuperare e a salvaguardare alcuni pezzi che altrimenti sarebbero andati perduti. Si potrebbe incominciare da proprio da questi pezzi un lavoro che potrebbe restituire e valorizzare un pezzo di storia della nostra città.