Dopo la nota inviata alla nostra redazione dal presidente dell’associazione Pasolini Mario Notarangelo in cui annunciava con rammarico la chiusura del museo fotografico del cinema, che contiene anche gli scatti del film “Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini, il direttore della Lucana Film Commission ha inviato le sue riflessioni sulle imminenti celebrazioni del cinquantenario del film girato a Matera dal regista Pasolini.
Cari amici, sperando che io non abusi di questo termine, chi vi scrive e’ Paride Leporace, direttore della Lucana film commission. Molti di voi mi conoscono personalmente, con altri non ho mai interagito direttamente. Questa è un’occasione per farlo. Ho scelto di rivolgermi ai 364 indirizzi della mail list adoperata dall’Associazione culturale di Pasolini per una questione di metodo e di dialogo.
Questo mio scritto non è da considerarsi una risposta al recente grido “chiude il museo fotografico Pasolini di Matera”. Ma è solo un dialogo con chi ritengo in grado comprende le lezioni della memoria e del senso civico della comunità che intendo sempre rispettare come rappresentante delle istituzioni.
Quando il Vangelo usci’ nelle sale non mancarono polemiche. Pasolini sappiamo che fu spesso ossessionato da polemiche spesso preconcette e pretestuose. I francescani nella difesa del film scrissero una frase bellissima che è da sempre presente nel mio arsenale linguistico. Non cito alla lettera ma il senso era “curate le ferite con l’olio invece di irritarle con l’aceto”.
In queste ore a Matera vige in certi ambienti un clima di scontro , di maldicenze non sempre ben argomentate, di polemiche inutili e che turbano non poco, a mio modesto parere, il percorso seguito fino a questo momento nel modello di costruzione della candidatura di capitale europea.
Con la mano sul cuore mi sento di affermare alcune questioni. Sono stato io ad indicare la data del cinquantenario del Vangelo secondo Matteo. E’ un film che amo di un autore significativo per molte persone di diverse generazioni. Per le funzioni che assolvo ho la presunzione di sapere cosa significhi e che opportunità rappresenti questo titolo pasolinano per Matera e per la Basilicata in termini di cineturismo e modello seriale di produzione cinematografica. Ma se consentite c’è un messaggio piu’ alto reso contemporaneo oggi da Papa Francesco. Non è stato semplice giungere a questo primo momento. Non voglio tediarvi con obblighi e procedure delle pubbliche amministrazione. Solo chi non fa non sbaglia. E parlo solo di me essendo abituato alle assunzioni di responsabilità.
Martedì prossimo alle 17 al cinema Duni di Matera si proietta il film in versione restaurata e con prestito della Cineteca Nazionale con ingresso gratuito. V’invito ad essere presenti. Non perchè io ne abbia motivo di rivendicare successo. Ma per poter sentire palpare il cuore quella sera in una sala che ricompone un rito. Per ritrovare insieme una comunità che guarda uno spettacolo che ci accomuna. Matera, Cristo, Pasolini. Il mezzo secolo che ci distanzia da quella prima volta. Nella settimana della Passione.
Mi piacerà stringerti la mano quella sera. Io da agnostico vado raramente a messa, ma quando mi capita per caso ho anche per bisogno di raccoglimento ho sempre un piacere forte quando il sacerdote dall’altare dice “scambiatevi un segno di pace” e posso stringere tante mani affermando “Pace”. Vi saro’ personalmente grato se porterete un amico. Ancor meglio un ragazzo che veda il film la prima volta. Ma anche un anziano che ricorda le riprese del 1964. Questi ospiti allargheranno non la platea di un cinema ma di una comunità che deve costruire nuovi percorsi di passione civile e culturale cercando il bene comune.
La mia struttura è mononucleare. Vi lavoro da solo. Non riesco quindi a poter avere rapporti costanti con tutti. Ma attraverso social e media riesco a dialogare. Mi rivolgo a tutti coloro che hanno progetti, idee, consigli e critiche da rivolgere a me o alla Fondazione che dirigo e rappresento. Potete scrivermi o telefonare. Sto iniziando a lavorare per creare un canale pubblico dove far convogliare prodotti audiovisivi del nostro territorio che si augura possa diventare una vetrina pubblica che dal locale si allarghi al globale. Trovate il mio numero in calce. Non sempre riesco a rispondere. Alle mail rispondo sempre. Ho l’obbligo di avvisare che non sono un bancomat o un assessorato che cerca clientele. Cerco di essere solo un facilitatore della comunità.
In merito alle questioni musei e archivi. Dialogo da sempre con Mimì. Mi pregio di avere la sua stima. Da poco ho iniziato a discutere anche con il figlio Peppe dopo aver spesso interloquito con Mario e Tony. Non ho al momento spazi e risorse per favorire la loro meritoria opera. Ho dato disponibilità nel dare un contributo scritto all’ultimo libro, ho offerto mostre in comodato, ho dato disponibilità nel partecipare alle manifestazioni dell’Associazione Pasolini. Come Fondazione mi sono dato un percorso . Sono riuscito a far postare nella Finanziaria regionale 50000 euro utili ad avere un quadrante istituzionale necessario per istituire un pubblico Museo del cinema a Matera. Progettazione, studio e digitalizzazione per uno spazio adeguato sono l’inizio del percorso che mi spetta e che necessita per custodire molti tesori e che potrà assumere caratteristiche di attrattore turistico e di polo di ricerca. Il resto è vita.
Ho iniziato a scrivere con il buio e ora l’alba di un nuovo giorno illumina queste sentite parole. Aspetto le vostre per crescere ancora e migliorare nel mio ruolo pubblico ma anche come persona. Vi auguro una buona giornata.
Grazie dell’ascolto
Paride Leporace, Direttore Lucana Film Commission
Leggendo questa lettera, mi hanno colpito le seguenti parole: “In queste ore a Matera vige in certi ambienti un clima di scontro , di maldicenze non sempre ben argomentate, di polemiche inutili e che turbano non poco, a mio modesto parere, il percorso seguito fino a questo momento nel modello di costruzione della candidatura di capitale europea”.
La prima cosa che mi è venuta in mente e che già subiamo l’immodestia e l’arroganza del duo adduce-ragozzino, ora ci si mette anche il “maestro francescano” leporace, che scopriamo essere una istituzione, che risponde al posto del sindaco (a che titolo poi?), lo stesso della lettera “riservata” del “recupero” del Mulino Alvino, colui che è stato “nominato per meriti” direttore della lucana filmcommission, con stipendio di non francescana memoria.
Io al posto del “maestro francescano” non sarei tanto fiero di aver avuto l’idea di celebrare i 50 anni del film con la proiezione nei 131 comuni della Lucania. Agli anziani o ai ragazzi che andranno a vedere il film, occorre far sapere quanto costa alla tanto decantata comunità il prestito di questa pellicola: 450 milioni di euro. Bisogna dirlo che fa parte di un percorso (6 milioni di euro iniziali) seguito per la costruzione della candidatura di capitale europea.
Io sono a favore della candidatura, ma doveva e deve essere veramente condivisa, non dai pochi intimi che si sono arrogati il diritto di stabilire il percorso d’oro, con virtualismi, con scatole vuote, che nulla hanno a che fare con il tessuto socio-culturale del nostro territorio.
In altre città che si sono già fregiate del titolo, si è investito anche sull’immagine reale dei luoghi, ma noi che abbiamo il fiore all’occhiello negli antichi rioni, che facciamo, ci buttiamo cemento sui marciapiedi, lasciamo all’incuria gli ipogei nella piazza principale, esempio chiaro della lentezza dell’operato delle sovrintendenze (ipogei dinanzi la Prefettura e il Palazzo dell’Annunziata) e per non parlare della Cattedrale, del convento di Santa Lucia ed Agata Vecchia con la sua discarica a cielo aperto esterna, dell’ex Palazzo Municipale di via La Vista, del Complesso del Casale, il Casino Padula e dei tanti lavori iniziati e mai terminati.
La realtà è che tutti parlano dei Sassi come volano dello sviluppo economico territoriale, ma del suo abbandono non gliene frega nulla alle attuali istituzioni locali, soprattutto all’attuale primo cittadino, che chiude – senza rifletterci – uno dei due ingressi degli antichi rioni, senza rendersi conto che si è fatto coinvolgere in una querelle condominiale e per non fare magre figure non sa come venirne fuori.
La cultura che io amo è scritta nell’art. 1 della legge 771/86 che recita: “La conservazione ed il recupero architettonico, urbanistico, ambientale ed economico dei Rioni Sassi di Matera e la salvaguardia del prospiciente altipiano murgico sono di preminente interesse nazionale”.
Purtroppo spesso ci si scontra con l’arroganza del sindaco che bypassa persino il consiglio comunale, non ultimo la programmazione degli investimenti culturali. Dove si parla di percorso per la candidatura a capitale europea e non vengono coinvolte le varie associazioni culturali del territorio che hanno fatto conoscere Matera ed il suo patrimonio artistico culturale in tutto il mondo.
Egregio “maestro francescano” l’oligarchia è un termine che non fa parte del mio credo, io quel denaro pubblico lo utilizzerei finanziando iniziative che vengono proposte dalle associazioni culturali, musicali, teatrali, sociali, gastronomiche, ambientali, sportive che di idee ne hanno a iosa e che hanno fatto calpestare i palcoscenici della nostra amata città da personaggi internazionali. Loro non hanno bisogno di comitati scialacquoni, per darsi visibilità, ma pretendono di essere considerati in prima persona, forse allora lei, con i suoi soci, potrete credere di costituire una vera comunità con i piedi per terra.
“L’arroganza è figlia dell’insicurezza e dell’ignoranza, chi la possiede è una persona che detiene un certo potere, fisico o psicologico che sia, e lo esercita per paura di perdere terreno e per richiamare l’attenzione su di sé”.
Enzo Di Pede