Mercoledì 16 Febbraio 2022 al Cinema Guerrieri di Matera è in programma la proiezione del film “Dovlatov”- I libri invisibili di Aleksey German (Russia/Polonia/Serbia, 2018) per la rassegna Il cineclub di Cinergia, Associazione di Cultura Cinematografica di Matera
Orari: 17:15 – 19:30 – 21:45
Posto Unico: 5 euro.
L’ironia come metafora discendente. «Le sue pupille son stelle» è metafora ascendente. Ma se «le sue pupille son padelle»? L’ironia come arma di combattimento letterario fu utilizzata da Sergej Dovlatov per sgonfiare il mondo brezneviano e l’America reaganiana e dei fuoriusciti russi fascistoidi. Ma qui siamo prima dell’esilio, a Leningrado, novembre 1971. Mentre si festeggia l’Ottobre, German Jr. e Yulia Tupinika (cosceneggiatrice) seguono con delicatezza di scrittura e affettuosi movimenti di macchina (Orso d’argento Berlinale 2018) una settimana di vita “beat” adornata di luce gassosa e cool jazz, tra dolori e gioie, vodka e assoli di sax, passeggiate, party e litigate colte, noia e paranoia, di uno dei più grandi, “stilosi” e divertenti narratori russi (anzi estone, metà armeno e metà ebreo) del Novecento. Separato dalla moglie, incapace di finire un romanzo su cose vere in un paese congelato, amico di Brodskij, Dovlatov (il serbo Milan Maric) cerca 25 rubli per regalare una bambola alla figlia. Ma gli amici artisti sono squattrinati quanto lui o probabili suicidi e l’unico che maneggia il mercato nero, un pittore, pizzicato perché smercia jeans e Pink Floyd, muore tragicamente. Dovlatov non fa compromessi, lo cacciano dal giornale perché rifiuta di scrivere falsità sul “glorioso avvenire socialista”, e manda a quel paese chi vuol costringerlo alla prostituzione artistica. Come il nonno e il papà, German Jr. rende omaggio all’indipendenza intellettuale come atto eroico, in un mondo stagnante, terrorizzato dai fuori norma. Morto a 48 anni nel 1990 in esilio a New York, Dovlatov lì pubblicò finalmente i suoi 12 romanzi. Divenne il Cechov della modernità.