E’ aperta da questa mattina nelle sale di Palazzo Lanfranchi a Matera la mostra “Hostia. Pier Paolo Pasolini” di Nicola Verlato, curata da Vittorio Sgarbi e Lorenzo Canova, entrambi questa mattina nella città dei Sassi per il vernissage con l’artista, il presidente dell’associazione MetaMorfosi, Pietro Folena, il sindaco di Matera, Domenico Bennardi e la direttrice del Museo Nazionale di Matera, Annamaria Mauro.
Un’iniziativa promossa da Associazione MetaMorfosi e Museo Nazionale di Matera. La mostra resterà aperta fino al 6 novembre 2022. Dal 28 luglio al 6 novembre 2022 negli orari del museo: dal lunedì alla domenica dalle 9:00 alle 20:00 (martedì chiusura settimanale).
Hostia. Pier Paolo Pasolini è il progetto espositivo ideato dall’artista Nicola Verlato e curato da Lorenzo Canova e Vittorio Sgarbi, prodotto e organizzato da Associazione MetaMorfosi in collaborazione con il Museo Nazionale di Matera e il patrocinio della Regione Basilicata, del Comitato Nazionale per le celebrazioni del centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini e della Quadriennale di Roma. Dopo una prima esposizione alle Terme di Diocleziano a Roma, la mostra arriva a Palazzo Lanfranchi, sede del Museo Nazionale di Matera, in occasione delle celebrazioni del centenario della nascita dell’artista, nato a Bologna il 5 marzo 1922 e morto a Roma nel 1975.
Ispirata dalla tragica morte di Pier Paolo Pasolini, l’esposizione è pensata come un omaggio che si articola in una serie di declinazioni artistiche, dipinti, sculture, disegni, progetti architettonici, musiche e video realizzati da Nicola Verlato in dialogo con Matera e il suo territorio, luogo particolarmente caro a Pasolini che lo scelse per girarvi nel 1964Il Vangelo Secondo Matteo, uno dei suoi film più iconici e rappresentativi.
Lo straordinario insediamento urbano dei Sassi di Matera, con le sue molteplici forme di civilizzazione e antropizzazione succedutesi nel tempo dalla preistoria dei villaggi neolitici alle civiltà rupestri di matrice orientale, costituisce dunque lo scenario che Pasolini volle a sfondo della sua ricostruzione della vita di Cristo secondo le parole del Vangelo di Matteo, ritrovando tra i suoi camminamenti, le sue cisterne, i suoi ipogei, le sue fortificazioni, trasformate in abitazioni, la Gerusalemme dove si svolsero i fatti narrati del film.
In occasione della mostra di Nicola Verlato le suggestive visioni pasoliniane dei Sassi accompagnano il visitatore introducendolo in uno spartito artistico articolato e pieno di sorprese, allestito nelle sale di Palazzo Lanfranchi, che si fonda su un’ipotesi che è anche un desiderio: costruire un complesso monumentale a Ostia, nella periferia di Roma, luogo della morte di Pasolini. Motivo per il quale sarà in esposizione anche un modello architettonico aperto che, all’interno, mostrerà tutte le opere presenti in mostra nella collocazione definitiva che idealmente troverebbero nell’edificio una volta costruito.
La mostra, che si articola tra le grandi sale espositive del piano terra proseguendo nel Chiostro di Palazzo Lanfranchi e poi nella Chiesa del Carmine, si origina da un grande dipinto che, come un’antica pala d’altare, rappresenta il corpo di Pasolini mentre attraversa a ritroso la propria vita. Altre opere pittoriche di grandi dimensioni approfondiscono ulteriori aspetti connessi alla rappresentazione del dipinto principale. Un fregio lungo oltre undici metri, una scultura a dimensioni reali che ritrae in modo estremamente realisticoPasolini e alcune teste scolpite completano l’esposizione che si avvale anche di proiezioni video e che è accompagnata, lungo tutto il percorso, da musiche sinfoniche.
«Più che un poeta, un cineasta o uno scrittore, Pasolini è un corpo che vive nella dimensione del mito, in quanto è riuscito a incarnare un destino non solo tragico ma addirittura universale – spiega Nicola Verlato. – Le opere in mostra narrano la progressiva eliminazione dell’arte dalla vita e l’immensa disperazione che Pasolini esprime nelle sue ultime opere, associando il mondo a un inferno che ha perso ogni occasione di salvezza, perché l’arte, che dava senso alle cose, è stata eliminata».
Commenta Vittorio Sgarbi, che cura la mostra insieme a Lorenzo Canova: «torna a Matera Pasolini con un nuovo film: il racconto figurato della sua mostra attraverso i quadri di Nicola Verlato, ispirati al realismo caravaggesco, in una interpretazione del “Sepellimento di Santa Lucia” di Siracusa, ambientato in latomie che sono come i sassi di Matera, aspri e aridi, come furono i luoghi della Passione. Questa volta della passione di Pasolini si tratta, in una potente interpretazione cinematografica di Verlato, drammatica ed ispirata, come negli abissi dei “Cantos” di Ezra Pound, evocati da Pasolini e celebrati da Verlato».
Come scrive Lorenzo Canova: «Nicola Verlato si serve in modo magistrale del linguaggio figurativo caro a Pasolini per dare vita a una grande opera d’arte totale. Sulla scia del grande scrittore e regista, Verlato dialoga senza subalternità con la pittura del passato, con quella tradizione che Pasolini rivendicava come fondamento delle sue sperimentazioni letterarie e cinematografiche. Nel grande complesso monumentale di Hostia le arti visive si legano così all’architettura e alla musica in un’elegia monumentale e metafisica dove la morte di Pier Paolo Pasolini supera il brutale dato di cronaca per trasformarsi in un evento tragico che penetra e supera la storia».
Pietro Folena, Presidente di MetaMorfosi, ricorda che «per me oggi è un’emozione particolare ritornare sulla figura di questo gigante del Novecento attraverso l’estetica e la poetica di un artista straordinario come Nicola Verlato, con le sue opere e il suo progetto in dialogo con il classico».
Sottolinea il Presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi: «Pier Paolo Pasolini per il suo capolavoro “Il Vangelo secondo Matteo” scelse la Città dei Sassi non solo come sfondo, ma la fece entrare, viva, dentro il film, attraverso i suoi abitanti che divennero protagonisti dell’opera. Un doppio omaggio, quello di Pasolini, alla città-monumento e al suo popolo, che commuove e onora ogni lucano da allora. Nicola Verlato, come noi, ama Pasolini e gli ha dedicato una serie di opere straordinarie, sia per la profondità dei richiami all’esperienza intensa della vita del regista, sia per l’esecuzione tecnica che, ne sono sicuro, lascerà stupefatti i visitatori. La Regione Basilicata non può quindi che essere orgogliosa di dare il suo contributo per ospitare questa mostra presso il Museo Nazionale di Matera, per celebrare Pasolini, ma anche il nostro territorio e la nostra gente da lui tanto amati».
Domenico Bennardi, Sindaco di Matera, aggiunge, che «questa mostra è frutto di una stretta collaborazione tra il Museo e il Comune. Pier Paolo Pasolini scelse la città dei Sassi per uno dei suoi più grandi capolavori, Il Vangelo secondo Matteo, film che con la sua intensità ha segnato un’epoca. La mostra ha raccolto un insieme di materiali straordinari in grado di restituire al pubblico il costante riferimento di Pasolini in tutta la sua opera, e in particolare nel Vangelo, all’arte figurativa e al paesaggio. Sull’onda di questo risultato si continua a lavorare per fare del patrimonio culturale e creativo gli elementi fondamentali per la crescita dell’intera città».
Annamaria Mauro, Direttrice del Museo nazionale di Matera, conclude, che «nel centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini è doveroso ricordare il legame tra il poeta, sceneggiatore, regista e intellettuale e la città dei Sassi. La mostra fortemente voluta e promossa dal Museo nazionale di Matera insieme a tutte le istituzioni, ha accolto il progetto scientifico, curato da Lorenzo Canova e Vittorio Sgarbi, che ha preso spazio in armonia con la materialità e la spazialità architettonica del complesso di Palazzo Lanfranchi,portando il visitatore in un percorso di luce e ombra, tra presente e passato, tra lo splendore delle opere e la luce dei grandi ambienti».
L’artista Nicola Verlato
Nicola Verlato, pittore scultore architetto musicista e videomaker, è noto per i suoi dipinti e sculture socialmente impegnati che utilizzano la forza e la capacità dell’arte figurativa di coinvolgere emotivamente lo spettatore.
Per potenziare ulteriormente le sue immagini, utilizza un processo articolato che combina tecniche classiche e tecnologie moderne come i programmi di modellazione 3D Maya e Zbrush.
Verlato ha esposto i suoi dipinti, disegni e sculture negli Stati Uniti e in prestigiose sedi internazionali – tra cui il White Columns di New York, il Museum of Modern Art di Arnhem, le Biennali di Praga – e ha realizzato un’installazione esposta alla Biennale di Venezia del 2009 nel Padiglione Italiano.
Verlato ha esposto accanto ad artisti come Erwin Olaf, Santiago Sierra, Shepard Fairey, Kehinde Wiley, Ronald Ophuis, José Lerma, Mark Ryden e Robert Williams. Il suo lavoro è presente in diverse collezioni pubbliche e private in USA, Argentina, Italia, Spagna, Olanda, Danimarca, Norvegia, Cina e Filippine. Il suo lavoro è stato pubblicato su Art in America, Flash Art, Juxtapoz, Hi Fructose, Vogue Italia, Art Pulse, LoDown Magazine e altri.
Nato nel 1965 a Verona, risiede a Roma dopo quattordici anni a New York e Los Angeles.
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La fotogallery della mostra “Hostia. Pier Paolo Pasolini” di Nicola Verlato a cura di Lorenzo Canova e Vittorio Sgarbi (foto www.SassiLive.it)