L’attore, regista e grafico materano Antonio Andrisani il 25 aprile scorso su facebook aveva commentato con un post il nuovo logo dell’ufficio cinema del Comune di Matera. Ecco la sua dichiarazione: “Mi complimento per il logo dell’Ufficio Cinema del Comune di Matera. Sembra più l’ufficio di Topolino. Devo dire anche interessante questa visione moderna dell’audiovisivo con la macchina da presa. Forse è quella che usava Pasolini. Sentite a me, andatevi a coricare”.
Il fotografo materano Antonello Di Gennaro aveva commentato questo post giudicando questo logo una “fantasia perversa remunerata profumatamente”.
Un giudizio che il sindaco di Matera, Domenico Bennardi, non ha gradito affatto il commento di Antonello Di Gennaro e dal suo profilo personale ha deciso di replicare con un intervento molto duro per smentire un’uscita di fondi pubblici per l’acquisto del logo. Una dichiarazione che però probabilmente Bennardi avrebbe potuto e dovuto contenere nei toni, anche perchè un primo cittadino sia pure dal suo profilo personale, resta sempre il primo cittadino di Matera e non dovrebbe ingaggiare un duello “social”.
Ecco il post di Domenico Bennardi in replica ad Antonello Di Gennaro e con riferimento anche ad Antonio Andrisani: “Complimenti per il costante tentativo di criticare le ambizioni di questa amministrazione nel puntare su industria culturale e creativa di cui il cinema ne è piena espressione. Ognuno è libero di giudicare, denigrare o fare ironia. Va bene lo stesso, andiamo avanti lo stesso col massimo entusiasmo. Rimango basito perché le critiche vengono proprio da chi dovrebbe sostenere il rilancio del cinema e dell’audio visivo a Matera (il riferimento è ad Antonio Andrisani – ndr).
Assolutamente legittima la critica per carità, ma eviterei di dire falsità, perché caro Antonello Di Gennaro prima di parlare di “fantasia perversa remunerata profumatamente” quanto meno mi informerei prima. Anzi ciò mi consente di ringraziare chi ha realizzato questo bellissimo logo che all’amministrazione comunale è costato zero euro, perché ci sono materani che dietro ad un’idea condivisa mettono a disposizione tempo ed energie in anonimato e sono tanti. Altri preferiscono il più comodo passatempo della critica.
Nessun problema, andiamo avanti lo stesso, ma una cosa è certa non ci andiamo a coricare, c’è tanto da fare 😉”.
Antonio Andrisani raggiunto al telefono, ha commentato così la contestata dichiarazione del sindaco Bennardi: “La cosa importante è che non passi il concetto secondo il quale se una persona esprime una critica feroce o ironica che sia, sia additato come invidioso, oppure di non aver ricevuto qualcosa o in ultima analisi come un disfattista tout cour. Nelle critiche spesso è implicito un invito a costruire e a migliorarsi e chi non lo coglie o è miope o è in cattiva fede”.
Di seguito la replica al post di Bennardi del fotografo materano Antonello Di Gennaro
Caro sindaco Bennardi, è finita l’era del lavoro amatoriale.
Fa specie sentire parlare il primo cittadino di Matera con un tono così ostile sopratutto dopo che l’Amministrazione ha aderito al manifesto della comunicazione “non ostile”. Ma quello che trovo più ostile è il contenuto, caro sindaco Domenico Bennardi, dal momento che si tenta maldestramente di far passare come un vanto l’aver accettato un lavoro gratuitamente, mortificando i tanti professionisti locali che vivono di comunicazione e, per questo motivo, trovano giusto farsi pagare la progettazione di un logo. Caro Sindaco sono convinto, insieme con tanti altri miei colleghi, fotografi e grafici, che è finita l’epoca del lavoro amatoriale. Il lavoro è professionismo assoluto e come tale va sempre pagato. Il lavoro gratis, di per sé, è un ossimoro e come tale non merita la considerazione che Lei ostenta, anzi va sempre condannato perchè rovina il mercato e uccide la naturale competizione tra i professionisti. La competizione migliora la razza imponendo sforzi per riadeguarsi giornalmente agli standard migliori. E se non bastasse la morale, l’etica professionale e la deontologia, allora le ricordo anche che la legge non è dalla sua parte. La Pubblica Amministrazione non può ricevere “donazioni” se non regolate da un contratto di legge. Infatti la donazione è un contratto “tipico” espressamente disciplinato dagli artt. 769 e ss. Cc. per la cui validità è richiesta la forma scritta. Quindi sorgono almeno 3 quesiti:
Quesito 1. L’Amministrazione ha stipulato un contratto con il professionista che ha deciso di “donare” il logo? Nel caso in cui non lo avesse fatto, esporrebbe l’Amministrazione stessa a potenziali azioni di rivalsa legale da parte dell’autore del logo.
Quesito 2. L’elemento della gratuità non coincide necessariamente con l’interesse pubblico che l’Amministrazione deve perseguire.
Quesito 3. L’Amministrazione ha fatto un concorso di idee al fine di poter raccogliere anche altre proposte progettuali, potenzialmente migliori?
Aspetto una sua cortese e “non ostile” risposta”.
La risposta con le scuse del sindaco di Matera Domenico Bennardi è arrivata nella mattinata di venerdì 7 maggio. Di seguito il post del sindaco di Matera.
Non ho mai messo in dubbio la grande professionalità oltre che stima personale che nutro sia per Antonio Andrisani e sia per Antonello Di Gennaro, entrambi da me coinvolti per alcune importanti iniziative in passato e spero di poter continuare a coinvolgere. Ho più volte evidenziato mi pare, la legittimità della critica e dell’ironia di cui oggi abbiamo tanto bisogno. Il mio post nasce da un momento, un pensiero sconfortante (probabilmente errato) che con tutti i nostri sforzi profusi ogni giorno, tra mille difficoltà e segnalazioni, si voglia guardare al dito che indica la luna e non alla luna stessa o che si preferisca distruggere piuttosto che costruire. Viviamo un periodo molto particolare dove ognuno può svolgere una parte molto importante per ricostruire la rinascita della nostra città e le parole rimangono sempre importanti, soprattutto quando alla critica si aggiunge l’allusione.
In ogni caso se ho dato l’impressione di un messaggio che intende contestare la libera espressione di giudizio e critica o mettere in discussione la professionalità di qualcuno non era assolutamente questo il mio intento e chiedo scusa ai diretti interessati. W l’Ironia, W la critica, W la verità
Michele Capolupo