Dal 24 aprile al 3 maggio 2015 il Musma di Matera ospita la video-installazione Erratum Musical, un progetto a cura dell’artista Maurizio Cesarini e del compositore Paolo Tarsi. L’installazione audio, realizzata in collaborazione con il duo di musica elettronica Fauve! Gegen A Rhino, prevede la rielaborazione dell’Erratum Musical (1913) di Marcel Duchamp, ed è parte di un progetto discografico dedicato a John Cage dal titolo Dream in a landscape realizzato per l’etichetta Trovarobato Parade (2015).
All’interno della settimana di proiezione dell’installazione, il 25 aprile il MUSMA partecipa alle Invasioni digitali, l’iniziativa pensata per vivere la realtà del museo attraverso le nuove tecnologie. Prendendo come spunto l’idea di Erratum Musical i visitatori avranno la possibilità di produrre un video ispirandosi ad una delle opere della collezione del Museo. Emozioni, sentimenti, sensazioni che un’opera d’arte può suscitare saranno il punto di partenza per diventare “divulgatori di cultura”. I partecipanti saranno invitati ad “invadere” pacificamente il MUSMA con smartphone, macchina fotografica o videocamera, e a condividere la propria esperienza sui social media. I contenuti saranno aggregati sul portale principale utilizzando l’hashtag #invasionidigitali e #invasionemusma.
Si potrà così vivere in maniera differente la visita a un sito culturale, non più in maniera passiva, ma attiva, in modo che la conoscenza non venga solo trasmessa ma anche costruita.
L’installazione audio di Erratum Musical è curata dal compositore Paolo Tarsi in collaborazione con il duo elettronico Fauve! Gegen a Rhino. La nota di esecuzione prevede che l’opera venga eseguita in maniera aleatoria, cioè con l’utilizzo di un dado. Le sezioni dello spartito sono poste così nella successione determinata dal lancio del dado prima dell’esecuzione (lo scritto originale di Duchamp è pianificato per tre voci: Magdeleine, Yvonne e Marcel). Rispettando il criterio del numero tre, caro a Marcel Duchamp, è stato utilizzato un dado piramidale con facce triangolari i cui numeri sono posti ai rispettivi vertici. Tramite questi numeri è stato composto il brano, eseguito con un campionatore, sul quale sono stati creati dei pattern di organo poi processati in preproduzione e in tempo reale con un arpeggiatore. Il campionatore riporta le tracce delle voci femminili delle sorelle dell’artista, Magdeleine e Yvonne, mentre l’arpeggiatore rappresenta la voce maschile di Marcel. Il dado viene tirato ogni trenta secondi per nove volte (per tre movimenti ciascuno: Yvonne, Magdeleine e Marcel) dando ai frammenti la durata complessiva di 4’30”. Il riferimento evidente è 4’33’’, l’opera silenziosa di John Cage, a cui sono sottratti tre secondi (il “3”, di conseguenza, rimane cifra magica e irrappresentabile). All’interno della registrazione sono stati inseriti poi, cronologicamente e in successione temporale di 30” di distanza l’uno dall’altro, i lanci di dado utilizzati per realizzare l’esecuzione, sottolineando al tempo stesso come il processo dell’opera accolga in sé le possibilità di interpretare l’idea di un suono in molteplici rappresentazioni acustiche.
Il video è stato ideato da Maurizio Cesarini assumendo la procedura compositiva del brano e tramite modalità operative di tipo duchampiano. L’artista ha scelto un’opera di Duchamp che ha caratteristiche analoghe al concetto sotteso originariamente all’Erratum Musical: l’opera è Fresh Widow, una finestra i cui vetri sono sostituiti da pezzi di cuoio così da impedire in qualche modo la vista al di là di questa. Secondo l’interpretazione che ne dà Arturo Schwarz, critico e amico di Duchamp, il pezzo in questione può essere ricondotto ad un’altra importante opera di Duchamp, il Grande Vetro. La seconda versione di Erratum fa riferimento esplicito al Grande Vetro e ne porta il titolo. La forma compositiva è strettamente connessa al tema del silenzio verso cui si volge la ricerca degli ultimi venti anni della vita di Duchamp.
Nel video l’opera appare fissa mentre, all’interno di questa, compare Duchamp che parla. Il filmato è tratto da una intervista concessa da Duchamp alla BBC poco prima di morire. L’artista è visibile oltre la finestra, nonostante i pezzi di cuoio, ma è muto, non può parlare, preludio al silenzio della sua scomparsa che avverrà di lì a poco e al silenzio di Cage che parla senza suono. Sono diversi, inoltre, i giochi di parole che rimbalzano tra i titoli delle opere e l’interpretazione dell’artista Cesarini, in una operazione spiccatamente concettuale.
Cenni biografici
Paolo Tarsi ha composto musiche per mostre di Paolo Cotani, Mario Giacomelli e Andy Warhol, collabora con artisti quali Marco Tirelli e Tullio Pericoli. Nel 2012 partecipa a una perfomance di “Pendulum Music” di Steve Reich al MAXXI di Roma. Specializzatosi nella composizione di colonne sonore per il cinema con il Premio Oscar Luis Bacalov, suona con il chitarrista Paolo Tofani nel progetto AREA Open Project e ha lavorato con musicisti dell’attuale scena elettronica, jazz e rock. Suoi studi di carattere musicologico sono apparsi su riviste specialistiche e rivolgono particolare attenzione alla musica del secondo Novecento, ai rapporti tra musica e altre forme d’arte e all’influenza esercitata dalle avanguardie colte sui linguaggi pop. Scrive per “Il Giornale della Musica”, “Alfabeta2” e “Artribune”. Dal 2010 fa parte del gruppo Argo con cui pubblica una serie di romanzi collettivi (nel tempo collaborano con Argo personalità quali Edoardo Sanguineti, Marina Abramovic, Wu Ming, Michela Murgia, Erri De Luca, Aldo Nove, Paolo Nori, Antonio Rezza e Flavia Mastrella, etc.). Dal 2014 cura la rassegna di musica contemporanea “Contemporary Jukebox”. Di prossima uscita per Cramps Music/Rara Records il disco di sue composizioni sugli scritti di William S. Burroughs dal titolo “Furniture Music for New Primitives”.
Maurizio Cesarini utilizza la fotografia, il video e la performance sintetizzando senso corporeo e attitudine concettuale in una questione identitaria che non può essere risolta solo dal concetto di maschera, ma dall’idea di una vitalità che sfocia e si confonde nel reale. L’immagine che ne deriva rimanda ad altro, chiamando in causa un senso antropologico allargato senza più alcuna pretesa di scientificità, ma risolvendosi attraverso una esemplificazione dell’immagine che suggerisce possibili ed eventuali scenari di una diversa percezione di sé e quindi dell’altro.
Principali mostre:
Doppelganger. Galleria Studio Arte Fuori Centro (Roma), a cura di Loredana Rea
Introspective. Sala Polifunzionale (Verona), a cura di Carmelita Brunetti
Il corpo solitario. Galleria Centro Di Sarro (Roma), a cura di Giorgio Bonomi
Xxx fuorifestival, arte video e altre culture (Pesaro), a cura di Tommaso Pedone
Generazione x/y, a cura di Paolo Barozzi Studio Barozzi (Milano)
Collective eye aspetti della videoarte contemporanea: Hermann Nitsch, Yoko Ono, Nam June Paik, Joseph Beuys, Gunther Brus, Allan Kaprow, Maurizio Cesarini, Antonio D’Agostino, Oleg Kulik, Urs Lüthi, Marcello Mazzella, Gina Pane, Shozo Shimamoto, Wolf Vostell, Emiliano Zucchini, a cura di Gianluca Ranzi; Atelier dell’arco Amoroso (Ancona)
Videozoom Crane Arts Center The Grey Area1400 N American Street (Philadelphia, USA) VIDEOZOOM CINA Biz-Art Center Gallery (Shanghai, Cina): Maurizio Cesarini, Lionice Cola, Antonio D’Agostino, Nico Macina, Michela Pozzi, Emiliano Zucchini.
Osservare il pensiero riflesso aspetti della videoarte italiana: Cioni Carpi, Maurizio Cesarini, Antonio D’Agostino, Fabio Mauri, Giuseppe Chiari, Luca Patella, Ugo La Pietra, Franco Vaccari, Emiliano Zucchini, a cura di Gianluca Ranzi, Mole Vanvitelliana/Atelier dell’Arco Amoroso (Ancona).