Fra gli abitanti della nostra galassia vi sono i cosiddetti ammassi globulari di stelle. Sono questi grumi molto compatti a forma sferica di stelle nate suppergiù in un periodo di tempo molto ristretto. La data di nascita di un’ammasso la si evince dalla quantità di metalli presente in esso (cioè materiale più pesante per intenderci dell’Idrogeno come Elio, Carbonio e via dicendo fino ad arrivare al Ferro). Si suppone infatti che nelle prime fasi dell’Universo gli unici elementi presenti nell’universo fossero Idrogeno ed Elio. Quindi le stelle che si sono formate ai primordi erano privi di metalli. Successivamente con la fine del ciclo di vita stellare è avvenuta la nucleo-sintesi di metalli più pesanti. Pertanto stelle formatisi in epoche più recenti sono invece più ricche di elementi più pesanti ed hanno un comportamento spettrale e fotometrico diverso dalle prime. La scoperta dei nostri colleghi materani Ferraro, Dalessandro ed altri fatta sull’ammasso chiamato Terzan 5, collocato al centro della nostra Via Lattea, è che in esso c’è presenza di popolazioni stellari di diversa età. Questo significa che detto tipo di ammasso, fino ad oggi mai osservato, è il fossile di uno dei mattoni primordiali che hanno concorso alla formazione della nostra galassia. L’ipotesi infatti è che il nucleo della Via Lattea e, di conseguenza tutte le altre galassie della stessa tipologia della nostra, presenti nell’universo, si sono formate per fusione di tanti ammassi simili a Terzan 5. La scoperta è stata possibile grazie all’uso dei più potenti telescopi oggi disponibili al mondo quale il KEK che si trova alle Hawaii e quello ESO che si trova invece in Cile che hanno permesso di penetrare le spesse nubi interstellari che si affollano al centro della Galassia e di studiare in dettaglio questo importante fossile astrofisico.
Franco Vespe