Giovedì 4 luglio 2024 alle ore 21,30 sulla Terrazza di Palazzo Lanfranchi a Matera è in programma il film Buena Vista Social Club di Wim Wenders (Germania/USA 1999) per la rassegna Cinema in terrazza di Cinergia. Posto unico: 5 euro.
Giovedì 4 luglio 2023 alle ore 21:30, sulla terrazza del Museo di Palazzo Lanfranchi, comincia l’8ª edizione di Cinema in terrazza, la rassegna di classici del cinema restaurati organizzata dall’associazione Cinergia in collaborazione con il Museo Nazionale di Matera sul tema “Cinema e Cultura” e la Cineteca di Bologna e con il patrocinio del Comune di Matera.
La rassegna si compone di cinque film, classici della storia del cinema in versione restaurata in alta definizione e proiettati in lingua originale con sottotitoli in italiano.
La rassegna prosegue ogni giovedì (con l’eccezione di una pausa giovedì 18 luglio) fino all’8 agosto. Le proiezioni cominciano alle 21:30 e il costo del biglietto è di € 5,00, comprensivo di biglietto per la visita al museo.
Durante la serata del 4 luglio il Museo di Palazzo Lanfranchi sarà inoltre visitabile al pubblico dalle ore 21:00 alle ore 24:00 in occasione delle aperture serali straordinarie di valorizzazione.
Informazioni
Un gruppo di antiche glorie della musica tradizionale cubana (Compay Segundo, Ibrahim Ferrer e Omara Portuondo, fra gli altri), da decenni passati nel dimenticatoio, vengono rimessi insieme dal chitarrista Ry Cooder (vecchio sodale di Wenders e autore delle musiche di Paris, Texas) per realizzare un disco e una tournée. Confessioni personali, percorsi musicali, racconti di vita vissuta s’intrecciano in uno splendido affresco dove la macchina da presa di Wenders, con fluidi e avvolgenti movimenti, cattura con pudore il cristallino talento e l’insopprimibile gioia di vivere di questi straordinari musicisti. Successo planetario.
“Sono andato a L’Avana per girare il film, un posto dove non ero mai stato prima. Tutto ciò che conoscevo era la musica che questi vecchi avevano prodotto, una musica elettrizzante, inebriante, contagiosa. Una volta che ho visto e filmato L’Avana, ho capito cosa c’era di così speciale in questa musica: era uscita da questa città. Quella musica era il sangue di questa città. Il luogo era trasceso nel suono, per così dire, aveva trovato un’altra forma di esistenza in queste canzoni. E questi vecchi seppero produrre e riprodurre quella storia del loro luogo, perché non l’avevano abbandonata, come tanti altri musicisti prima di loro che erano fuggiti dal paese per andare in Florida, in Messico, in Spagna. […] Il loro senso di identità e di appartenenza, l’incredibile amore per il proprio posto, che aveva procurato a questi vecchi tanto dolore e tanta sofferenza, si era rivelato anche la loro forza e la loro grazia salvifica”. Pensavo di girare un documentario, e invece eravamo lì pronti a essere testimoni di una favola che nessuno avrebbe potuto immaginare” (Wim Wenders)