La 10^ edizione di “OasiCinema, il cinema dell’ecologia” avrà luogo a Potenza mercoledì 19 luglio presso il terrazzo del Museo Archeologico Nazionale “Dinu Adamesteanu” e il 21 luglio grazie alla collaborazione di Fuorisentiero ets presso il rifugio La Casermetta in località schiena d’Asino a Tito.
La rassegna, ideata ed organizzata dall’Associazione di promozione sociale Zer0971, si prefigge lo scopo di promuovere attraverso il cinema la conoscenza dell’ambiente, dei territori e il rapporto con la natura.
Mercoledì 19 luglio – Terrazzo del Museo Archeologico Nazionale “Dinu Adamesteanu” – proiezione h.21, ingresso libero fino ad (esaurimento posti) info@zer0971.org whatsapp: 3510493109
Utama – Le Terre Dimenticate
Un film di Alejandro Loayza Grisi con José Calcina, Luisa Quispe, Candelaria Quispe, Placide Ali, Félix Ticona. Genere Drammatico durata 87 minuti. Produzione Bolivia, Uruguay, Francia 2022.
Il vincitore del Gran Premio della Giuria al Sundance lancia un forte grido di allarme sui mutamenti climatici senza fare proclami ma con empatia umana.
Virginio e Sisa sono un’anziana coppia quechua che vive sull’Altipiano boliviano devastato dalla siccità.
Lui è un allevatore di lama che ogni giorno deve compiere un percorso di diversi chilometri per poter trovare qualche stentato ciuffo d’erba e un po’ d’acqua per gli animali.
Un giorno arriva il nipote Clever con una proposta: i nonni potrebbero andare a vivere in città dove sia lui che suo padre abitano.
Fin dalla prima inquadratura di un uomo che cammina da solo in una terra arida veniamo collocati in una dimensione in cui l’essere umano e la Natura non vivono più in comunione.
Questo non è però colpa di Virginio, l’anziano allevatore di lama, infiocchettati per riconoscerne la proprietà, che ogni giorno lascia la sua taciturna vita di coppia per affrontare sterminati spazi ormai privi di qualsiasi forma di vita.
La colpa sta altrove ma le ricadute sono tanto sulla collettività globale quanto sui singoli.
È di una storia di persone che questo film ci parla mostrando come i mondi si facciano sempre più lontani.
La città a cui Clever vorrebbe, con tutte le migliori intenzioni, condurre i nonni è una realtà a cui Virginio, che nasconde un segreto relativo alla sua salute, non intende adattarsi.
In un misto di antiche credenze rituali e di duro confronto con la realtà quotidiana assistiamo a un progressivo avvicinamento tra nonno e nipote che però non può portare a cedimenti sulla impossibilità di mutare modalità di vita.
La città, secondo Virginio, non potrebbe essere altro che un luogo dove mendicare o farsi mantenere e questo non è accettabile.
Allora ad ogni alba si parte con la mandria di animali inquadrati con tanta attenzione (non solo dal punto di vista della tecnica di ripresa) da far percepire al contempo la loro bellezza e la tristezza di una condizione che sembra irreversibile.
Venerdi 21 luglio al Rifugio la Casermetta in località Schiena d’Asino Tito (PZ) è in programma aperitivo e introduzione al film che sarà proietato dalle ore 20,45.
Ingresso libero – info@fuorisentiero.com whatsapp3208528284
Sarà presente il regista.
Nel Salento è in corso un’emergenza fitosanitaria causata dal batterio xylella, che priva le piante di ulivo di idratazione fino al disseccamento.
Il documentario Il tempo dei giganti segue Giuseppe Semeraro, erede di generazioni di olivicoltori, nel suo viaggio verso l’abitazione del padre Francesco che si ostina a non credere nella mortalità imminente dei suoi ulivi, per cercare di aprirgli gli occhi alla pericolosità letale della xylella e alla necessità di ripensare al proprio futuro.
Dall’etologo premio Nobel Riccardo Valentini all’epidemiologo Pierfederico La Notte del CNR di Bari, passando per giornalisti, scrittori, ricercatori, geografi, agricoltori e botanici, il documentario esplora le sfaccettature della crisi che ha ridotto in cenere milioni di ulivi, bruciati nottetempo dai proprietari che non potevano accollarsi i costi delle eradicazioni appena scoperto di possedere piante infette.
C’è una grande cura formale nel rappresentare queste piante malate e le terre devastate dal passaggio della xylella, che ora sembrano lande desertiche costellate di “moncherini neri protesi verso”, e le belle musiche di Valerio Daniele sottolineano l’aspetto western di questo panorama lunare.
Ma Il tempo dei giganti non è solo la cronaca di una morte annunciata, perché riporta anche esempi di resilienza e suggerisce una risposta fatta di nuove coltivazioni resistenti e colture che non necessitano di acqua, di un ritorno all’agricoltura da parte dei giovani e di una volontà di riforestazione e rigenerazione dei terreni. L’arrivo della xylella di fatto ha “creato una possibilità di ripensare il paesaggio”, osserva il geografo e rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice. Il tempo dei giganti è dunque un’esperienza immersiva in un disastro ecologico, ma apre anche nuove prospettive e costringe a ripensare uno stile di vita che ormai aveva fatto il suo, di tempo.